Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
L’occasione era commerciale, portare a spasso sulla pista di Vairano una cinquantina di lettori vincitori di un concorso Mercedes. Poi, quando si tratta di Nico Rosberg e della sua disponibilità, invece che scarrozzare la gente sulla nuova Classe A, fare uno spot per la Petronas, poi alla fine si
finisce per parlare di F.1 e anche se mancano un paio di gare alla fine del mondiale, è già tempi di bilanci.
Che dire di questa stagione?
«Ne diciamo bene nonostante le ultime corse – dice Rosberg – volevamo fare meglio dell’anno scorso e ci siamo riusciti. Ho vinto il GP in Cina a Monaco sono arrivato secondo. Nella prima parte di stagione eravamo i più veloci e forse abbiamo ottenuto meno di quello che potevamo, però
abbiamo fatto qualcosa in più dell’anno prima e quindi è stato positivo. La nostra macchina a inizio anno era davvero la migliore, avevamo grip e velocità, si adattava bene alle piste, davvero non so poi cosa sia successo, avessimo mantenuto quel passo avremmo lottato per il mondiale.»
Ottimo inizio e poi il calo. Sembra quasi che che poi vi siete fermati per strada, gare balorde, risultati negativi…
«Abbiamo perso qualcosa nello sviluppo della macchina e gli altri ci hanno superato, è evidente che non riuscivamo più a mantenere certe prestazioni.»
Vi siete arenati perché non sapevate dove andare nello sviluppo, nel senso che eravate plafonati in quelle prestazioni e oltre non si poteva andare o perché avete preso una strada sbagliata nelle modifiche?
«Non direi che abbiamo sbagliato qualcosa, diciamo che siamo arrivati a un punto dove ci siamo arenati, non si guadagnava né perdeva e gli altri miglioravano, se guardiamo l’ultima parte della stagione, direi che siam messi maluccio… ma non è ancora finita!»
Quando arrivò Schumacher in squadra ti davano per spacciato, poi hai battuto regolarmente Michael, ora arriva Hamilton, un altro osso duro: ti senti ancora sotto esame?
«In F.1 sei sempre sotto esame, quindi no problem. Conosco Lewis da tempo, eravamo compagni di squadra in F.3, quindi non è una novità. Lui è un pilota fortissimo, forse il più forte al mondo, non ho problemi a confrontarmi con lui, io farò la mia stagione, darò il massimo e poi se sarò davanti, saranno gli altri a trarre conseguenze… Davvero, non mi preoccupo del passato e di Schumacher, per lo stesso motivo non mi spaventa il futuro con Hamilton.»
Sorpreso dal ritiro di Michael?
«Non so che dire, è una scelta sua. Ha vinto molto, non deve dimostrare niente a nessuno, le storie iniziano e finiscono.»
Sappiamo che hai fatto anche il Dj negli studi di Radio Monte Carlo e te la sei cavata bene…
«Guarda, è stato più facile battere Schumacher in pista che stare dietro a un microfono, appena sbagli a parlare, viene fuori un disastro!» Esagerato!