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Budapest - Non c’è dubbio che di Romain Grosjean sia entrato in F.1 col piede giusto. Nel senso che ha subito fatto parlare di sé e per lungo tempo sarà nei sogni, o incubi, dei tifosi della Ferrari per quella partenza in Belgio in cui in una curva sola fece fuori quattro macchine, fra cui quella di Alonso, rovinandogli in pratica il mondiale. E’ stata la bestia nera di tutti i piloti, si è sportellato praticamente con oltre mezzo schieramento, ha subito squalifiche e penalizzazioni poi, a un tratto, dopo un 2012 da carrozziere mancato, un 2013 da campione nascente.
Una meta formosi in cui la moglie Marion Jolles, giornalista TV di TF1 francese e la nascita del primo figlio, lo hanno reso quasi “umano”, ovvero sorridente, tranquillo e sempre più convinto dei propri mezzi. «Eh sì, mi sono sposato per avere una famiglia, una compagna al fianco, un figlio con cui giocare. Invece nulla. Io in pista lei al lavoro o al mare col bebè e io sempre più solo. Ho fatto un affare…» dice ridendo e scherzando in una pausa dopo le prove, quando si aggira tranquillo per il paddock e saluta qua e là. «non è strano vederlo così, era strano vederlo arrogante e presuntuoso nel 2012» dice uno che ci ha lavorato con lui alla Renault nel 2009. Insomma, cambiamento c’è stato e sembra in meglio.
La stagione, però, è un disastro con questa Lotus e di andare a podio non se ne parla…
«Diciamo che finire le gare è già un successo» replica Romain. «Mi spiace solo di aver mancato le occasioni migliori l’anno scorso. Ci sono state sei o sette gare in cui la Lotus era davvero competitiva, la miglior macchina e io non sono riuscito a vincere una corsa e questo, alla fine, fa la differenza. Se avessi vinto sarebbe cambiato molto, invece no e sono ancora qua. La F.1 è fatta di occasioni che vanno prese al volo, manchi quella giusta, ti cambia la vita, in peggio».
Si era parlato di te come sostituto di Massa alla Ferrari e ora si parla di Grosjean come prossimo pilota McLaren
«Ho parlato con Boullier, che è il team manager e un amico che mi ha sempre appoggiato in F.1. Ma i piloti li sceglie Ron Dennis, quindi…»
“Non posso tradurlo ma di solito canto a squarciagola macchina di m… non va un ca…buttatela nel ces e mi vien da ridere perché dai box mi ripetono: non abbiam capito, puoi dirlo in inglese!”
Quindi si resterà alla Lotus un altro anno ancora…
«Potrebbe essere la soluzione migliore, dovrebbero arrivare tanti cambiamenti (motore Mercedes, ndr) che darà più potenza. La squadra è buona, lo staff pure, solo che quest’anno siamo stati fregati dalla Renault, ad ogni test un problema, non si riesce a girare, tutte le volte un problema diverso per cui fatichi a capire dove mettere le mani».
E della Ferrari? Si era parlato di te a Maranello l’anno scorso, magari ti conviene imparare l’italiano… «Parlo francese inglese e tedesco e un poco di italiano, non è un problema. Anzi, io di solito in macchina canto in italiano e dal muretto mi chiedono cosa dico. Non posso tradurlo ma di solito canto a squarciagola macchina di m… non va un ca…buttatela nel ces e mi vien da ridere perché dai box mi ripetono: non abbiam capito, puoi dirlo in inglese! Eh eh eh mi diverto da matti, molto meno quando devo guidarla. Scherzi a parte, è un casino capire che succede in macchina, a volte va via di muso altre dietro poi stessa curva cambia totalmente e fa il contrario di prima».
Allora, visto che vuoi vincere almeno un GP, correre con un team competitivo e portare a casa un mondiale, il sogno nel cassetto quale è?
«A 40 anni aprire una pizzeria ristorante sul lago a Ginevra. Ho 28 anni, quindi ho 12 anni di tempo per realizzarlo, magari nel frattempo vinco qualcosa e se ne riparla, faccio un altro figlio e pago le vacanze alla famiglia che sta al mare in Sardegna e io in pista a lavorare come un padre di famiglia!».
Oibò, lo vedi cosa capita un pomeriggio d’estate in un paddock semideserto di F.1 quando trovi un pilota senza addetti stampa attorno che si comporta come dovrebbe un ragazzo di 28 anni? Il Grosjean che non ti aspetti, ex pericolo pubblico numero 1. Per ora almeno e fino alla prossima corsa