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Lewis Hamilton e Max Verstappen arriveranno ad Abu Dhabi a pari merito, al netto di altre penalità. 369,5 punti ciascuno, al termine di una stagione ricca di colpi di scena. Vista così sembrerebbe la degna conclusione di un mondiale combattutissimo, ma la verità è un’altra. Perché questo è sì il risultato che ci auspicavamo, ma è arrivato nel modo peggiore, al termine di una gara francamente farsesca.
La direzione gara aveva il timore di influenzare la lotta per il mondiale, e a Jeddah è riuscita in questa impresa, dimostrando una grande incoerenza – e, francamente, inadeguatezza – nel gestire quanto stava avvenendo in pista. Michael Masi oggi ha perso il controllo della situazione, rendendo ancora più esplosiva una lotta già incandescente.
Tutto è cominciato con l’impatto contro le barriere di Mick Schumacher, che ha innescato una paurosa reazione a catena. La direzione gara ha sventolato bandiera rossa, anche se le protezioni non apparivano così danneggiate, ma si è poi dimostrata incoerente disponendo ripetutamente la Virtual Safety Car con detriti nel bel mezzo della pista, costringendo i commissari a una pericolosa gimcana in pista.
Era solo la punta dell’iceberg, visto che nella pazza gara di Jeddah c’è stato spazio anche per una surreale comunicazione tra la Red Bull e Michael Masi, con la proposta indecente del direttore di gara, che è stato protagonista di una trattativa con la scuderia sulle posizioni dei primi tre classificati per la ripartenza dopo il lungo da cui aveva tratto vantaggio Verstappen. Il tutto sbagliando anche l'offerta, inizialmente. Da qui in poi, Masi ha di fatto perso il controllo della gara, e in particolare dei due piloti in lotta per il titolo.
E, spiace dirlo, perché è stato straordinario finora, ma Verstappen oggi ha usato usato ben poco la testa oggi, sporcando una stagione immacolata. Max continua a comportarsi come se fosse da solo in pista, come se gli altri non contassero nulla. Sapendo di avere un vantaggio in classifica nei confronti di Hamilton, Verstappen si è più volte mosso nella convinzione che, in caso di contatto, Hamilton avrebbe avuto la peggio. Anche Lewis è stato molto aggressivo, ma una cosa è ormai chiara: Hamilton è l'unico dei due disposto a sfilarsi, al netto della confusione di una gara come quella di oggi.
Si può discutere quanto si vuole di ciò che abbiamo visto oggi in pista. Ma la vera colpevole è la direzione gara, che ha lasciato i due contendenti per il titolo allo sbando, senza mantenere il controllo. Il loro compito primario è garantire la sicurezza. E lasciando indisturbate le due furie che abbiamo visto in pista, hanno rischiato davvero grosso, a maggior ragione su una pista di per sé già pericolosa.
Con la convocazione di Hamilton e Verstappen, ora la palla passa di nuovo a Masi&co, che oggi si sono dimostrati totalmente inadeguati, raggiungendo il nadir di un anno pieno di errori e di incertezze. Visto quanto successo oggi, il rischio che il lassismo dei commissari causi un finale di stagione controverso è ancora più alto. Aggiungiamo un altro tassello al mosaico del pasticciaccio brutto della direzione gara: la "vittoria" di Verstappen a Spa potrebbe decidere il mondiale, nel caso in cui ad Abu Dhabi arrivasse un doppio zero. Una cosa è certa: a prescindere da chi ha vinto, a Jeddah ha sicuramente perso la Formula 1.