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Da un po’ di tempo Kimi Raikkonen sta dando segni di insofferenza e nervosismo verso la squadra (in maniera velata) ma soprattutto verso la stampa. In Austria c’è stato un capitolo della sua avventura in rosso che lascia perplessi, specie se paragonata al passato (in rosso) in cui gli si era detto e scritto di tutto senza che Kimi battesse ciglio.
A Zeltweg (o Spielberg o Knittefield chiamatelo come volete) a un articolo di un collega che ha scritto come, pur di restare a Maranello, Raikkonen avesse accettato la riduzione di stipendio, il Kimi furioso lo ha apostrofato in conferenza stampa chiedendogli «dove hai preso le informazioni per scrivere questa stron…» oppure «hai visto il mio contratto? Lo hai letto? Allora parlate con lui se volete sapere qualcosa del mio futuro».
Al di là della cattiva educazione di Kimi - in fondo non si è mai fatto amare da nessuno e ha sempre mandato tutti a quel paese, per cui non può chiedere oggi comprensioni per i suoi atteggiamenti -, quello che stupisce è che quest’anno è la terza volta che apostrofa un collega. A un portoghese che chiedeva cosa fosse successo per un testacoda, Raikkonen gli ha risposto a brutto muso davanti a tutti, a un inglese che chiedeva lumi sul passo di gara e sul pit stop, altra sparata. Insomma, a quanto pare è vietato scrivere o domandare qualcosa che scatta subito la ritorsione.
Kimi è sotto pressione?
Stranissimo ma è il sintomo di un ragazzo sotto pressione, che sa di non aver reso come avrebbe dovuto, sempre dietro al suo compagno di squadra (in Canada dopo oltre un anno è mezzo è partito davanti complici i problemi di Vettel) e ora, specie dopo che è diventato padre, Raikkonen ha cambiato approccio con la stampa, non vuole più subire le critiche e reagisce a brutto muso. Meglio così, almeno abbiamo qualcosa da scrivere e creare discussione, ma visto che Kimi non capisce l’italiano, fatica a leggere i giornali stranieri, figurarsi quelli italiani, c’è qualcuno alla Ferrari che si prende la briga di fargli la rassegna stampa e segnalargli i buoni e i cattivi.
Escluso che sia Alberto Antonini, perché da giornalista conosce bene i problemi della professione e poi non è il tipo che fomenta, c’è qualcuno dentro la rossa o qualcuno dei finlandesi in sala stampa, che tiene d’occhio cosa scrivono gli altri e poi lo riferisce. Forse in buona fede, forse no. Di sicuro un giornalista finlandese aveva chiesto spiegazioni a un inviato italiano, di fama e famoso, del perché avesse scritto certe cose su Raikkonen e se fosse necessario.
Se proprio c’era da mandare via uno, era meglio tenersi Alonso e scaricare Kimi, pagandolo un altro anno in ferie
Nel 2009, quando fu allontanato dalla Ferrari (perché Kimi fu allontanato e pagato un anno per stare fermo) si scrisse di peggio e si domandò di peggio, ma non ci fu nessuna reazione. Quello che è certo è che il suo arrivo a Maranello è stato un fiasco, che i 20 milioni all’anno (vociferati, mai nessuno ha visto il suo contratto) siano stati sprecati in base ai risultati e se proprio c’era da mandare via uno, era meglio tenersi Alonso e scaricare Kimi, pagandolo un altro anno in ferie.
Forse Raikkonen resterà alla Ferrari per mancanza di prove, nel senso che i possibili sostituti (Ricciardo bloccato da Red Bull, Bottas per i legami con Wolff, Hulkenberg per opzioni Force India e Williams) magari non riusciranno a liberarsi in tempo, ma se va bene che Raikkonen dia da scrivere arrabbiandosi e mandando a quel paese la gente, sarebbe anche bene che ci facesse scrivere migliorando le prestazioni in pista.