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Felipe Massa e il mondiale che non c’è: la vicenda sale di tono e riporta ai fatti di quel settembre 2008 a Singapore, gara in cui Alonso vinse il GP grazie a un incidente causato dall’allora compagno di team, Nelson Piquet jr. In quella gara Hamilton prese i punti sufficienti per superare Massa nella classifica generale, mentre il brasiliano si fermò per il famoso incidente del bocchettone ai box della Ferrari. Annullare quella gara significherebbe dare a Massa il titolo mondiale 2008.
Ma qualcosa non torna, anche perché, nel ricostruire la vicenda, qualche punto oscuro si presenta. E qualcosa d’altro non torna. Cominciamo subito col ricordare che Massa, in quel 2008, era gestito da Nicholas Todt, il figlio di Jean che diventò presidente della FIA il 23 ottobre del 2009 e ci è rimasto fino al 17 dicembre del 2021. Ovvero oltre 12 anni di presidenza, con il figlio manager del pilota brasiliano e a nessuno che venga in mente di tornare a quel GP del 2008…La vicenda venne a galla il 30 agosto del 2009, quando la TV brasiliana, Rede Globo, riportò una dichiarazione dell’entourage Piquet che svelava il presunto incidente per favorire la vittoria di Alonso. Il 21 settembre 2009 la FIA decide di aprire una inchiesta, presidente Max Mosley, mentre il 16 settembre Briatore e Symmonds, team principal e direttore tecnico Renault, si erano dimessi dal team.
Quindi, quando Todt diventa presidente della FIA si ritrova fra le mani la conclusione delle indagini, tanto che in una prima sentenza ci fu la radiazione di Briatore e Symmonds dalla FIA per illecito sportivo. Radiazione rientrata con una sentenza del 5 gennaio 2010 del tribunale di Parigi che ha riabilitato, in base ai documenti presentati, sia Briatore sia Symmonds, anzi a Briatore fu pure assegnato un risarcimento di 15 mila euro per violazione dei suoi diritti. Nel dicembre 2008 la FIA procedette con la premiazione ufficiale del campionato, assegnato a Lewis Hamilton. E fin qui la vicenda sembrava chiusa.
Ci ha pensato una intervista di Ecclestone dello scorso 23 marzo a riaprire quella gara: “Abbiamo taciuto nell’interesse dello sport e credibilità della F.1 perché sarebbe stato il più grosso scandalo della categoria”. Cosa abbia taciuto, non si sa visto che già il 21 settembre 2009 ci fu un tribunale che seguì la vicenda, e quindi quale sarebbe la novità emersa? “Le dichiarazioni di Ecclestone mi danno ragione” tuona Felipe Massa. Vero, ma era stato lo stesso nel 2009 e all’epoca nessuno fece una azione legale contro la FIA e quindi perché farla oggi? E’ possibile riaprire un caso, già definito dal punto di vista sportivo nel 2009 e modificare la sentenza attuale? Nel calcio, in Italia, è successo con la Juventus, a livello internazionale non si hanno notizie del genere. Oggi Todt non c’è più al timone della FIA ma Ben Sulayem, il suo successore insediatosi il 17 dicembre 2021. Inoltre Stefano Domenicali, all’epoca responsabile della GES Ferrari, oggi siede sulla poltrona del numero 1 di Liberty Media, ovvero la società che gestisce il campionato e la Ferrari attuale non è più quella dell’epoca. E anche se Massa chiede a Maranello di schierarsi, non si vede la ragione per farlo visto che in tasca a Maranello non verrebbe niente di più, e che dopo 15 anni è probabile che ci sia una prescrizione. I legali dello staff di Massa si dicono fiduciosi, ma le dichiarazioni di Ecclestone, fatte a marzo e poi smentite di recente, non hanno aggiunto nulla di nuovo a quanto già si sapeva nel 2009 con inchiesta, sentenze e condanne emesse in merito alla vicenda.
Perché Massa non ha agito a botta calda, ancora da pilota Ferrari e con in più il patrocinio di Jean Todt, padre del suo manager e si aspetta oggi un quadro completamente diverso? Non dimentichiamo che le dichiarazioni di Piquet jr e del padre (cacciato dal mondo F.1 per le dichiarazioni razziste contro Hamilton) furono la conseguenza dell’appiedamento del pilota da parte di Briatore: “In F.1 non conta il nome che porti, devi avere le prestazioni e lui non le aveva” tagliò corto il manager Renault. Quindi, lo spirito di vendetta da parte del pilota brasiliano e del padre, che aveva corso con Benetton gestita proprio da Briatore agli inizi anni 90, il ritardo nella reazione di Massa nel chiedere giustizia quando i fatti furono già accertati dalla FIA 14 anni fa e non ci fu nessuna reazione. Una brutta faccenda che vede coinvolto l’attuale presidente FIA e la sua gestione, forse questo il vero obiettivo di tutta la storia…