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Confesso che oggi mi sono emozionato non poco nel vedere Frank Williams essere intervistato dopo che la sua Williams è riuscita a conquistare la prima fila per il Gran Premio d’Austria. Non mi accade spesso, come non mi capita quasi mai di tifare per qualcuno, ma a volte, quando penso che una persona lo meriti per davvero, allora lo faccio senza compromessi.
Williams: una squadra pura
La Williams è da sempre stata una delle mie squadre preferite sopratutto per il fatto d’avere come suo fondatore e capo il carismatico Sir. Frank Williams. Mi piace sopratutto la loro filosofia, pura, con pochi calcoli, con metodi duri e senza compromessi. L’interesse della squadra prima di tutto e materiale identico per entrambi i piloti.
Le corse si fanno per andare forte, per vincere perché si è più bravi, non bisogna mai mollare. Per me questa è l’essenza delle corse. È qui che avrei voluto correre se mai ci fosse stata la possibilità per me di debuttare nel mondiale di Formula 1.
Quella volta al cospetto di Sir Frank Williams...
Ho avuto la possibilità di toccare con mano la realtà della squadra di Grove nell'ormai lontano 2007. Avevo appena vinto una delle corse più belle della mia carriera nella World Series by Renault a Spa-Francorchamps e fui invitato ad un incontro.
Ad attendermi nella sala delle riunioni c’era tutta la Williams che contava in quel periodo: a capotavolo Sir. Frank Williams, al suo fianco suo figlio Jonathan, l’amministratore delegato Adam Parr ed il direttore tecnico Sam Michael. Sbiancai.
Mi fecero sedere vicino a Frank ed io capii, ancora prima di aprire bocca, che al fianco di quest’uomo ero ormai un uomo “nudo”. Ero quindi molto preoccupato su come avrei retto il confronto ma mi bastò poco per capire che non avevo niente di cui preoccuparmi.
“Quest’uomo le corse le fa con la passione più pura e forse ormai è l’unico rimasto nel paddock di Formula 1”
Le mie speranze per il debutto in F1
Anche se questo era una vero e proprio “interview” (colloquio di lavoro), le persone presenti avevano motivazioni sincere e non c’erano intenzioni nascoste o cose non dette. Si parlò di filosofia del motorsport, di strategie, di come vivevo le corse e sopratutto di come le facevo da punto di vista tecnico e sportivo. Uscii da quell'ufficio pieno di speranze e con una certezza: se mai avessi corso per Frank sarei stato uno dei piloti più motivati in assoluto. Io il Cavaliere e lui il mio Re.
Alla fine purtroppo non se ne fece nulla esclusivamente per motivi economici da cui il mio sport dipende fin troppo nel ultimo decennio. Comunque sia, quelle due ore passate al fianco di Frank mi erano bastate per capire che tutto quello che pensavo su di lui era vero.
Frank Williams: l'ultimo con una passione pura per le corse?
Spero quindi che questo sia solo l’inizio di un lungo periodo positivo per la sua squadra perché quest’uomo le corse le fa con la passione più pura e forse ormai è l’unico rimasto nel paddock di Formula 1.
Miloš Pavlović