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Che dire, a chi si lamenta per un’Italia che pesa poco in certi ambiti. Il nuovo “capo” della F1 è un italiano, Domenicali. Il papabile quasi certo CEO di Alpine F1 (squadra ufficiale del gruppo Renault, con Alonso al volante) per molti è Davide Brivio.
La notizia di Brivio piove dal cielo quasi ed è clamorosa. Non ufficializzata mentre scriviamo, ma data per buona da tutti i principali commentatori. Non era mai accaduto nella storia e suona pure strano, eppure il team manager della Suzuki, campione del mondo MotoGP, lascia il team giapponese per diventare un manager di F1. Nel team Alpine, espressione sportiva del gruppo Renault.
Il fatto che da poco presidente di Renault sia un altro italiano, Luca De Meo, farebbe pensare male a chi non ci ama. Tanto è, in effetti i due si conoscono anche per quei tempi di Fiat sponsor in MotoGP. Brivio succederebbe a Cyril Abiteboul, secondo molte, troppe indiscrezioni uscite nel giorno dell'epifania.
Un ruolo che in Alpine F1 sarebbe previsto come Direttore Generale, che supervisiona il programma, più che diretto coordinatore di uomini in pista durante prove e gare. In effetti non gli manca esperienza di Motorsport, con stagioni trionfali ai massimi livelli in Yamaha, sposata a Valentino Rossi e dei top riders. Quindi con la scommessa Suzuki, divenuta iridata quasi da zero con lui al comando. Certo, raddoppiare le ruote per il Mondiale F1, con tutto quello che ne consegue in termini di "allargamento" aziendale, economico e politico, è qualcosa non da tutti. E nemmeno facile, neanche un po'. Appena Esteban Ocon o Fernando Alonso dovessero però star nei premi, magari davanti alle Rosse, qualcuno in Italia potrebbe saltare sulle sedie e condividere i sorrisi di chi ha sempre detto che il Motomondiale è un'ottima formula sportiva, a dispetto di certi angoli del paddock F1.