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“La vittoria di oggi per me è un grande sollievo, perché mi toglie un peso notevole dalle spalle”: Andrea Kimi Antonelli mostra la freschezza e lo stupore dei suoi 17 anni di fronte alla nutrita platea di giornalisti accorsi per raccogliere le sue dichiarazioni dopo il successo nella Sprint Race in Formula 2 a Silverstone, il primo per il talento italiano del vivaio Mercedes nella categoria propedeutica alla Formula 1.
Protagonista di suggestioni di mercato da tempo, Antonelli ha centrato una vittoria che rappresenta una prova di forza a supporto della sua candidatura per un sedile in F1 nonostante il vertiginoso salto dalla FRECA alla F2 perfezionato nel 2024. Ma mostra il piglio del campione in erba non volendosi accomodare sugli allori. “Devo dire che non sempre gestisco la pressione al meglio – osserva -. Quest’anno ne ho sentita tanta, onestamente. Ma oggi l’ho gestita molto bene. Ci sono margini di migliioramento, perché a volte ancora sbaglio, come ieri in qualifica”.
Il percorso verso il successo di oggi è stato naturale, ma non per questo facile. “Ho cercato di lavorare su me stesso, e non è stato semplice. Il passo che ho compiuto saltando la Formula 3 è stato grande, e mi ha portato a dover apprendere tante nuove informazioni, dalle procedure per la partenza alla gestione del tempo. In più, stavamo faticando, e questo non ha certamente aiutato. Io cerco sempre di dare il meglio, e devo dire che nella prima parte della stagione sono migliorato molto”.
“E poi - racconta - sono arrivati gli errori degli ultimi appuntamenti del calendario, nonostante i progressi della macchina. Ma questo weekend la monoposto mi restituiva buone sensazioni, anche sull’asciutto. Questa vittoria mi aiuterà moltissimo, perché mi servirà a concentrarmi su me stesso e non su cosa accade all’esterno”. Antonelli, insomma, vuole farsi scudo con il proprio talento da un vortice di attenzione alimentato dai test privati con le monoposto di F1 organizzati da Mercedes.
Una commistione di impegni, questa, che può destabilizzare. Ma Antonelli non sembra risentirne, anzi. “Una monoposto di F1 ti dà molta sicurezza quando la guidi, perché genera così tanta deportanza da permetterti di spingere davvero. Credo che la cosa più importante sia sapersi adattare. Quando sono passato dalla F1 alla F2 ho provato sensazioni positive. In F1 è tutto così veloce che quando torni in F2 sembra che le cose si muovano più lentamente. La prima volta in cui ho lasciato una F1 per una F2 ho faticato un po’, ma con l’esperienza ho imparato a essere flessibile”.
In attesa di compiere un altro salto di carriera, il più importante, Kimi si concentra sul resto della stagione in F2. “L'Austria e la giornata di oggi hanno dimostrato che stiamo andando nella direzione giusta. Per il prosieguo dell'anno l’obiettivo è quello di massimizzare i risultati. Poi vedremo come saranno andate le cose a fine campionato”, dice davanti a quei giornalisti la cui attenzione è stata come una raffica di vento per lui. “Non è stato semplice da gestire, è successo tutto all’improvviso. Ma sono fortunato, ho accanto a me la mia famiglia, la Mercedes e il mio team. Cercano di proteggermi, perché è molto facile farsi sorprendere dalla pressione. Grazie a loro, riesco a gestirla”. Conviene che ci faccia l’abitudine. Perché è solo questione di tempo prima che il palcoscenico della F1 sia suo.