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Essere ferraristi oggi, potrebbe essere il titolo di un romanzo in cui amore e odio si intersecano e dove la trama subisce colpi di scena ad ogni capitolo. E’ una storia fatta di gioie e dolori e i tifosi della rossa sono passati dalla felicità, per il ritorno a casa di Michael Schumacher, all’amarezza per un altro ritorno a casa, quello del presidente Luca di Montezemolo. L’incontro, atteso, fra l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e il presidente della Ferrari è avvenuto a margine del Cda della Philip Morris, principale sponsor della Casa del cavallino.
Montezemolo lascia "su sua richiesta"
Cosa si siano detti, non si sa anche se è facile immaginarlo. «L’uscita del presidente Montezemolo non è in agenda» ha detto domenica scorsa Marchionne, ma è chiaro che alla vigilia del Cda straordinario, programmato per giovedì 11 a Maranello e dove si tireranno le somme dei primi sei mesi a livello commerciale, si è discusso di una fuoriuscita condivisa piuttosto che di un muro contro muro che non giova a nessuno. Come fa capire il comunicato della Fiat emesso nella mattinata di mercoledì: «Luca di Montezemolo, su sua richiesta, lascia la presidenza della Ferrari il cui ruolo viene ricoperto da Sergio Marchionne». Su sua richiesta… vabbè, è lo stil novo della comunicazione ufficiale…
Cosa abbia fatto precipitare la situazione, si sa, sono state le scarse prestazioni della F.1, mentre per la parte commerciale nessun appunto è stato mosso ai risultati ottenuti da Montezemolo. Il prossimo 13 ottobre verrà quotato in borsa a Wall Street il nuovo gruppo FCA, che l’anno scorso ha venduto 4,4 milioni di auto nel mondo, di cui poco più di 450 mila in Italia, nazione che nel nuovo gruppo assume una importanza sempre minore sia come sito produttivo sia per quanto riguarda le vendite. Per Ferrari il 2013 è stato un anno eccezionale, con oltre 7.000 unità vendute e ricavi che hanno rappresentato il 12 per cento degli utili registrati da Fiat.
Sono numeri importanti e nella quotazione in borsa si parla anche di tenere separata la Ferrari dal resto del gruppo FCA. Tre anni fa Marchionne aveva valutato in 5 miliardi di euro il valore complessivo della Ferrari, valore che coi risultati commerciali degli ultimi anni è destinato a crescere ancora. E’ insomma una battaglia di idee e linee politiche in cui lo sport gioca il ruolo della goccia che fa traboccare il vaso.
Quali scenari per il futuro?
Ma per gli appassionati c’è un grosso rischio all’orizzonte: la Ferrari è l’unica Casa al mondo ad aver partecipato a tutte le edizioni del mondiale F.1, tanto che percepisce come bonus un premio supplementare rispetto alle altre squadre. L’anno scorso gli introiti solo di diritti TV e premi sono stati di circa 120 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri 60 milioni di fatturato solo per il merchandising di magliette e cappellini, anche se in Italia i Ferrari Store sono in difficoltà e qualcuno è stato chiuso di recente.
Marchionne prende le redini della Ferrari, ma è chiaro che, per il tipo di lavoro e di tipologia (le corse), è probabile che presto passi di mano il ruolo. Si parla di Andrea Agnelli, attuale presidente della Juve, che ha già lavorato nell’ambito del team con Philip Morris, ma anche di Lapo Elkhan, che ci terrebbe o dello stesso fratello John. Interrogativi, dubbi e nomi che, per ora, non trovano conferme. Quello che è certo è che i tifosi, dopo Enzo Ferrari, hanno identificato in Montezemolo la Ferrari degli ultimi 20 anni e questa immagine non sarà facile scalfirla in futuro.