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Una Mercedes davanti a tutti e Lewis Hamilton in pole position. Il primo colpo voluto da Niki Lauda nelle vesti di capo supremo di AMG Motorsport sta dando i suoi frutti, quindi la scelta di avere Hamilton al posto di Schumacher, almeno per ora ha pagato.
La scelta di prendere Lewis Hamilton è stato il primo passo che hai fatto da dirigente, pentito di aver scaricato Schumacher?
«Credo sia arrivato il momento di fare chiarezza: io ho contattato Hamilton a giugno, lui non era contento della McLaren e cercava alternative. Io ho pensato che un pilota come lui sarebbe stato perfetto alla Mercedes, ma c’era anche Schumacher. Gli ho parlato e chiesto cosa volesse fare per il futuro. Michael mi ha detto che non lo sapeva affatto, che avrebbe aspettato qualche tempo per darmi una risposta. Io ho atteso fin che ho potuto, poi ho preso la decisione di assumere Hamilton e quando Schumacher si è deciso, ormai era tardi».
«Se io aspetto Michael e poi lui a ottobre mi dice che vuole ritirarsi, io che faccio? Metto a rischio tutta la struttura con scelte affrettate prendendo il primo che capita o che è rimasto libero, solo perché devo aspettare che lui decida il da farsi? Sono andato avanti per la mia strada, ho bloccato Hamilton, che secondo me era la scelta giusta per il team, e quando Schumacher ha capito cosa voleva fare ormai era tardi, non c’erano soluzioni né posti per lui in squadra. Io l’avrei tenuto, ma doveva dirmi cosa volesse fare a giugno, mica ad ottobre».
“Ho contattato Hamilton a giugno e ho pensato che un pilota come lui sarebbe stato perfetto alla Mercedes, ma c’era anche Schumacher. Michael sapeva cosa avrebbe fatto nel futuro. Ho atteso fin che ho potuto, poi ho preso la decisione di assumere Hamilton”
In pratica lo hai scaricato e messo di fronte al fatto compiuto. E ora, dopo il GP di Malesia con i problemi di squadra fra Hamilton e Rosberg, con gli ordini di scuderia, come la mettiamo?
«Da pilota gli ordini non mi sono mai piaciuti (a dire il vero in Ferrari nel 74 il mondiale saltò perché non furono rispettate le gerarchie, ndr) e capisco la rabbia di Nico, da team manager penso che non sarebbe cambiato il risultato finale e quindi per il team avere davanti uno o l’altro non cambiava proprio nulla. Ma se permettere la lotta fra i due avesse provocato dei problemi, meglio evitare. In fondo abbiamo ottenuto il massimo dei punti mai raccolti in gara dalla Mercedes, quindi è andata bene così».
Amava le auto ed è diventato campione del mondo di F.1. Amava gli aerei e Niki Lauda ha costruito una compagnia che ha poi venduto alla Lufthansa. In ogni cosa che fa, il campione austriaco vuole sempre il massimo. E così, abbandonata la carriera da pilota auto, si è inventata quella di pilota d’aerei, poi da manager, poi da telecronista della TV tedesca e ora, che la soglia dei 60 è da qualche parte laggiù, è al vertice di Mercedes AMG F.1.
Un ruolo da consulente lo aveva avuto alla Ferrari tanti anni fa quando, da amico di Montezemolo, provò a dare una mano al Presidente della Rossa negli anni critici delle crisi aziendali e sportive. Adesso Lauda guarda un po’ tutti dall’alto, ma non con superbia. Lo spiega lui direttamente: «fai conto che sono su un elicottero e guardo giù da basso. Io ho una visione dell’alto che mi permette di capire e vedere quali sono le strade sgombre e quali seguire. Ecco, io sto in alto, traccio la rotta e poi nel team Mercedes saranno Toto Wolff e Ross Brawn a concludere e portare avanti le mie indicazioni».
“Per fare andare avanti un team di F.1 devi avere la mentalità da corsa, Toto Wolff ce l’ha e ce l’ha anche Ross. Ognuno nel suo settore è fondamentale, ognuno ha una strada da seguire, in maniera snella e rapida, una gestionale e l’altra tecnica”
Due persone al vertice di un team, con la terza che controlla, non fa molto…F1 visto che di solito le strutture sono più snelle e in passato (vedi Toyota e la stessa Mercedes quando avevano troppi manager al vertice) i risultati gestionali non sono stati il massimo…
«Vero, per fare andare avanti un team di F.1 devi avere la mentalità da corsa, Toto Wolff ce l’ha e ce l’ha anche Ross. Ognuno nel suo settore è fondamentale, ognuno ha una strada da seguire, in maniera snella e rapida, una gestionale e l’altra tecnica. Io controllo dall’alto del mio elicottero che non facciano casini e prendano direzione sbagliate, per me i ruoli ora sono perfetti…».
Ma la scelta di prendere Toto Wolff dalla Williams e portarlo alla Mercedes ha provocato le dimissioni di Nick Fry e qualche altro trambusto organizzativo. Paura che la situazione diventi ingestibile?
«Per niente, Toto era la persona giusta, parliamo la stessa lingua ed è più facile capirsi perché ci sono concetti e idee che si capiscono solo se parli la stessa lingua, sia chiaro. Ha la mentalità da corsa, sa come agire in un team e per me è la persona giusta al posto giusto, Ross ha competenza tecnica, sa come gestire il reparto corse, quindi è la persona giusta anche lui, io coordino e cerco di fare in modo che non nascano casini».
Parliamo invece degli altri, come vedi questo inizio di campionato?
«Red Bull mi pare molto competitiva e spero che la rivalità fra i due piloti non porti a dei disastri. Vettel ha sbagliato a non rispettare gli ordini di scuderia, ma secondo me ha sbagliato nel prendersi dei rischi enormi. Se avesse sbattuto contro Webber, come han già fatto in Turchia nel 2010, avrebbero rovinato la corsa a tutto il team e questo è sbagliato. Ma hanno la macchina migliore e credo che alla fine sarà Vettel a imporsi, sempre che la Ferrari non cresca».
“Mi pare che quest’anno la Ferrari abbia una buona macchina, ma vedere Massa davanti ad Alonso mi fa pensare, di sicuro hanno la squadra a posto, due piloti veloci, Alonso per me è il migliore, ma contro Red Bull per ora c’è poco da fare”
«Mi pare che quest’anno abbiano una buona macchina, ma vedere Massa davanti ad Alonso mi fa pensare, di sicuro hanno la squadra a posto, due piloti veloci, Alonso per me è il migliore, ma contro Red Bull per ora c’è poco da fare. La Lotus ha una buona macchina, Raikkonen va forte, ma non so quanto dureranno a quel ritmo, non ci scommetterei. McLaren secondo me è un disastro, non sono competitivi, dovranno recuperare e Perez ha bisogno di tempo per lavorare in un top team, non ha ancora capito certi meccanismi. Non sono molto fiducioso per loro in tempi brevi, ma so che possono farcela».
E Mercedes?
«Siamo cresciuti rispetto all’anno scorso, abbiamo migliorato ma c’è ancora tanto da fare, sedersi e pensare che basti una prima fila per aver risolto tutto, è sbagliato. Specie in F.1».