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Chi non paga gli stipendi?
Ogni tanto in F.1 c’è qualche team in crisi e il pagamento degli stipendi diventa un optional. Anni fa la Minardi fece aspettare per qualche tempo i propri meccanici, ma all’epoca era una squadra unita da una grande passione e il ritardo fu accettato come inevitabile, vista la situazione economica della squadra. Oggi i nomi sono più blasonati, ma non cambia la sostanza. Ad esempio, dall’Inghilterra il personale della Lotus (il gruppo auto che fa capo a una società malese) non percepisce lo stipendio da tre mesi e qualcuno comincia ad averne abbastanza, anche perché vivere in Inghilterra, senza quattrini, è più difficile che da noi. Parte di questi problemi si sono riversati anche sul team F.1, almeno per la parte che vedeva coinvolti accordi con il costruttore, per cui la situazione, al momento, sembra peggiorare sempre più, anche perché i malesi pare non abbiano alcuna intenzione di saldare i debiti e mantenere fede agli impegni presi con l’acquisto della Lotus Cars.
Force India a rischio fallimento
La squadra ne ha viste tante, da quando si chiamava Jordan e poi è diventata Spyker e via di questo passo. Ora pare che ci sia bisogno di acquirenti perché il magnate indiano, VJ Mallya, è in crisi nera a causa della sua compagnia aerea Kingfisher. Un tribunale indiano ha emesso un mandato di cattura per Mallya e altri 4 responsabili della compagnia aerea, secondo quanto sostiene l’agenzia AFP il tutto a causa di mancati pagamenti. Non presentandosi in tribunale, il mandato di cattura è stata una diretta conseguenza.
Visto che il prossimo GP si correrà in India, è stata anche una mossa per ipotizzare il possibile sequestro del team F.1 per far fronte agli impegni della compagnia aerea. Insomma, non ci sono soldi sufficienti per pagare i debiti della Kingfisher e la Force India, avendo lo stesso titolare, è a rischio. Ma è da qualche tempo che nel paddock si parla di una possibile cessione del team a causa dei debiti, gli sponsor portati da Di Resta e Hulkenberg non sono stati sufficienti e la stessa Mercedes pare stia aspettando il pagamento della fornitura dei motori.
A un certo punto si era ipotizzato anche che Force India diventasse una sorta di junior team Mercedes, ma visti i chiari di luna, la cosa è subito tramontata. Fra i possibili acquirenti ci sarebbe anche una cordata che fa capo a Bernie Ecclestone, che vorrebbe salvare un team competitivo invece che avere sullo schieramento squadre come HRT o Marussia. La Force India, per inciso, non è nuova ad azioni di sequestro. Qualche anno fa le bloccarono il motor home in Belgio perché c’erano delle fatture non pagate. Insomma, il VJ perde il pelo ma non il vizio…sempre secondo le malelingue!
“A Singapore una importante azienda italiana dell’elettronica aveva proposto alla McLaren l’uso di un sistema elettrico invece che idraulico per l’azionamento del cambio”
Peter Sauber si defila
Dopo aver salvato il team dopo la chiusura della BMW, aver portato degli sponsor e aver assaporato il podio nel 2012, Peter Sauber ha ceduto il timone di comando a Monisha Kelterborn facendola diventare team principal. E’ la prima donna a ricoprire un ruolo del genere e visto che ha la maggioranza del team, è anche la prima donna (di origine indiana) ad essere proprietaria di una squadra di F.1. Questo passaggio di consegne avviene proprio alla vigilia della gara indiana ed è probabile che dopo l’uscita di Perez, passato alla McLaren, il team abbia delle nuove risorse per finanziarsi provenienti proprio dall’India.
Maldonado ingrato
La stampa venezuelana ha sancito la vittoria di Chavez alle elezioni presidenziali, ma alla vigilia in pochi sanno che sul tavolo degli accusati era finito nientemeno che Pastor Maldonado. Secondo la stampa locale, infatti, nonostante i finanziamenti garantiti dal governo e da Chavez, Pastor non si sarebbe presentato alle elezioni e non avrebbe votato. E quindi, accuse al pilota e a chi lo ha finanziato. C’è però un piccolo problema dietro queste accuse e cioè che il giorno delle elezioni in Venezuela, Maldonado era in pista perché c’era il GP del Giappone! Quindi, non solo ignoranza totale da parte dei giornalisti locali, ma anche ignoranza nell’accusare il loro pilota senza rendersi conto che non poteva saltare il GP per andare a votare! Per la cronaca, gli sponsor di Maldonado sono tutti nazionali, ergo dipendono dal presidente, ma con questo non vuol dire che il pilota della Williams sia un sostenitore della politica di Chavez. In ogni caso, finite le elezioni, pare che Frank Williams abbia commentato che, visto l’esito, non avrebbe cambiato pilota… E per forza, coi quattrini che arrivano da quelle parti…
Chi la fa l’aspetti!
Viene da ridere a saperlo ora, ma a Singapore una importante azienda italiana dell’elettronica aveva proposto alla McLaren l’uso di un sistema elettrico invece che idraulico per l’azionamento del cambio. Il sistema elettrico, infatti, permette velocità di cambiata più rapidi rispetto alle elettrovalvole tradizionali e non teme il cedimento dell’impianto in caso di rottura. A Singapore Hamilton si è ritirato proprio per la rottura di una elettrovalvola, che ha mandato sotto pressione l’impianto idraulico. Ora pare che siano tornati indietro e vogliano studiare come fare un cambio elettronico invece che elettroidraulico…
“ Data astrale, ottobre 2012, sudestasiatico. Il comandante Kirk non c’entra tantomeno Spock, ma arrivare al circuito di Corea, dal Giappone, equivale a un viaggio astrale”
Corea, ultima frontiera
Data astrale, ottobre 2012, sudestasiatico. Il comandante Kirk non c’entra tantomeno Spock, ma arrivare al circuito di Corea, dal Giappone, equivale a un viaggio astrale. Fino all’aeroporto di Seul fila tutto liscio, poi da lì cominciano i problemi. Le alternative sono tre. Aereo fino alla città più vicina a Yeongam, ma bisogna cambiare aeroporto a Seul attraversando tutta la città con mezzi pubblici, oppure, già che ci sei, farti portare alla stazione dove prendere il treno ultraveloce per Mockbo o, infine, terza soluzione: andarci in autobus con un viaggetto di quasi 400 km.
In molti hanno scelto il treno, che partiva di notte e quindi lunghe attese alla stazione, cene di fortuna (un collega ha immortalato il suo toblerone sul tavolo come unica alternativa commestibile). Poi, una volta arrivati in zona, c’è il problema degli alberghi. Fatiscenti, vere case d’appuntamento senza asciugamani e lenzuola usate più di una volta da più di un cliente magari con la stessa ragazza. Insomma, un mezzo disastro tanto che qualcuno si porta lenzuola e asciugamani dall’Italia oppure non va per niente in Corea.
C’è poi la strada d’accesso alla pista, cha ha una caratteristica unica: è un tracciato cittadino, con muri vicinissimi. Peccato che la pista sia cittadina, ma manca la città! Come dire che si sono portati avanti… Tanto per chiarirci, i vertici dell’autodromo o i politici che ne hanno favorito la costruzione, sono stati tutti arrestati e quelli nuovi hanno raggiunto un accordo con Ecclestone fino al 2016 a prezzi ridotti, però. Quello che doveva diventare un moderno polo industriale e cittadino, di fatto è solo una pista che viene usata una volta all’anno, con risaie attorno e il mare sullo sfondo. Chi si lamentava di Magny-Cours, in Francia, da queste parti ha trovato il modo per ricredersi, come dire che al peggio non c’è mai fine. In Francia, però, non c’erano tutti i locali e le fanciulle disponibili presenti in Corea, come dire che il modo per consolarsi si trova sempre!
“Per chi non lo sapesse, porta noccioline è il nome che Webber ha dato a Grosjean, tradotto velocemente nel matto della prima curva”
Il porta noccioline ha colpito ancora
Per chi non lo sapesse, porta noccioline è il nome che Webber ha dato a Grosjean, tradotto velocemente nel “matto della prima curva”. Secondo l’australiano Grosjean ha dei grossi problemi mentali visti tutti i botti fatti alla prima curva e tutti i piloti coinvolti, tanto che nella lista del “ce l’ho, manca” Grosjean può vantare botti con Schumacher, Alonso, Hamilton, Perez, Kobayashi, Raikkonen, Webber, Ricciardo, Maldonado, Senna, etc, insomma mezza F.1 ci ha sbattuto e l’altra metà probabilmente lo farà entro fine stagione.
E pensare che chi conosce Grosjean fuori dalle piste, lo descrive come un ragazzo educato, figlio di una famiglia ricca e borghese di Ginevra, sempre nei limiti, mai un eccesso. Tanto che sua moglie, la telecronista della TV Francese Marion Jolles, lo trova molto dolce e delicato. Appena mette la tuta, abbassa la visiera, Romain diventa una belva che stacca il cervello. Ora anche la Lotus si è rotta le scatole e sta valutando la sua sostituzione. Dopo l’uscita nel 2009 e il titolo GP2 nel 2011, sembrava rinato, invece Grosjean ha segnato il nuovo record di botti al via con piloti coinvolti. Tutta colpa di quel porta noccioline che si ritrova al posto del cervello. Parola di Mark Webber.