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Il clima è quello tipico dell’ultimo giorno di scuola: tutti, nel paddock, non vedono l’ora di staccare la spina e le valigie sono già pronte per la grande fuga della domenica sera. Sarà per questo o per la stanchezza di tutti, che i visi sono un misto fra il rilassato o il tirato a seconda di come uno prende questo ultimo appuntamento. Entrato in calendario nel 2009, i passi da gigante sono stati tanti. Da un impianto costruito nel nulla su un'isola deserta artificiale, a un punto di incontro per famiglie in cui parchi a tema, il primo fu Ferrari World, acquafun, addirittura un mall e Ikea compreso, nel corso degli anni sono sorti creando strutture e servizi dove prima c’era solo il nulla assoluto, tanto che nella prima edizione mancava pure la strada che dall’aeroporto portava in pista, visto che era solo in costruzione in mezzo a tanti birilli bianco e rossi.
Venire ad Abu Dhabi a fine stagione, con un mondiale assegnato, serve in quanto la F.1 diventa un evento clou su cui abbinare altro. Una vacanza, ad esempio, in cui l’avvenimento sportivo fa da catalizzatore, ma coinvolge turismo e servizi da tutto il mondo. Su questo ad Abu Dhabi si sono mossi molto bene e la regione ne ha tratto giovamento. Lo dimostrano le crociere dei più importanti player mondiali che fanno scalo qui e a Dubai, lo dimostrano gli hotel esauriti da tempo che allungano le tariffe in aumento anche nella vicina Dubai, che pure dista 120 km. Insomma, si viene ad Abu Dhabi per la gara, ma in realtà si usufruisce di tutto quello che la zona offre. E quindi aerei pieni con famiglie al seguito, giovani alla scoperta di un mondo che avanza. La F.1 come traino internazionale. Non deve stupire se le richieste sono tante e gli stati investono molto. Un monito per l’Italia che sembra circoscrivere le gare ai soli autodromi, mancando una visione globale di quello che rappresenta il circus.
Intanto una logistica unica, che in meno di 72 ore da Las Vegas ad Abu Dhabi trasporta cose, materiali e macchine, nonché personale, da un lato all’altro del mondo, mostrando una capacità di reazione unica a livello mondiale. La presenza di politici e rappresentanti di Case, sponsor e industrie che nel paddock trovano il modo e il tempo di socializzare e farsi venire delle idee per investimenti e futuri da scrivere ancora. E così partendo da Milano via Dubai, con sosta nell’Emirato, si va alla scoperta del museo del futuro. Un qualcosa che è proiettato nel 2071 e che mostra quello che potrebbe essere il nostro pianeta. Cani robot, servizi in 3D con ologrammi, ascensori che salgono con immagini di un missile che parte da una rampa di lancio. Un'esperienza choccante se non fosse la presenza di manager per un meeting internazionale su un futuro sostenibile. E poi il Global Village, da noi lo chiamano outlet, qui hanno riprodotto i padiglioni di Dubai EXPO 2020 e ogni nazione, coi suoi prodotti, riproduzione di monumenti in cartapesta con stand culinari, spettacoli per ogni stand e canali navigabile con barche. Molti arrivano per il GP Ad Abu Dhabi e poi finiscono per godersi il resto. E infatti da Dubai via Abu Dhabi con autostrada a 9 corsie e svincoli a 4, hotel tutti pieni anche se il mondiale è deciso, con l’eccezione della sala stampa che già rispetto all’anno scorso è al 50 per cento vuota.
Gli hotel in Yas Marina sono full e i prezzi sono alle stelle, tanto che per garantirsi le prenotazioni, stavolta qualcuno ha insistito e deciso che era meglio non correre rischi. Racconta infatti qualcuno del circo F.1 che… “Uno dei primi anni siamo tornati in hotel e abbiamo trovato le valigie nella hall e le stanze sgombrate. Avevamo finito all’una di lavorare e ci dissero che avevano dato le nostre stanze a un prezzo più alto, quindi se volevamo restare, dovevamo pagare 4 volte la cifra pattuita, altrimenti fuori. Alle due di notte in giro per Abu Dhabi alla ricerca di un hotel per tutti”. Ecco, esperienze simili non accadono più visto che ora i prezzi sono già belli che decisi a monte da tempo.
In compenso, in pista molte novità dal punto di vista logistico: parcheggi stampa spostati ma con tettoie a protezione, cosa che non guasta affatto. Ingresso paddock separato con ingresso terrazze vip allungato per tutta la palazzina e per tutti e tre i piani, con programmi da 100 mila euro tutto compreso e che sono andati a ruba, idem per la lounge che ospita Vip e amici nelle salette dell’Amber Lounge che ha requisito il piano basso e la terrazza della sala stampa. Insomma, anche se il mondiale è finito e l’interesse sportivo è scemato, la gara viene vista come un atto a sé stante con immutato interesse. Unici momenti di brivido, all’autonoleggio in aeroporto a Dubai. Lo sportello della Hertz non riconosceva le carte di credito e non mollava la macchina. Poi, finalmente, capito che il problema era nel loro sistema, ecco per incanto tutto risolto. Infatti appena presa la vettura, una Yaris tre volumi, la scoperta: gomme sgonfie e serbatoio vuoto. “Vada tranquillo, non è un problema le gomme sgonfie” ci dice il solerte addetto.
Partiamo alla ricerca di un distributore, che da queste parti non è che siano così frequenti. Finalmente ne troviamo uno e facciamo il pieno per la bella cifra di 11 euro e il carburante top di gamma a 70 centesimi al litro. Un aumento notevole rispetto a pochi mesi fa, ma che dalle nostre parti sarebbe manna dal cielo. Usciamo dal distributore con le gomme gonfie e il serbatoio pieno e: sbamm, frenata di emergenza. Evitiamo contatto con suv Rolls Royce. Stiamo per tirare quattro moccoli quando vediamo una manina che ci saluta: era il presidente Fia Ben Sulayem con l’autista che andava ad Abu Dhabi. Eh sì, anche i ricchi devono fare il pieno. Di sicuro non ha speso 11 euro come noi…