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Jules Bianchi, sfortunatissimo protagonista del terribile incidente a Suzuka, è un pilota che spesso abbiamo visto nelle retrovie, relegato nelle ultime posizione da un’auto non competitiva come la Marussia. Non molti sanno però che dentro a quella monoposto rossa si nascondeva un pilota di grande talento, che aveva le carte in regola per rendersi protagonista di una grande carriera in Formula 1. Le avvisaglie c’erano tutte.
Regala alla Marussia l'unico punto in F1
Nonostante la non competitività della sua vettura a Monaco quest’anno Bianchi taglia il traguardo in nona posizione, un risultato che pesa come un macigno perché regala alla piccola squadra russa il suo primo punto in Formula 1. Il pilota inoltre era cresciuto nell’orbita Ferrari, perché il Cavallino aveva fiutato le sue potenzialità. Nel 2009 la Casa di Maranello lo inserisce nel programma giovani e lo lega a sé con un programma pluriennale.
Nello stesso anno il giovane pilota ha la possibilità di testare la F60 sul Circuito di Jerez, in occasione di alcuni test. Proprio questo weekend poi, con l’imminente cambio di casacca di Alonso, si è tornati a parlare di Bianchi. Alcuni vociferano che lo Fernando potrebbe essere sostituito in Ferrari proprio dalla giovane promessa della Marussia.
La passione per le corse nelle vene
Ma facciamo un passo indietro, per conoscere meglio chi è questo pilota. Nel suo sangue infatti scorre da sempre la passione per le corse, tramandata con naturalezza dalla sua famiglia. Nasce a Nizza, in Francia, nel 1989. Jules è il nipote di Mauro Bianchi, tre volte Campione del Mondo GT. Non solo. È anche il pronipote di Lucien, che ne 1968 conquista la 24 Ore di Le Mans e che prende parte a 19 Gran Premi di Formula 1 tra il 1959 e il 1968, durante i quali conquista persino un podio a Monaco. Proprio dove Jules conquisterà quello splendido nono posto che vale come una vittoria per la piccola Marussia.
Una carriera brillante
Jules inizia la sua carriera nel karting, poi nella Formula Renault 2.0 francese dove si laurea campione a fine stagione grazie a cinque vittorie. Prende parte anche alla Formula Renault Eurocup dove conquista una pole position e un giro veloce in sole tre gare. Insomma il ragazzo dimostra subito che ci sa fare con volante e pedali.
Nel 2007 Jules corre nella Formula 3 europea, nel 2008 vince a Zolder nella Masters of Formula 3 e finisce il campionato in terza posizione. L’anno successivo continua a correre in questa categoria, insieme ad altri giovani promesse come Valtteri Bottas ed Esteban Gutierrez, con cui finirà anni dopo in F1. Nel 2009 Bianchi però emerge sopra tutti gli altri, vincendo il campionato di Formula 3 Euroseries.
“Il sogno di ripercorrere la carriera dei suoi nonni sembra realizzarsi grazie al suo talento”
Bianchi a questo punto approda in GP2 per le stagioni 2010 e 2011, dove combatte per le posizioni di vertice, portando a casa punti importanti e finendo il campionato addirittura terzo (2011) dietro a Romain Grosjean e Luca Filippi. Nel 2012 il giovane Jules decide di prendere parte invece alla Formula Renault 3.5.
Dalla Ferrari alla Force India, poi l'avventura in Marussia
Nel 2009 Bianchi finisce nell’orbita della Ferrari come tester, dove rimarrà per tutto il 2010 e il 2011, completando diversi giri di prova a bordo delle monoposto del Cavallino e facendo segnare durante un test il miglior tempo a Fiorano nel 2011. Nel 2012 diventa tester e pilota di riserva per la Force India, con cui corre nove sessioni di prove libere del venerdì durante il Mondiale.
Nel 2013 la Marussia lo seleziona come pilota ufficiale e inizia la vera avventura in Formula 1. Nonostante i limiti evidenti di una monoposto non competitiva Bianchi dà sempre l’impressione di mettercela tutta, rimanendo quasi sempre davanti al compagno di squadra, il pilota-pagante Max Chilton.
Il miglior risultato in Formula 1 arriva con il nono posto a Monaco, Jules emerge dalle retrovie riproponendosi come uno dei giovani più interessanti nel panorama del Circus. Il sogno di ripercorrere la carriera dei suoi nonni sembra realizzarsi grazie al suo talento. Poi l'inspiegabile incidente a Suzuka.