Mille Gran Premi F1, Da onorare meglio

Mille Gran Premi F1, Da onorare meglio
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Il nostro inviato al Mondiale F1 racconta il millesimo Gran Premio vissuto dal vivo, con qualche delusione rispetto al blasone e la grande storia
19 aprile 2019

Ho lasciato passare qualche giorno per riordinare le idee e chiedermi se ne valesse la pena. Andare a Shangai, per seguire il GP numero 1000 (che poi sarebbero 972 più altre gare conteggiate, ma va bene lo stesso) in quanto testimone di un evento unico, è stata una scelta ponderata. E voluta. Nella mia carriera ho assistito e raccontato la gara numero 500, Australia vittoria di Piquet. Ero in Argentina nel 1997 con la vittoria numero 600 di Villeneuve, poi in Brasile nel 2003 con la numero 700 di Fisichella (anche se a botta calda la diedero a Raikkonen per via di una bandiera rossa). Poi ero a Singapore quel giorno del 2008 e della vittoria numero 800 con Alonso (e le polemiche sul dopo GP anni dopo) ed ero in Bahrain il 6 aprile 2014 per la vittoria numero 900 di Hamilton, che domenica scorsa ha vinto anche in Cina il numero 1000.

Ovvero, su 10 occasioni storiche, quattro mancate perché troppo giovane (manco nato) ma le altre 6 le ho vissute. Ed è per questo che a Shangai mi sarei aspettato qualcosa di più, di unico come unica è la storia della F.1. Invece niente. Un poster celebrativo, distribuito da Pirelli e limitato nei numeri (salvo scoprire che gli inglesi di Sky TV ne avevano di scorta, fatti firmare e qualche esemplare lo trovate su Ebay a 117 euro...). Presenza ospiti imbarazzante.

Degli attuali campioni del mondo viventi, poco o nulla. Alain Prost perché impegnato con Renault, Hill per la tv inglese Vettel e Hamilton in pista, ma Button, Alonso, Piquet, Stewart, Villeneuve, tanto per citarne qualcuno vivo e vegeto, manco l'ombra. Solo una foto, non di tutti, su una impalcatura all'interno del circuito. E poi la foto ricordo coi piloti o ex presenti. Alzi la mano chi adesso si sente rappresentato da Montagny, Genè, Wurz, Chandock... roba da latte alle ginocchia. L'enorme numero 1000 che campeggiava nell'enorme paddock era un pugno negli occhi. Le tre monoposto schierate, non si capisce in base a che criterio, la Lotus del 69 di Clive Champan guidata da Damon Hill in ricordo del padre, i caschi (molti repliche e fatti anche male, compresi quelli di Schumacher) un motore TAG Porsche, qualche stampa decorativa. Una spilletta made in Cina rossa col numero1000, distribuita segretamente agli amici degli amici. Salvo poi scoprire che gli organizzatori ne hanno fatto fare un'altra, molto più bella e magnetica, che regalavano a pacchi in sala stampa a chi ne facesse richiesta.

Ecco, ricordando Bernie Ecclestone che aveva radunato i campioni del mondo viventi, rimesso insieme un parco auto da primato, celebrato con cena di gala e altro ancora, è venuto il magone. Liberty Media si sta impegnando al massimo per promuovere la categoria, ci sono uomini capaci, con esperienza, che collaborano. Gente che ha carisma e conoscenze, dalla comunicazione alla tecnica. Eppure a Shangai c'era la delusione di essere presente a un evento storico, un numero importante, riportato su programmi, celebrazioni, coppe e altro ancora, ma completamente vuoto di tutto. Vuoto di quella passione che anima la F.1, vuoto dei team manager che hanno scritto pagine di storia, di uomini che hanno dato tutto. Non sappiamo se ci sono state difficoltà economiche, problemi burocratici, intoppi di vario livello. Di sicuro quello che è stato offerto per celebrare i 1000 GP è stato insufficiente, triste e inadeguato.

Ho fatto di tutto per esserci, mi sono sobbarcato 15 ore e mezza di volo andare e altre a tornare, vissuto recluso in un albergo circondato da un villaggio fantasma, ho speso soldi per la trasferta ricavandone molto meno a livello professionale. Ma era il numero 1000, dopo il 500, 600, 700, 800 e 900 non volevo mancare. Di sicuro non sarò al 1100, per età e per altro ancora. Non avrò più occasione di celebrare dal vivo gli eroi che hanno scritto pagine di storia della F.1. E a vedere lo spettacolo di Shangai, se la tendenza rimane questa, lo farò senza rammarico. Senza delusione. Sbattersi per questa F.1 non ha senso e forse lo sanno anche gli organizzatori...

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