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Un Briatore calmo ma stupefatto delle leggerezze e dei disguidi (diciamo così) avvenuti nel corso dell'ultimo Gran Premio che ha sancito la vittoria in Campionato di Verstappen. I sui appunti, dobbiamo però rilevare, sembrano attribuire un'unica responsabilità e un'unica colpa: la FIA.
Le uscite di Briatore sono spesso un pregiato endorsement, un supporto a Liberty Media nel progetto più generale di essere autonomi dalla FIA, per creare una sorta di NFL (la potentissima Lega dei giocatori di football americano) di piloti professionisti. Il problema sono le licenze e se uno arriva dalla F2 non potrebbe accedere poi ad altri campionati se dovesse correre in serie non FIA, come diventerebbe la F1. Ê una lotta politica in cui Briatore fa il cattivo, Stefano Domenicali tace e agisce dietro le quinte e Ben Sulayem deve rifondare la FIA che non ha più soldi e i vari campionati sono tutti in perdita. Un esempio per tutti, la W series che chiude con 2 gare di anticipo perché "bambole, non c'è più una lira..." (anzi, 7 milioni di euro di debiti).
Il buon Flavio dimostra anche un certo grado di ignoranza quando parla dei punti assegnati per intero: infatti la regola fu introdotta dopo i fatti di Spa 2021 e approvata da tutte le squadre. Inoltre nel briefing del giovedì i commissari avevano ribadito che il taglio della chicane sarebbe stato punito con 5 secondi. I piloti lo sapevano e dovrebbe saperlo anche Briatore visto che quella sanzione è stata applicata per la prima volta nel 1989 nel duello Senna - Prost. E conoscendo Flavio e il suo populismo motoristico vederlo sorpreso e indignato per cose che pure lui a suo tempo aveva votato, fa perlomeno pensare. Che non abbia parlato a caso...