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E’ proprio durante un weekend di Formula 1 che si spegne Guy Ligier, uno dei protagonisti indiscussi del Circus. Domenica scorsa, durante il weekend di gara a Spa, Ligier muore all’età di 85 anni, dopo una vita strepitosa interamente dedicata allo sport.
Una vita dedicata allo sport
Guy Ligier, che tutti ricordano per aver fondato la squadra che portava il suo nome, da lui condotta dal ’68 al ’92, nasce come atleta di alto profilo. Prima si fa notare nel canottaggio, poi nel Rugby, dove arriva a giocare in Nazionale. Solo più tardi Ligier scopre un’indomabile passione per i motori. Inizialmente per le due ruote, laureandosi campione di Francia a 29 anni e conquistando persino un 13° posto nel Motomondiale in Classe 500.
Il passaggio alle auto avviene nel cuore degli anni ’60, quasi in maniera naturale. Prima si diletta con le vetture a ruote coperte, fino ad approdare in Formula 1. Nel ’67 ottiene persino un sesto posto in Germania, conquistando il suo unico punto nel Mondiale. Ci penserà però la tragica morte dell’amico e pilota Jo Schlesser a far appendere il casco al chiodo a Guy. Ligie da questo momento in poi si trasforma in un abile costruttore di auto da corsa, replicando lo stesso percorso che aveva seguito quando era pilota.
Quelle monoposto dedicate a Jo...
Inizia dai prototipi a ruote coperte per debuttare poi in Formula 1, nella stagione del 1975, con la SJ5 (le vetture utilizzano le iniziali dell’amico Schlesser) affidata a Jacques Laffitte. In F1 Ligier costruttore ottiene le più grandi soddisfazioni della vita, con numerose pole position, podi a raffica e persino alcune vittorie.
Negli ultimi anni Ligier è tornato ad essere un imprenditore, lontano dal mondo delle competizioni. Oltre a lanciarsi nel mondo dei fertilizzanti, Guy diventa un importante costruttore di microcar che portano sul cofano il suo nome e che affollano tante delle nostre città.