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Stefano Domenicali è stato chiaro in un incontro con il sindaco di Monza: la F.1 ha degli standard elevati e bisogna adeguarsi, perché altre nazioni stanno premendo per entrare in calendario e Monza deve fare quel salto di qualità necessario: “Me lo auguro da italiano, emigrante all’estero, che quando guarda al suo Paese vede un enorme potenziale, ma la storia non basta nel panorama attuale e confido nella collaborazione delle istituzioni per fare quei lavori che servono e che consentano a Monza di essere al passo coi tempi”.
Dall’altro lato, il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, che ribadisce come la trattativa sia difficile per le richieste e per gli investimenti necessari, da ammortizzare nel corso degli anni. Le ultime indiscrezioni parlano di un rinnovo a 30 milioni all’anno per almeno tre anni (adesso sono 25…), quindi dal 2025 al 2028, visto che nel 2029 scade la convenzione con il consorzio del Parco, convenzione che potrebbe essere rinnovata senza problemi ma che al momento attuale pone un limite temporale per la durata dei rinnovi.
Si tratta quindi di 90 milioni da aggiungere ai 75 delle tre edizioni rimanenti oltre ai soldi per i lavori al tracciato. Che non ci sono. I problemi di Monza sono molteplici e complicati, ma il primo passo è l’adeguamento dei sottopassi che devono garantire la sicurezza del pubblico nell’impianto, poi si parla di riassaltare il tracciato (ovviamente se fai i lavori devi poi ripristinare). Ad aggravare la situazione i due tornado che a fine luglio, a distanza di pochi giorni, hanno abbattuto oltre 30mila alberi, con conseguenti lavori di ripristino e messa in sicurezza dell’impianto, cosa che ha comportato costi ulteriori e dispendio di energie.
Ma con la concorrenza dei paesi orientali, non ultimo il Vietnam che vuole rientrare in gioco dopo aver annunciato, e poi annullato il GP, ora sta giocando la carta per avere un posto in vetrina. Il rinnovo di Monza significa la fine di Imola, perché avere due GP in Italia, con le richieste in corso a livello mondiale e il limite di 25 GP stabilito dal vecchio patto della Concordia, impedisce di giocare su due tavoli, come è impossibile parlare di alternanza fra i due impianti. Un meccanismo che non soddisfa nessuno, vedi Germania, dove hanno preferito rinunciare piuttosto che continuare fra Hockenheim e Nurburgring. In Francia il GP ha chiuso con un passivo di 27 milioni di euro nelle due ultime edizioni e la struttura non parla più di ospitare un GP. Monza, quindi, deve confrontarsi con questo panorama con in più l’aggravante di non aver ancora individuato la società per svolgere i lavori che avrebbero dovuto partire il lunedì dopo GP e invece c’è ancora tutto sul tavolo.
Ecco perché Domenicali chiede la collaborazione delle istituzioni e lo stesso fa il presidente ACI. Senza lavoro di gruppo, il GP rischia di essere solo un ricordo del tempo che fu…