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A volte anche la dea bendata sbircia un po’ e fa la cosa giusta. Perez è da anni uno dei piloti più forti in circolazione, ha perso il treno dei top team solo perché all’epoca della McLaren la sua capacità di fare squadra non era esattamente tra le sue qualità migliori. Ma sono passati anni. Nel frattempo è maturato, è diventato un maestro nella gestione di gara senza perdere la sua proverbiale velocità sul giro secco. E il prossimo anno rischia di restare sul divano. E allora voto 10 e lode al messicano per la sua prima vittoria in F1, arrivata tardi, tardissimo, come certi goal al 91’ quando ormai nessuno ci sperava e che proprio per questo più emozionano il doppio.
E fuor di retorica, attenzione perché è vero che la vittoria gli è stata regalata dal box Mercedes, ma in Bahrain il messicano ha compiuto una vera impresa, rimontando dall’ultimo posto - dove era precipitato dopo il contatto al primo giro - fino al podio solo grazie alla sua velocità e grinta. Una fortuna meritatissima, dunque. Secondo a sorpresa di tutti, anche sua, Ocon: il francese dopo un inizio di stagione difficile nelle ultime gare è apparso in crescita e questo podio è il giusto premio per i suoi progressi, al termine di una gara sempre condotta davanti al compagno di squadra. Anche questo un bel risultato, voto 8,5. Terzo Stroll, che ancora una volta ha corso bene, senza errori, ma in fondo questo è il minimo che possiamo attenderci da un pilota con la sua esperienza: piuttosto fa pensare il mondo in cui Perez ha recuperato su di lui dopo il primo giro e lo ha passato, per poi involarsi mentre il canadese è rimasto sempre più o meno piantato dov’era dall’inizio della gara.
Certo il podio è sempre un bel risultato, ma ancora una volta Perez lo ridimensiona. Voto 7, a podio ma senza entusiasmare. Ha cercato fino all’ultimo il podio anche Sainz, autore di una prima parte di gara ancora una volta all’attacco, ma nelle fasi finali non era abbastanza veloce in rettilineo per prendere la Racing Point di Stroll: resta comunque l’ennesima prova di testa e piede. Voto 8. Top driver. Si può parlare di Ricciardo come di un protagonista mancato? Detta così parrebbe un po’ ingeneroso, anche perché l’australiano ha comunque portato a casa un buon 5° posto, ma è vero che ha corso per buona parte di gara alle spalle del compagno di quadra e stavolta non è riuscito a cogliere le opportunità offerte da una gara per certi versi un po’ “pazza”. Voto 7, sarà per la prossima volta.
Sarà per la prossima volta potrebbe essere anche il motto di Albon quest’anno: con Verstappen fuori scena al primo giro toccava a lui tenere alto l’onore della Red Bull e portare a casa punti pesanti, ma ancora una volta il thailandese ha deluso. Certo, il ritmo c’era, il problema era la velocità in rettilineo e se parti 12° poi fai fatica a recuperare… lo stesso discorso dall’inizio dell’anno. E proprio questo è il problema. Voto 5. Ha fatto invece una delle sue migliori gare di quest’anno Kvyat, sempre davanti a Gasly e in lotta per le prime posizioni: anche il russo rischia seriamente di restare fuori dalla F1 il prossimo anno ed è un peccato, anche se la continuità di rendimento rimane un problema. Per cominciare potrebbe correre così anche la prossima gara, intanto voto 8.
E poi c’è Bottas, poverino, ottavo e gli è andata pure bene, perché comunque a Russell è andata anche peggio. Quel che c’era da vedere però lo hanno visto tutti: il finlandese è stato semplicemente surclassato dall’inglese. Ha già un contratto in tasca per il prossimo ano, ma solo perché va abbastanza piano da non piantare casini dentro il team. E ormai lo ha capito anche lui. Voto 5, buon secondo. Restando in casa Mercedes, Russell almeno a punti ci è andato, finalmente, ma davvero è una magra consolazione. Se non altro ha finalmente risposto alla domanda che tutti si stanno ponendo ormai da due anni: cosa sarebbe in grado di fare davvero con una monoposto competitiva? Ieri l’inglese lo ha urlato al mondo, guidando da campione una vettura su cui non era mai salito, in un abitacolo adattato alla meno peggio alle sue misure. Al sabato la pole mancata per un soffio, poi la domenica uno scatto perfetto e la capacità di allungare su Bottas gestendo allo stesso tempo macchina e gomme. Un talento vero, che sarà uno strazio rivedere su una monoposto di bassa classifica anche il prossimo anno. Intanto ad Abu Dhabi, dove dovrebbe correre ancora con la Mercedes, faremo tutti il tifo per lui.
Chiude la zona punti Norris, con un’altra gara un po’ sottotono, soprattutto rispetto alla prova maiuscola di Sainz. Forse semplicemente non gli piace proprio la pista del Bahrain e chiudiamola qui. Voto 6.
Fuori dai punti, voto 4 a Vettel, inguardabile il sabato così come la domenica. Va bene che l’auto è quel che è, ma ancora una volta lui non fa niente per raddrizzare un po’ la situazione. E voto 5 a Leclerc, nuovamente troppo aggressivo nella fase di partenza: era successo anche domenica scorsa e gli era andata bene, stavolta è andata male. Ormai ha l’esperienza per sapere che certi azzardi il più delle volte portano solo incidenti, ma è anche vero che con questa Ferrari non si può pensare di guadagnare posizioni durante la gara, quindi tanta irruenza un po’ è giustificata anche razionalmente, secondo noi.
E resta comunque l’impresa del sabato. Piuttosto, voto 7 a Giovinazzi, fuori dai punti ma sempre davanti a Raikkonen e soprattutto autore di una bellissima qualifica. Merita un’auto più competitiva. Un po’ a sorpresa, voto 7 ad Aitken. Alzi la mano chi seguiva la sua carriera fino alla settimana scorsa… appunto: invece ha subito girato sui tempi di Latifi (non una bella cosa per il canadese…) e anche in gara si è comportato bene, fino al testacoda nel finale. Rimane comunque una prestazione al di sopra delle aspettative.
E voto 6 di incoraggiamento anche a Fittipaldi, sempre in coda al gruppo ma senza commettere errori grossolani. Difficile chiedergli di più. Voto 4 invece al box Mercedes, non tanto per l’errore in sé, quanto per la filosofia che c’è dietro: un doppio pit stop ravvicinatissimo quando non era assolutamente necessario rischiare, solo per dimostrare al mondo ancora una volta la propria perfezione e che non fanno favoritismi tra i piloti. Ma la pista aveva già emesso il suo verdetto ed erano i più veloci in pista. Bastava gestire. Invece chi troppo vuole… Però ci hanno regalato la vittoria di Perez e un po’ a sorpresa hanno dimostrato di essere anche loro umani: due buone ragioni per non infierire troppo… state buoni sui social!
Infine, andiamo controcorrente e diamo voto 9 a questa inedita configurazione del Bahrain, che ricorda tanto certe piste della Indycar - soprattutto di qualche anno fa - con quattro curve in croce ma non per questo meno spettacolari (pensiamo a Cleveland, dove Zanardi compì una delle sue imprese più belle). Anzi proprio la semplicità aiuta a contenere i distacchi e spinge i piloti a sfruttare anche l’ultimo centimetro disponibile per fare la differenza. Anche perché i punti di sorpasso erano almeno tre, ma più di qualcuno ha tentato (riuscendoci) l’azzardo anche nello “snake”, molto più tecnico e impegnativo di certe curve disegnate con il compasso. Insomma, a chi scrive è piaciuta, forse perfino più dell’originale. E guardate che paesaggio a parte i grandi circuiti della storia erano molto più simili a questa pista che non ai Tilkodromi di oggi, con decine di curve di ogni gradazione. E nessuno si è mai sognato di dire ad un Clark che correva in un parcheggio….