Jules Bianchi è morto all'ospedale di Nizza

Jules Bianchi è morto all'ospedale di Nizza
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Il pilota francese della Marussia non ce l'ha fatta. Si è spento all'età di 25 anni dopo mesi di coma causato dal trauma assonale diffuso subito a Suzuka 2014 nell'impatto contro la gru che a bordo pista stava recuperando la Sauber di Sutil
18 luglio 2015
Si è spento all'età di 25 anni il pilota del team Marussia Jules Bianchi. Protagonista di un incredibile incidente sulla pista di Suzuka lo scorso 5 ottobre 2014 il giovane pilota francese in orbita Ferrari ha smesso di lottare all'ospedale di Nizza dopo non essersi mai ripreso dal coma in cui era caduto immediatamente dopo l'impatto.
 
Un impatto dalla dinamica incredibile e che ha scaturito infinite discussioni relative all'utilizzo delle bandiere gialle e verdi da parte dei commissari (poi rivelatosi corretto) ma soprattutto della presenza in pista di un trattore intento, proprio in quel momento, a spostare la Sauber di Adrian Sutil reduce da un impatto qualche istante prima.
 
Solo qualche giorno fa il papà di Jules Bianchi aveva così commentato lo stato del figlio: "Vederlo così è insopportabile. Una tortura quotidiana. E' peggio che saperlo morto. Avevamo parlato dopo l'incidente di Schumacher a Meribel e ci aveva detto che se non fosse più riuscito a guidare non l'avrebbe probabilmente accettato. Il motorsport era la sua vita."
 
A seguito di quel impatto, che la FIA ha dimostrato essere stato causato dall'eccesso di velocità in un tratto di pista in cui la doppia gialla sventolata segnalava la presenza di un veicolo "estraneo alla corsa", alcune cose sono comunque cambiate nel mondo del motorsport: elementi come la virtual safety car ed una gestione più accurata nell'utilizzo della safety car tradizionale sono stati infatti oggetto di grandi attenzioni da parte della Federazione e dello stesso Charlie Whiting che quella maledetta domenica dirigeva la corsa giapponese.
 
Un destino incredibile quello di Bianchi, simile a quello dello zio Lucien Bianchi (vincitore della Le Mans 1968) morto anch'esso proprio sul mitico circuito francese mentre era alla guida di una Alfa Romeo T33.
 
Le redazoni di Automoto.it e Moto.it si uniscono al dolore della famiglia e di tutti gli appassionati di motorsport in questo triste giorno.
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