Le pagelle del GP Imola F1 2020: lode a Mercedes 3 a Force India

Le pagelle del GP Imola F1 2020: lode a Mercedes 3 a Force India
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I voti ai protagonisti dell'ultimo GP F1 corso ieri: 10 con lode alla Mercedes e 3 alla Force India. Male anche la SC virtuale
2 novembre 2020

In uno dei santuari del popolo ferrarista la Mercedes porta a casa il 7° titolo mondiale costruttori consecutivo, record assoluto, ma almeno per una volta mettiamo da parte il tifo e rendiamo merito alle abilità di un gruppo di lavoro straordinario, non solo per la tecnologia messa in campo, ma anche per la capacità di confermarsi al vertice pur con importanti cambiamenti interni. Anche perché se nessuno è riuscito anche solo ad avvicinarli in tutti questi anni, la colpa non è certo del team anglo-tedesco…. E allora voto 10 e lode alla Mercedes, che salvo cataclismi dovrebbe conquistare anche gli allori del prossimo anno (è bello saperlo già, vero? Grande idea il congelamento delle vetture…) fissando un record destinato a rimanere imbattuto per chissà quando tempo.

L’uomo dei record, invece, è sempre più Hamilton: anche quando la pole gli sfugge e parte così così, trovandosi 3° su una pista dove sorpassare è molto difficile, l’inglese non si accontenta, salvaguarda le gomme e porta l’attacco non appena ha pista libera. E nel finale fugge a suon di giri veloci, abbassando ulteriormente il record all’ultimo passaggio, ennesimo grido di superiorità al mondo intero. Ennesima vittoria, ennesimo voto 10 per la caparbietà con cui l’ha inseguita.

Per Bottas invece un altro 2° posto che, guidando la Mercedes, in fondo è il minimo sindacale. E sarebbe pure finito 3° senza l’incidente di Verstappen: certo, il finlandese aveva l’auto danneggiata, certo la strategia non l’hai aiutato, però ancora una volta in gara Bottas non regge il confronto con Hamilton. Così, la sorpresa più bella della giornata finisce per essere il podio di Ricciardo, a conferma di un talento purissimo e di un team in crescita, anche se a guardare la gara di Ocon (ha corso? Voto 5), finché è durata, viene da pensare che molto sia merito dell’australiano. Riuscirà Alonso a rientrare ed esprimersi ad un livello analogo? Intanto voto 10 a Ricciardo, generoso e opportunista insieme.

Tutti a parlare di Gasly (giustamente, come vedremo), ma anche Kvyat stavolta ha dato un bel segnale, perché il 4° posto con l’AlphaTauri è sempre tanta roba… Su una pista ostica il russo ha corso con grande intelligenza, soprattutto di ritmo nella prima fase di gara, ma nel finale ha tirato fuori gli artigli con due sorpassi strepitosi su Albon e Leclerc.

Voto 9, con tanti saluti alla Red Bull, dove non sanno chi mettere in macchina, eppure hanno scartato due talenti che con un po’ più di serenità avrebbero meritato entrambi di restare titolari. “Solo” 5° Leclerc, che sia chiaro con la Ferrari di quest’anno è un buon risultato, ma dal Predestinato irrazionalmente ci si aspetta sempre qualche miracolo. Stavolta non è arrivato, ma va bene lo stesso. Voto 7, aspettando tempi migliori.

Chi aspetta e spera (in un sedile) è Perez, che almeno dopo Imola può consolarsi pensando che non dovrà più correre per un team che butta l’ennesimo piazzamento a podio facendolo fermare per il cambio gomme quando era 3° e avrebbe tranquillamente potuto concludere così. Errore madornale o desiderio di non far brillare troppo il pilota appena scaricato? Nel dubbio voto 9 a Perez per l’ennesima impresa che stava costruendo e voto 3 alla Force India per le strategie ai box e di mercato.

Buon 7° posto per Sainz, con la soddisfazione di avere sopravanzato in pista il compagno Norris, anche se stavolta la McLaren non era così competitiva come in altre piste. Voto 7, ennesima conferma. E poi c’è Norris, un altro dal quale ci si aspetta sempre qualcosa di speciale, un po’ per come aveva iniziato il campionato, un po’ per il personaggio che è e l’affetto che sa calamitare su di è: l’8° posto sa un po’ di brodino, anche se valgono anche per lui naturalmente le considerazioni appena fatte sulla competitività del mezzo. Voto 6,5, sottotono.

Ennesima piccola grande impresa invece per Raikkonen: in Portogallo aveva stupito il mondo al primo giro, salvo poi essere recuperato e superato dagli avversari, uno a uno, fino a uscire dalla zona punti. A Imola invece nei primi giri pareva impaludato nei bassi fondi della classifica, ma il pit stop ritardato gli ha regalato un 9° posto che con l’Alfa Romeo Racing è come un podio. E sia chiaro, la strategia era quella giusta, ma senza un gran ritmo in pista da sola non sarebbe bastata: voto 9 per un pilota che anni fa si era stancato della F1 e aveva avuto il coraggio di cercare nuove sfide, ma che oggi sembra avere la motivazione di un ventenne.

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Chiude la zona punti Giovinazzi, ed è un bel premio anche per l’italiano, che quest’anno è cresciuto moltissimo. Voto 8: bellissima conferma. Fuori dai punti, voto 6,5 di incoraggiamento a Vettel, che sicuramente sarebbe finito a punti senza il pit stop sciagurato, ma è anche vero che ancora una volta in qualifica ha deluso e partire così indietro significa sempre complicarsi la vita da soli. I segnali di ripresa ci sono, ma sono proprio flebili… Chi invece non dà proprio segnali di ripresa è Albon: anche a Imola le ha prese pesantemente da Verstappen e soprattutto si è fatto surclassare da entrambi i cugini terribili dell’AlphaTauri, da Gasly in prova e da Kvyat in gara, dal quale ha subito anche un gran sorpasso. Aggiungendo il testacoda da solo, ci sono tutte le premesse ormai perché il prossimo anno perda il sedile.

L’impressione però è che, proprio come i cugini dell’AlphaTauri, non abbia certo disimparato a guidare, ma sia rimasto tritato in un team dove evidentemente la pressione è fortissima, anche se non stanno lottando certo per il Mondiale. La palma della papera più brutta (o più bella, se preferite) va però di diritto a Russell: ora ovviamente non siamo nessuno per infierire, però inizia a essere un fatto che a Russell, pur velocissimo in qualifica, manchi sempre qualcosa per concretizzare in gara. Certo correre per la Williams non aiuta, ma a volte bisogna aiutarsi da soli. Voto 4, disastro!

Meno appariscente, ma ugualmente disastrosa è stata ancora una volta anche la gara di Stroll: bastonato da Perez in qualifica, in gara ha pensato bene di infilarsi dove non c’era spazio al primo giro, danneggiando il musetto. Ormai dovrebbe avere messo giudizio, o no? Voto 5, cocco di papà. Chi invece non ha preso punti a Imola, ma lascia la pista a testa alta è Gasly: la sua seconda fila è un’altra impresa in un anno da incorniciare per il francese. Voto 9, rivelazione. E di Imola vogliamo parlare? La sensazione, come per il Mugello, è che per il calendario di questa F1 sia stata una pista bella, “vera” e impegnativa per tutti i piloti (che infatti l’hanno apprezzata), ma anche un po’ al limite come dimensioni per delle monoposto di F1 che sono oggi gigantesche. E nemmeno con il DRS era facile superare, in fondo al rettilineo principale, salvo errori o importanti differenze di velocità. Imola come l’Ungheria, verrebbe da dire rischiando di essere blasfemi.

Il fascino però c’è tutto, soprattutto a vedere i piloti infilare a velocità siderali dei punti che, avendoli visti dal vivo, viene da chiedersi davvero come sia possibile… E allora voto 9 a Imola, ma voto 0 ai sensori sui cordoli esterni che hanno riproposto il tema delle vie di fuga troppo estese che traggono in inganno i piloti e stravolgono i risultati, soprattutto in qualifica: eppure a Imola in tantissimi altri punti c’è la ghiaia, perché non usare questo “dissuasore naturale” ovunque?

E voto 3 alla virtual safety car fatta “uscire” solo per pochi secondi, quando è bastato per toglierci il brivido del rientro di Hamilton davanti (?) a Bottas: era davvero così necessaria? Perché anche nelle piste eroiche la F1 si porta dietro i malanni dei tempi moderni.

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