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Fateci caso, ma lui che è un attaccante nato e che sull’acqua si trova più a suo agio dei pesci, quando sono cadute le prime gocce di pioggia ha alzato il piede. Braccino? Diremmo proprio di no, considerando cosa è successo subito dopo: semplicemente Hamilton ha dimostrato di essere un campione completo, capace di demolire in velocità l’avversario, ma anche di ponderare il rischio, consapevole della propria superiorità. Su una pista dove Bottas pareva particolarmente a suo agio, il campionissimo inglese ha letteralmente demolito l’(unico) avversario, urlando al mondo tutto il suo potenziale a suon di giri veloci nel finale. Nessuno ha vinto più gare di lui, e non è solo merito della Mercedes, semmai qualcuno avesse ancora qualche dubbio… Voto 10, campionissimo.
Ancora una volta secondo Bottas, che fa fare bottino pieno alla Mercedes ma per il resto esce più ammaccato del solito da una gara che a tratti ha dato l’impressione di poter vincere. E invece anche stavolta il finlandese ha dovuto accontentarsi. Voto 7,5, eterno secondo.
Un altro a cui il podio va stretto è sicuramente Verstappen, che ormai corre in un campionato tutto suo, troppo lontano sia da chi lo precede che da chi lo insegue. Una gran noia per lui, e anche per tutti noi. Voto 8 comunque, perché non è colpa sua e perché a vedere Albon viene il dubbio che questa Red Bull non sia poi così competitiva come sembrerebbe, se non fosse per lui.
Un altro che sta spremendo tutto il possibile dalla sua monoposto, ma proprio tutto, è Leclerc, solo che sul fatto che la Ferrari di quest’anno sia un ronzino più che un cavallino rampante non ci sono proprio dubbi. In Portogallo è arrivato qualche pezzo nuovo e l’auto è leggermente migliorata: tanto (poco) è bastato a Leclerc per agguantare la seconda fila e condurre una gara all’attacco come da troppo tempo non gli vedevamo fare. Voto 9, capitano vero.
Un altro che ha attaccato per tutta la gara è Gasly, tra l’altro a parità di pneumatici con molti degli avversarsi che andava a raggiungere e superare. Sembrava che guidasse una Red Bull piuttosto che una AlphaTauri: di sicuro ne aveva bevute più di una prima del via, di sicuro ne meriterebbe una l’anno prossimo. Voto 10, perché cos’altro deve fare ancora il francese?
Solo 6° Sainz, e per uno che è stato pure in testa alla gara il piazzamento potrebbe sembrare poca cosa, ma lo spagnolo in Portogallo ha dato davvero un saggio della sua bravura, non solo per l’inizio di gara addirittura in testa sfruttando le gomme morbide che andavano prima in temperatura, ma anche per come ha costantemente sovrastato un cliente difficile come Norris. Voto 8,5, bella conferma.
Da ultimo a 7°, e sarebbe potuta andare anche meglio se nel finale il team non gli avesse montato le gomme morbide che si era capito dal venerdì che su questa pista proprio non vanno: Perez continua a essere il disoccupato più veloce del mondo e in Portogallo ha dato un altro saggio del proprio talento per come ha saputo risalire dal fondo dopo un contatto - senza colpe vere di nessuno - con Verstappen. Voto 8,5: per cortesia, qualcuno gli trovi una F1!
Gran bel 8° posto per Ocon, ottenuto soprattutto di strategia e gestione con un pit stop ritardatissimo: il piazzamento in sé non è gran cosa, ma per una volta il francese è finito davanti a Ricciardo e ha corso da protagonista, dopo una serie di gare a dir poco opache. Voto 7,5: ora però serve continuità.
A proposito, il gran 3° posto conquistato in Germania è già un lontano ricordo per l’australiano, meno brillante del solito su una pista che evidentemente la sua Renault non gradiva particolarmente: nel dubbio voto 6,5, aspettando occasioni migliori.
Alla fine un punticino, l’ultimo disponibile, Vettel l’ha preso: una conferma anche questa del leggero miglioramento della Ferrari, ma per il tedesco rimane notte fonda, con una qualifica orrenda e una gara passata a combattere con monoposto sulla carta inferiori alla sua. Con grande onestà ha ammesso che Leclerc sta guidando su un altro livello, però questo gli rende onore come uomo, ma come pilota continua ad accumulare brutte figure. Voto 4, sperando per tutti che il campionato finisca presto.
La più grande ingiustizia vista in Portogallo è però l’11° posto di Raikkonen, autore di un primo giro magistrale per come ha saputo trovare i varchi giusti e superare avversari che sulla pista umida sembravano fermi. Lui che pure in condizioni di scarsa aderenza non è mai stato un fenomeno. E poi la caparbietà con cui ha cercato di resistere, con la pista ormai asciutta, al ritorno di avversari assai meglio equipaggiati di lui. Per essere uno al quale ogni anno chiedono se pensa di andare in pensione, una straordinaria dimostrazione di talento e soprattutto di voglia di continuare a esserci. Meritatamente. Voto 9, infinito.
Un altro che non ha raccolto punti, ma applausi tanti è Russell, autore di una gran qualifica e di una gara più che dignitosa: il suo futuro radioso ora sembra improvvisamente a rischio, speriamo siano solo nubi passeggere. Nel frattempo voto 7,5. A parte il finlandese e l’inglese, però, fuori dai punti c’è ben poco da sorridere, e non solo per la classifica rimasta ferma.
A pesare sono soprattutto i confronti diretti con i compagni di squadra. E allora, voto 4 ad Albon, al quale abbiamo concesso tutte le attenuanti generiche, ma il rendimento si fa imbarazzante rispetto non solo a Verstappen, ma anche a piloti con monoposto certamente meno valide, come - facciamo un esempio a caso - Gasly… Smarrito.
Abbastanza disastrosa è stata anche la prova di Stroll, cronicamente in difficoltà a restare dentro la pista (infatti a furia di uscire dai limiti si è beccato una penalità) e autore di una chiusura suicida su Norris. Voto 3, chissà che papà prima o poi non faccia una botta di conti su cosa gli costerà in mancati punti (che significano anche mancati introiti) aver preferito mandare via Perez anziché il figlioccio…
Non ha dato altrettanto spettacolo, almeno quello, Kvyat: il problema è che non ha dato niente proprio, con una gara nell’anonimato più totale mentre il suo compagno di squadra esaltava. Per il russo continua il momento difficile. Voto 5, peccato.
Ma in affanno stavolta ci è parso anche Giovinazzi, autore di una gara ben più modesta rispetto al vecchietto che ha come compagno di squadra: purtroppo l’italiano dentro il team parte svantaggiato senza motivo, ma certe gare non aiutano la sua causa… voto 5, urge una prova d’orgoglio.
Voto 8 invece alla pista dell’Algarve, che ha confermato in pieno le attese proponendo un tracciato suggestivo e ricco di saliscendi. L’unico difetto, che non è da poco comunque, è stata l’impossibilità di fatto di superare in punti diversi dal rettilineo, e solo grazie al DRS. Sicuramente però abbiamo visto piste peggiori, soprattutto negli ultimi anni. In ogni caso, vista la monotonia dei risultati, è stato bello almeno cambiare scenario per una volta.