L'uomo che visse tre volte

L'uomo che visse tre volte
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La storia del Lauda uomo e pilota raccontata dal nostro Paolo Ciccarone
20 maggio 2019

Questo articolo è stato pubblicato in occasione dei 70 anni che Lauda festeggiò lo scorso 22 febbraio. Ve lo riproponiamo come omaggio alla sua scomparsa

Niki Lauda, ovvero l'uomo che ha vissuto tre volte. La prima, dopo il drammatico incidente al Nurburgring nel 1976 quando la sua Ferrari andò a fuoco e lui restò fra la vita e la morte per giorni, prima di ripresentarsi in pista a Monza 40 giorni dopo.
 

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La seconda, dopo il trapianto di rene dovuto anni dopo alle conseguenze dei fumi tossici inalati in quel drammatico incidente. E lui che ci scherzava sopra: "Mi volevano togliere la licenza di volo perché avevo 3 reni invece di 2. Ho detto al medico che se 2 bastavano per pilotare un aereo, adesso che ne avevo 3 non aveva senso togliermi il brevetto". Il terzo rene, di supporto, gli fu donato dal fratello.

E poi la terza vita: dopo il trapianto di polmoni dell'estate scorsa e il successivo ricovero in ospedale a Vienna per recuperare dopo una influenza. Tre vite vissute in 70 anni di vita vera. 

Tre titoli mondiali, uno per ogni vita vissuta. E su tutto la sua filosofia di vita. La sua semplice e spontanea verità su tutto. Senza peli sulla lingua, diretto, preciso e metodico: "Tu stupido a rischiare quando non serve - diceva a Gilles Villeneuve - non è gara a chi va più forte in curva, ma a chi arriva primo al traguardo. Io non prendo nessun rischio oltre quello necessario, impara". E lo ha ripetuto a Lewis Hamilton, col suo carisma e il suo modo di fare. Niki Lauda, conosciuto dai più per il film Rush di Ron Howard, ma era una macchietta più che verità. E' servito per attirare il grosso pubblico, per far rivivere un periodo unico della storia della F.1, per lanciarlo definitivamente nella leggenda.

Tre titoli mondiali, uno per ogni vita vissuta. E su tutto la sua filosofia. La sua semplice e spontanea verità su tutto. Senza peli sulla lingua, diretto, preciso e metodico

Ma era un film, non era Niki Lauda quello vero: "Infatti, nel film si vede Hunt fare sesso con tante donne e io invece penso solo alla macchina. Non è vero, anche io trombavo molto, ma sono sposato e ho detto al regista di lasciar perdere, una donna che si incazza è più pericolosa che correre GP". Logico, lampante. E spiritoso. "Balle - diceva Clay Regazzoni - eravamo in Sudafrica, facevamo a gara la sera a chi collezionava più letti. Una sera partiamo io e il Niki, ci chiudiamo dentro due stanze quando a un certo punto sento bussare alla porta. Era Niki che aveva fatto...il suo giro veloce e mi chiedeva le chiavi dell'auto che doveva prendere una cosa...". Era una serata a Varedo, Milano, presso un Ferrari club locale una seria del 1984, anno del terzo titolo mondiale di Niki Lauda.

Da Moto.it

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