Marchionne vs Montezemolo. Chi è il Presidente della Ferrari

Marchionne vs Montezemolo. Chi è il Presidente della Ferrari
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Arrivato in Ferrari per volontà del Drake, Montezemolo ha compiuto una carriera lunga e proficue con molte luci e qualche ombra. L'ultima oggi a Monza | <i>P. Ciccarone, Monza</i>
7 settembre 2014

Monza – In principio fu Nerone, pseudonimo sotto cui si nascondeva Luca Cordero di Montezemolo quando calcava le piste al volante di una Fiat 500 all’epoca delle competizioni amatoriali. Rampollo di famiglia conosciuta, a quei tempi erano in tanti a usare un nome fittizio quando scendevano in pista, sia per tenere nascosta alla famiglia l’attività (pericolosa senza dubbio) sia per evitare eccessiva pubblicità in caso di inconvenienti.

La chiamata del Drake

Poi, estate del 1973, arrivò la chiamata improvvisa di Enzo Ferrari che, dopo averlo ascoltato in una intervista radio alla RAI, decise che con quel giovanotto avrebbe ricostruito la squadra dopo la grande crisi patita in quella stagione. In piena estate, nessuno in giro per le strade, a Fiorano c’era il silenzio interrotto dalle prove in pista della monoposto che doveva affrontare la stagione seguente.

Fu ripreso Clay Regazzoni che si portò dietro Niki Lauda. Nel 1974 il mondiale fu sfiorato, nel 1975 Lauda vinse e la Ferrari tornò mondiale dopo 11 anni di astinenza dal titolo. Dopo quella parentesi per Montezemolo ci furono altri incarichi, e non tutti coronati dal successo. Insomma, è una carriera al top con qualche flop, e non potrebbe essere altrimenti visto che nella vita si vince e si perde. Di lui si ricordano gli incarichi per Italia 90, i mondiale di calcio, ma anche la Juventus e la Martini.

Dallo sport alla Presidenza

Poi, in anni recenti, poltrone Frau e l’avventura nei treni veloci con Italo, ma la vera svolta arrivò nuovamente alla Ferrari. Da direttore sportivo nel 1974 e 75, a Presidente a partire dall’autunno del 1992. Da quel momento in poi a Montezemolo toccò ricostruire una Ferrari il cui ultimo titolo mondiale fu ottenuto nel 1979 con Jody Scheckter.

La vera svolta arrivò nuovamente alla Ferrari. Da direttore sportivo nel 1974 e 75, a Presidente a partire dall’autunno del 1992. Da quel momento in poi a Montezemolo toccò ricostruire una Ferrari il cui ultimo titolo mondiale fu ottenuto nel 1979



Furono anni difficili, disastri e zero vittorie, fino a quando, un poco alla volta, Montezemolo costruì la squadra più forte di tutti i tempi, con l’arrivo di Todt, Schumacher, Brawn, Byrne. Occorsero cinque stagioni, dal 96 al 2000, prima di vincere un mondiale che mancava alla Ferrari da 21 anni. Fino al 2008 è stata una storia di successi a ripetizione: sei titoli mondiali piloti, cinque con Schumacher e uno con Raikkonen, otto titoli mondiali costruttori per un totale di 14 ai

quali si aggiungono i due del 1975 con Lauda.

Dal punto di vista industriale la Ferrari dell’epoca Montezemolo ha ottenuto il record di produzione, di ricavi e fatturato, ha allargato gli orizzonti aprendo in nuovi mercati mondiali. Grandi numeri, grandi amarezze. E una storia che lo ha visto sfiorare il mondo della politica, al fianco di Monti con Scelta Civica, le difficoltà di aprire una concorrenza privata alle ferrovie statali. E ora il dubbio sul futuro, con l’Alitalia che ricorre nelle voci di corridoio in qualità di Presidente.

Ma conoscendolo bene, per quanti altri incarichi possa ricoprire, al timone della Ferrari, con le domenica nere in cui distruggeva la televisione per la rabbia, resterà sempre e solo l’unico incarico che vale una vita.

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