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Pistola o sciabola, una volta avevi la scelta delle armi quando sfidavi qualcuno a duello. Poi i tempi sono cambiati e dalle armi si è passati alla carena o alla fiancata. O meglio ancora, allo sportello. Perché dire sportellata, nel mondo dei motori, è sinonimo di duello rusticano, di lotta ravvicinata e con tratti vendicativi.
Al di là di quanto messo in scena da Rossi e Marquez, ultimo esempio di una lunga catena che avrà ancora altri anelli nei prossimi duelli, il mondo delle corse è ricco di aneddoti e situazioni al limite. Restano nel tema delle quattro ruote e senza voler nulla togliere ai duelli di Rossi negli ultimi anni, da Biaggi a Gibernau, da Stoner a Lorenzo e Marquez, chi ha la memoria corta avrà dimenticato episodi dubbi che fecero polemica.
All’epoca, partiamo dal 1964, non c’era il web e l’unico parere era quello della stampa. Che spesso non aveva nemmeno le immagini della TV a dare manforte ma doveva “fidarsi” delle parole dei protagonisti (se sopravvivevano) o erano fortunati testimoni oculari.
Al GP del Messico del 1964 Surtees con la Ferrari si sta giocando il mondiale contro Hill (Graham, il padre di Damon) e Clark. Surtees parte male, Hill è davanti con Bandini in scia. Ebbene, il pilota della Ferrari tampona l’inglese e lo manda per prati con uno scarico rotto, Clark potrebbe vincere il titolo ma rompe il motore proprio nelle ultime fasi, Bandini è secondo Surtees è terzo e per vincere dovrebbe superare il compagno di squadra, che all’ultimo giro entra ai box e fa vincere il mondiale a Surtees. Era il 25 ottobre del 1964, 51 anni fa, come dire che la storia si ripete, anche nelle date…
E venendo ai tempi moderni, tutti ricordano i duelli Senna e Prost. In Giappone nell’89 il francese tirò una bella trappola ad Ayrton che, alla staccata della chicane, mise le ruote della McLaren all’interno della gemella di Prost, Alain chiuse la traiettoria e le due macchine incastrate rimasero ferme lì, con Senna che tornò in pista, si fece aiutare dai commissari e venne poi squalificato.
Dodici mesi dopo il brasiliano, sette secondi dopo il via, quando vide davanti a sé la Ferrari di Prost, che aveva cambiato squadra nel frattempo, non ci pensò due volte a tamponarlo finendo entrambi fuori pista. Fu una manovra dura, scorretta e una chiara vendetta. Se Prost agì con il cervello, Senna lo fece col cuore in maniera evidente.
Il duello tra Prost e Senna a Suzuka nel 1989 - il video:
Da non dimenticare che l’anno prima anche Mansell ci mise del suo, in un GP del Portogallo quando, da squalificato per un errore al pit stop, tirò una staccata micidiale a Senna spedendolo fuori. E i due si erano già toccati in altre occasioni, tipo in Belgio qualche anno prima con conseguente testacoda di entrambi e restando con Senna, mitico uno scontro con Alboreto. Il brasiliano era stato duro nei confronti del milanese e Michele, a un GP d’Austria, quando si trovò vicino Ayrton gli fece passare uno dei momenti più brutti della vita con una manovra da criminale.
Ma all’epoca le dispute le risolvevano così: se sei corretto, lo sono anche io. Se fai lo sporco io lo faccio peggio con te. Era una legge non scritta che è rimasta impressa nella mente di tutti i piloti (Rossi oggi ne è un altro esempio) che ha fatto la storia delle corse.
Per arrivare a tempi più recenti, dimenticato il botto Schumacher Hill in Australia nel 94? E quello fra Schumacher e Villeneuve a Jerez nel 97, con chiara scorrettezza di Michael, che perse tutti i punti e il mondiale, per aver stretto Villeneuve alla Dry Sac? Anche in quella gara ci furono episodi al limite.
Durante le prove Villeneuve scese furioso dalla sua Williams e andò nel box della Ferrari aggredendo verbalmente Irvine, reo di averlo ostacolato in prova. Quando avvicinai Jacques chiedendo cosa fosse successo perché in TV non si era visto, il canadese risposte sereno: “Non è successo nulla, ma facendo casino davanti a tutti ho mandato un messaggio ai commissari di tenere d’occhio Eddie nel caso facesse qualche giochino strano…”.
Schumacher vs. Villeneuve a Jerez nel 1997 - il video:
Un po’ come ha fatto Rossi alla vigilia del GP Malesia esternando pubblicamente il suo pensiero. Insomma, son campioni in pista ma sanno anche come gestire la comunicazione creando situazioni ad arte per poterle sfruttare. E che Villeneuve ce l’avesse con Schumacher fu evidente qualche tempo dopo, quando con la Williams diede una grossa mano ad Hakkinen con la McLaren, tanto che da quell’episodio nacque la norma che vietava i giochi di squadra (non fra compagni di team, ma di squadre avversarie) per limitare i danni e non falsare i risultati.
Ma all’epoca le dispute le risolvevano così: se sei corretto, lo sono anche io. Se fai lo sporco io lo faccio peggio con te. Era una legge non scritta che è rimasta impressa nella mente di tutti i piloti
Speranza vana: in pista c’è quello che ti sta simpatico e quello no, quello che aiuti restando in traiettoria alzando il piede e quello che se vuole vincere deve passarmi sopra. Al punto che anche fra compagni di squadra, anche con contratti che obbligano a fare l’interesse del team, quando c’è l’occasione gli sgarbi non mancano.
Silverstone 1999, Irvine che tira la staccata a Schumacher alla Stowe, e questo che per cedimento dell’impianto freni (un meccanico non aveva serrato bene un bullone di spurgo) finì contro le barriere rompendosi una gamba. In Australia, inizio stagione, Irvine vincitore tornò ai box e vide i musi lunghi del team che pure avrebbe dovuto festeggiarlo: “Il mondiale? Forse lo vinco solo se Schumacher si rompe una gamba” disse scherzando. Tre mesi dopo il tedesco si ruppe la gamba, e Irvine sfiorò il titolo per un soffio, ma questa è un’altra storia…