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Poteva accontentarsi, considerando che ad un certo punto era molto più facile volare fuori pista piuttosto che restarci dentro, ma lui nella vita non è mai accontentato. Al massimo ha imparato a gestire: così, dopo un piccolo “lungo” al primo giro, Hamilton è rimasto in attesa. Che la pista migliorasse e che i suoi avversari avessero un calo. Nel frattempo ha gestito le gomme come nessun altro, e quando c’è stata una possibilità l’inglese come al solito ha dato tutto, portando a casa una delle vittorie più belle della sua carriera, nonché il 7° meritatissimo titolo mondiale. Voto 10 e lode, campionissimo.
Alle sue spalle, considerando la differenza di macchina, team e… censo, voto 10 a Perez, che non ha sbagliato proprio niente dimostrando ancora una volta tutto il suo talento e la sua solidità. Il messicano è ancora senza volante per il 2021, per la cronaca. Qualcuno faccia qualcosa. E voto 10 a Vettel, che in Turchia si è risvegliato campione dopo tante gare orrende: nella sua bellissima partenza è stato fortunato a partire dal lato giusto e che davanti si sono toccati, ma il tedesco è stato abile a tenere la linea giusta. Da lì in poi ha domato un brutto cliente come Verstappen, ha tenuto dietro finché ha potuto Hamilton, ha corso quasi sempre con tanto ritmo, gestendo allo stesso tempo le gomme. Mentre quasi tutti si giravano, il tedesco non ha commesso nemmeno un piccolo errore, lui che ad un certo punto pareva condannato alle piroette in pista. Il “lungo” finale di Leclerc gli ha spalancato la porta sul podio e per l’uomo Vettel siamo davvero felici dell’errore del monegasco, perché il tedesco si meritava un ultimo podio in rosso in questa stagione da incubo.
E poi c’è Leclerc, che partiva dalla parte sbagliata e infatti al via è scattato come una Fiat 600: anche il monegasco dopo i primissimi giri di attesa ha iniziato a tirare fortissimo e non ha più smesso, era 2° quando ha buttato via il podio all’ultima vera frenata, però per la classifica ha poca importanza e stavolta quel podio serviva di più a Vettel, quindi va anche bene così. I punti sono andati persi, ma rimane l’ennesima dimostrazione di talento infinito. Voto 9, fenomeno.
Dietro ai ferraristi… il prossimo ferrarista Sainz, e questa è un’altra bella notizia per Maranello, perché in una gara difficilissima lo spagnolo ha dato l’ennesima dimostrazione di piede e testa, anche lui non sbagliando niente e rinvenendo quando serviva davvero, ovvero nel finale. Voto 8,5, ennesima prova di forza. Alla fine Verstappen ha chiuso 6°, eppure poteva e doveva vincere. Ma probabilmente, dopo avere mancato la pole, l’olandese è stato vittima della sua stessa ambizione, guidando sempre oltre il limite su una pista dove non c’erano assolutamente le condizioni per prendersi certe libertà. Un errore è capitato quasi a tutti, ma Verstappen ne ha commessi fin troppi, compreso il testacoda ad altissima velocita frutto di un tentativo di sorpasso insensato per come è stato costruito. E allora voto 5, meglio rifletterci un po’ sopra per il futuro.
Più difficile da giudicare la gara di Albon, che ha corso bene, a tratti benissimo, ma anche lui è stato troppo falloso: vista la giornata storta del suo “capitato”, poteva essere la sua grande occasione invece Albon ancora una volta ha sciupato tutto, con una macchina per vincere. E allora voto 5 pure a lui, anche se vorremmo continuare a vederlo in F1. A punti anche Norris, però anche stavolta l’inglese è stato nettamente sopravanzato da Sainz e in generale, in una domenica che ha esaltato il talento dei piloti, è rimasto stranamente nell’ombra. Voto 6,5, può fare di più.
Solo 9° Stroll, lui che ha condotto per circa metà gara senza mai un errore, dopo essere partito dalla pole position: cosa gli è successo? L’ultimo cambio gomme lo ha azzoppato in modo inspiegabile. “Graining” ha urlato alla radio il canadese un paio di giri dopo la sosta, però anche così un tale crollo è difficile da spiegare. Forse, semplicemente, non è più riuscito a ritrovare il ritmo. Peccato perché certe occasioni non si sa quando ricapitano nella vita. Resta però la bellissima pole e la prima parte di gara ineccepibile, per uno su cui il giudizio complessivo rimane molto controverso. E allora ci sentiamo generosi: voto 8 di consolazione.
Chiude la zona punti Ricciardo e questo è un altro mistero: ma come, in una domenica fatta per esaltare il talento, l’australiano finisce a metà classifica? Qualcosa è andato storto sulla sua Renault, o forse semplicemente era lui ad essere un po’ storto stavolta. Capita anche ai migliori, nel dubbio peccato. Voto 6, occasione mancata. Fuori dai punti, voto 3 a Bottas, perché il contatto al via non è la giustificazione per una gara conclusa orrendamente 14°, con la stessa auto con cui il suo compagno è andato a vincere, doppiandolo. Nel mezzo, il finlandese ha compiuto una quantità imbarazzante di errori, lui che pure sul bagnato ha sempre corso bene. Forse l’assetto non era dei migliori, forse semplicemente è andato (ancora una volta) un po’ in tilt. Però se questo inverno leggete un’altra sua intervista in cui spiega di aver capito come battere Hamilton, beh siete autorizzati a passare oltre…
E voto 4 a Russell, perché certe domeniche sono fatte per gli outsider di talento, ma ancora una volta l’inglese è sparito dai radar, facendosi notare solo per essere andato addosso alle barriere di ingresso della pit line prima del via. Un altro crash al limite del surreale dopo quello di Imola. La sensazione è che la permanenza in Williams rischi di rovinare anche mentalmente un bel talento.