Il retroscena sull'addio di Ricciardo alla F1: colpa dei vincoli contrattuali della Red Bull con Lawson

Il retroscena sull'addio di Ricciardo alla F1: colpa dei vincoli contrattuali della Red Bull con Lawson
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Il Gran Premio di Singapore sembra destinato ad essere l'ultimo della carriera iridata di Daniel Ricciardo. L'ufficialità non è ancora arrivata ma tutto fa pensare ad un addio alla Formula 1. Il retroscena di questa scelta? Il vincolo contrattuale di Lawson con la Red Bull, pronto ad andarsene
24 settembre 2024

Se questo sia stato o meno l’ultimo Gran Premio di Daniel Ricciardo come pilota ufficiale di Formula 1 non lo sappiamo ancora. Tutto al termine dell’appuntamento di Singapore fa pensare che la gara a Marina Bay sia stata l’ultima vissuta dall’abitacolo di una monoposto per l’australiano. Aveva già detto addio al Circus due anni fa, ma quello di ieri sembra destinato ad essere definitivo. Tredici anni dopo il suo debutto, Daniel Ricciardo chiude per sempre la sua carriera da pilota, lasciandosi alle spalle anni difficili tra l’arrivo di Max Verstappen in Red Bull, il passaggio alla Renault prima e alla McLaren poi, fino alla rescissione del contratto e la seconda chance in RB. Perché non ha portato a termine la stagione corrente, a cui mancano solamente cinque round prima della fine? Colpa di vincoli contrattuali con Liam Lawson: ecco il retrescena.

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Daniel Ricciardo ha varcato per la prima volta il paddock del Circus tredici anni fa come pilota ufficiale. Da quel giorno tante sono le cose cambiate. Lui è cambiato. Da un 2016 da contendente al titolo, sfumato solamente per la supremazia della Mercedes, ad una stagione al fianco di Sebastian Vettel che è stato “ridimensionato” da lui dopo quattro titoli mondiali vinti in Red Bull; fino alla convivenza pacifica con Max Verstappen, ma solamente fuori dalla pista perché non hanno mai perso occasione di duellare monoposto contro monoposto, tanto da culminare in un doppio DNF nel 2018 con il contatto a Baku. La goccia che ha fatto traboccare il vaso possiamo dire, perché dopo quell’episodio l’australiano ha deciso di prendere la propria strada, lontano dal team che l’ha fatto crescere. I passaggi in Renault prima e alla McLaren poi hanno segnano il punto di non ritorno per l’Honey Badger, costretto a fare i conti con una vettura che non gli ha permesso più di brillare, portare a termine quelle “staccate alla Ricciardo”, suo fiore all’occhiello.

Quello che è rimasto invariato di Daniel, però, è il sorriso. Quello non è mancato mai, neanche quando ha dovuto dire “arrivederci” alla Formula 1 perché Zak Brown gli ha comunicato di voler rescindere il contratto, pagato profumatamente dalla McLaren, per avere Oscar Piastri al fianco di Lando Norris nel 2023. La prima volta è stata difficile per lui e tutti quelli che hanno condiviso la propria avventura in Formula 1 con lui, ma la speranza era ancora viva. Poterlo rivedere in pista era ancora una possibilità. La conferma è arrivata quando la Red Bull l’ha riaccolto a Milton Keynes dandogli il ruolo di terzo pilota, in attesa di un sedile che si liberasse. Ed è successo pochi mesi dopo con un Nyck De Vries appiedato dall’allora AlphaTauri e un Yuki Tsunoda pronto ad accogliere a braccia aperte Daniel Ricciardo. Ma la storia non è andata come tutti speravano.

La costanza è mancata, la differenza dovuta all'esperienza su Tsunoda non si è fatta sentire, e quei pochi sprazzi di talento, che facevano rivedere in pista un Daniel ormai sbiadito per via degli eventi, non sono bastati a convincere Laurent Mekies e tutta la famiglia Red Bull. Aveva ragione Christian Horner a dire a Ricciardo di star sbagliando ad andare via da Milton Keynes. La sua carriera è stata poi un susseguirsi di tracolli che hanno avuto un blocco momentaneo solamente nel 2021 con la vittoria a Monza. Il numero #3 ci ha provato ad attaccarsi con le unghie e con i denti a quel sedile, a quel cockpit della VCARB, che ha definito il suo posto nel mondo. Ma non è bastato. L’ufficialità non è ancora arrivata ma tutto fa presagire che Singapore sia stata l’ultima volta da pilota di Formula 1 per Daniel Ricciardo. L’emozione nelle interviste, quel sorriso che caratterizza il suo volto interrotto dalle lacrime che si rigiravano negli occhi. Gli abbracci a tutte le persone che l’hanno conosciuto e che hanno condiviso questo mondo con lui. Finisce qui per Daniel, un addio silenzioso, a tu per tu con la sua anima e la sua macchina. Un giro veloce e un Driver Of The Day come ultimo gesto nel Circus.

Il suo addio alla Formula 1 era ormai quasi inevitabile dato che in Red Bull c’è la fila per avere un sedile, e allora perché non attendere la fine della stagione? Solamente cinque Gran Premi ci separano dall’ultima gara e la prossima in calendario è ad Austin, posto che lui sente casa tanto quanto Melbourne. Poteva almeno arrivare una carineria dalla Red Bull nei confronti di un pilota che ha dato tanto per la squadra. Un addio più in stile Ricciardo, magari in sella ad un cavallo come ha fatto nel lontano 2022, vestito da cowboy, o bastava solamente la certezza di sapere che quella fosse la sua ultima gara, per permettere a tutti di rendergli omaggio perché nel bene e nel male lui è stata una figura carismatica amata da tutti nel paddock. Il motivo della decisione della Red Bull è tutto di natura contrattuale.

Liam Lawson attende smanioso da ormai un anno di avere la sua chance in Formula 1 come pilota titolare, un qualcosa che ha già avuto modo di assaggiare nel 2023 sostituendo proprio Ricciardo per alcuni round dopo l’infortunio al polso rimediato a Zandvoort. “Il contratto del neozelandese scadrà ufficialmente a fine mese” ha dichiarato Mario Miyakawa, agente sportivo di Yuki Tsunoda e che ben conosce l’ambiente della squadra austriaca, nel programma Race Anatomy di Sky Sport F1. Se non avesse avuto un sedile nell’immediato, Liam Lawson avrebbe detto addio ad Horner, diventando libero di andare altrove, con la possibilità di accettare una proposta messa sul tavolo anche da Sauber per la prossima stagione, in attesa dell’arrivo di Audi nel 2026 con il nuovo regolamento tecnico. Ma la Red Bull non vuole farsi sfilare via dagli avversari un talento come lui, da far crescere in Visa Cash App RB in vista del post Sergio Perez o della possibilità, non tanto remota, di addio al team di Milton Keynes da parte di Max Verstappen.

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