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Il 2026 sembra lontano, ma in realtà è dietro l’angolo. La showcar F1 che Audi per la prima volta ha portato in Italia in occasione del Festival dello Sport di Trento non è che l’antipasto della rivoluzione tecnica cui parteciperà anche la casa dei Quattro Anelli. L’occasione di ingresso con la nuova era delle power unit era ghiotta, e Audi l’ha colta al volo. Nella fabbrica di Neuburg si lavora già da tempo all’architettura che, pur mantenendo il V6 endotermico di oggi cambierà molto.
La MGU-H sparirà, lasciando un compito più gravoso alla MGU-K. E la parte elettrica del powertrain dovrà erogare il 50% della potenza totale. Una necessità che implicherà un pacco batterie più pesante. Ma le monoposto 2026, stando a quanto ha dichiarato Nicholas Tombazis, saranno più strette, più corte e più snelle. A contribuire alla cura dimagrante potrebbero pensare le gomme, che, è notizia recente, saranno ancora prodotte da Pirelli.
Si parla di una riduzione delle dimensioni delle gomme, passando da 18” a 16”, ma non è ancora confermato. Così come dovremmo attendere per scoprire i dettagli dell’aerodinamica attiva. Dopo il DRS, introdotto a partire dalla stagione 2011, si attende l’arrivo di altri componenti mobili – dalla beam wing ai flap dell’ala anteriore – che potrebbero essere impiegati senza riserve nel corso del weekend di gara, a seconda delle preferenze dei piloti.
Le monoposto 2026 di Formula 1 genereranno meno carico aerodinamico, e di conseguenza meno resistenza all’avanzamento. Saranno più veloci sul dritto e meno efficaci in curva, senza però che si torni indietro rispetto alla filosofia ad effetto suolo. Entro la prossima primavera verranno ufficializzati tutti i dettagli delle nuove monoposto, in modo tale che i team possano avere tempo per lavorarci. È questa la prima sfida che aspetta Audi, un brand che ha nel DNA le corse, come spiega il direttore di Audi Italia, Fabrizio Longo.
“Il motorsport ce l'abbiamo dentro. Mi viene quasi naturale definire la Formula 1 un complemento e un completamento di questa attitudine. Credo che sia anche un modo per connettersi soprattutto con l'utenza giovanile, ma dare quel messaggio che a mio avviso ogni tanto perdiamo, che si può essere, come siamo convintamente, creatori di mobilità del futuro, sostenibile, ma al tempo stesso essere capaci di mantenere vivi i sogni. E questo soprattutto per l'utenza più giovane di quelli che saranno i consumatori e i clienti finali, credo che sia la miglior chimica che se saremo capaci, e lo saremo, potremmo in qualche modo definire per tenere accanto i giovani al mondo del motorsport”.