La Benetton B194 F1 di Schumi torna in pista nel 2017, guidata dal figlio Mick
Un’operazione nostalgia, una forzatura, un fatto emotivamente forte, semplicemente una bella cosa indipendentemente dai motori. Si pensi come si vuole, ma il fatto che a fine mese, in una pista mitica come il Belgio dove Schumi debuttò alla grandissima partendo come un fulmine (e superando un espertissimo del Mondiale come Piquet, irritato dalla cosa, cit. “non lo conosco ma di sicuro in partenza ha rubato”) ci sia di nuovo la macchina con cui l’indimenticato tedesco vinse un titolo, il primo, è già fatto di rilievo.
Che poi questa percorra un giro a 25 anni dalla prima vittoria di Schumi, proprio a Spa, poco prima del GP 2017 e nel ricordarlo, al volante ci sia non un ragazzo qualunque che corre con discreti risultati in F3, ma proprio suo figlio… Fa e accende, tutto il resto.
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Il giovane che ricorda il padre sette volte iridato, senza troppi problemi, senza patire a quanto pare da fuori la pressione; un ambiente fortunatamente abbastanza educato per non mettere imbarazzo circa la situazione difficile ormai dal 2013 (dopo il ritiro e l’incidente di Michael) gli scopi benefici delle attività fuori dalle gare e poi… Quella curiosità di tutti quelli che hanno conosciuto Schumi senior. Il figlio che guida per la prima volta una F1 e che dichiara di volerci correre, ma come andrà? Ci farà altri giri, state tranquilli, anche sulle F1 contemporanee oltre che quelle del museo dedicato al padre. Per ora accontentiamoci di rivivere le grandi gesta di uno dei più forti di tutti i tempi, che quell’anno avrebbe tenuto comunque testa a Senna, sulla chiacchieratissima B194, che in poco avrebbe ridimensionato Damon Hill e via dicendo, fino ai titoli con Ferrari.
Chissà se avrà modo di vedere bene cosa combina il figlio Mick, di certo il sangue freddo e la passione pare averle ereditate, sul talento e l’attitudine, anche scaltra, a vincere, qualcuno ha già delle idee ma il ragazzo è ancora in fase evolutiva per giudicarlo a fondo.
