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ABU DHABI - Da un lato il cannibale degli anni 20 del nuovo secolo, ovvero Max Verstappen, uno che a giocare a biglie non lascerebbe una pallina nemmeno alla sorella. Dall’altra uno come Charles Leclerc che a dispetto di quello che guida, ci mette sempre una pezza portando in qualifica la Ferrari più avanti possibile. Uno in pole, il rosso a 138 millesimi e su una pista dove di solito la Ferrari non ha mai brillato, a partire dalla prima edizione nel 2009 passando per quella disastrosa del 2010 col mondiale andato a Vettel.
L’olandese vuole la 19 vittoria della stagione e la Red Bull il 21 successo di un anno incredibile, in cui hanno dominato senza appello e la dimostrazione è arrivata anche in qualifica ad Abu Dhabi, con un primo giro perfetto di Verstappen e il secondo sbagliato. Nell’ultima sessione di qualifica ci pensa Oscar Piastri a mettere un po’ di pepe là davanti, ma talmente indietro da Verstappen, da non rappresentare un problema. Anzi, il problema potrebbe arrivare dai commissari per il solito “impeding” che lo ha visto contrapporre a Gasly in qualifica. Ovvero si sono disturbati fra loro e se i commissari ritengono che l’australiano di origini toscane ha colpa, la terza posizione salta. Ma a goderne potrebbe essere Russell, quarto e nella corsa al secondo posto nel mondiale costruttori, contro la Ferrari che è indietro di 4 punti, il pilota Mercedes deve metterci una grossa pezza visto che Hamilton scatta 11 e Sainz addirittura 16… come dire che non tutto è filato liscio fra compagni di squadra. E già che ci siamo mettiamoci anche Perez, che con un taglio di curva ha visto annullato il tempo e la retrocessione in 9 posizione. Come al solito, saranno i commissari a stabilire se quello visto in pista è reale o se arriveranno cambiamenti.
Di sicuro l’ultima gara della stagione non ha niente da dire per la vittoria finale, di Verstappen già da oltre un mese. Forse per le posizioni del mondiale costruttori fra Ferrari e Mercedes ma sinceramente è un tipo di sfida che lascia lo spazio alla bocciofila di quartiere che offre più emozioni coi suoi partecipanti, che qui, con due colossi cui non cambia la sostanza di una stagione buttata alle ortiche, con una macchina sbagliata, qualche sprazzo (almeno la Ferrari con Sainz a Singapore) e tante amarezze. Per il resto della truppa, le valigie sono già pronte e il volo già prenotato, perché fra una storia e l’altra di tempo libero ne avanza gran poco, visto che da metà febbraio saranno tutti in pista di nuovo. Ancora 300 km e si scriverà la parola fine a una stagione 2023 come la più lunga della storia del mondiale F.1 dal 1950 in poi.