GP Italia F1 2020: Magnifique, fantastique! Vive la France (et Italie)

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L’inattesa vittoria di un pilota francese in F1 dopo 24 anni, vissuta a fianco di un francese DOC, che però ama l’Italia e Monza: “put….!”
7 settembre 2020

Per la prima volta, vista la situazione riservata dal destino al ventiventi, credevo di guardare in TV una gara F1 tricolore ascoltandone il commento, italiano... Ma è durata pochissimi minuti l’ipotesi, chiusa domandandosi perché qualcuno paghi salatamente certi servizi. Forse perché sono rimasto a un'altra epoca, non mi evolvo e non seguo più assiduamente la F1. Forse per la costante fortuna avuta, di seguirli in circuito live i GP nostrani o vicini. Certo alla peggio, se serve o se ne ha voglia e tempo, come tutti si seguono ancora e da remoto i Gran Premi lontani. Ma non capita più spesso e nel caso, a sole immagini e testo con dati. Da vecchio purista munito di connessione e dispositivo con più finestre attive, ma senza commenti audio sotto. Il prodotto TV sarà sicuramente ottimo e completissimo, magari sono solo stati quei lunghi frangenti pre-gara surreali, a porte chiuse, che mi stavano facendo un brutto effetto (ma “brutto-brutto” come diceva il poliziotto Huber). Una realtà che non sembrava proprio reale, già da inizio settimana in quel di Monza. Il via del GP programmato ma che non sembrava per nulla un GP d’Italia in corso, in quanto ad atmosfera. Sino appunto a quel via poi arrivato, con il semaforo di domenica alle 15.10. Strano (pure l’orario, un tempo era 14.00) e quasi surreale per tutta Monza. Per tanti appassionati rimasti giustamente tutelati a casa e per la routine tipica, con tanto di indotto, che coinvolge già da agosto tutta la Brianza a ridosso del Parco Reale.

Però certe tradizioni, anche il Covid non le cambia. Ecco allora le Frecce Tricolori sopra la testa e il mio buon amico Vincent che commenta col suo accento che fa tanto ridere o tanto figo, secondo chi lo ascolti. Sono ventuno anni che quest’amico francese, ben più esperto di F1 moderna del sottoscritto, vede il Gran Premio di Monza a Monza. L’ultima decina abbondante di GP, tutti vissuti insieme anche a me e… La passione non si ferma, le tradizioni neanche. Quello cambiato questa volta, forse, è semmai nella traduzione che mi è toccata.

Presenze a ridosso della griglia di partenza, per il GP F1 2020: pochissimi ed è un peccato
Presenze a ridosso della griglia di partenza, per il GP F1 2020: pochissimi ed è un peccato
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E già, questa vittoria francese proprio non ce la aspettavamo e mi ha fatto anche un po' sorridere vederne l’effetto. Fortunatamente, in mezzo al buio interiore del primo Gran Premio a Monza senza alcune persone importanti, causa Covid19. Senza alcune persone che sarebbero per certo state “addosso” e addentro ma… E’ toccato invece salutare col solo pensiero. Qualcuno in quel cimitero a poche centinaia di metri dal circuito, prima di vederla quest’anomala prima gara di F1 italiana del ventiventi dove la Ferrari partiva “da schifo” per fare anche peggio. Già che ci siamo, sulle cose che non sono state come desideravano molti e non solo ferraristi: al netto di “tutto, ma proprio tutto” quanto si vede o ascolta per l’Italia e per il mondo, Monza poteva ospitare sì qualche centinaio di persone in più, nella tre giorni.

Nella strana domenica a basso traffico e zero volume (quello delle F1 e del pubblico assente, con solo qualche lontana trombetta) il fatto più coinvolgente dalla gara interrotta e privata sia del campione sia delle Rosse, è poi stato che per la prima volta da quando ci conosciamo con Vincent, il vincent-e sotto la bandiera a scacchi da soddisfazione piena alla bandiera tricolore francese. Figuriamoci la soddisfazione per lui, super-open-mind e internazionale come pochi, ma che quando certi tedeschi erano troppo superiori… Abbandonava la pista per non vederne il trionfo sul podio. Lui che considera Charles francese e lo apprezza tanto, ma di Monaco conosce tutto incluso quanto ne pensava e come ci si è “regolato” il generale de Gaulle, contando gli interessi statali francesi. Lui che si ricorda bene quell’ultima vittoria tutta francese in F1, di Panis proprio a casa sua. Una vecchia vittoria arrivata sotto la pioggia di Monaco ’96 con una fortuna ben maggiore di quella odierna per Gasly.

Dove una volta era Minardi con tanta fatica e pochi punti, ora AlphaTauri ha vinto
Dove una volta era Minardi con tanta fatica e pochi punti, ora AlphaTauri ha vinto

Alla fine la settimana inedita e grigia dal punto di vista “F1 in casa ma nascosta” che sarebbe potuta culminare con una telecronaca satura di elementi “che me ne frega” grazie alle circostanze di gara e ai francesi invece recupera. Mi sono goduto qualche esclamazione francese più del solito, durante la scalata alla vittoria della AlphaTauri. Non le prevedibili fantastìc o magnifìque, non quello strano supèr messo dove noi non lo posiamo, salvo da bambini, nemenno la tipica me..... Gli incroyable iniziali per quelle tribune e aree ospitalità vuote, sono stati scalzati da quella parolaccia brutta che noi usiamo solo in accezione negativa, sulle persone e comunque per fatti non gradevoli. Loro invece te la buttano lì, sempre maleducata anche senza la vocale (a) finale, ma in situazioni più varie. Come pura esclamazione forte. Me ne ha sparate fuori tre di fila a occhi sbarrati, quando ha visto il suo amichetto Charles andare a finire contro le gomme in parabolica. A proposito, tutte le volte mi tocca sentirmi dire che gli italiani (anche i commentatori) sbagliano a pronunciare Leclerc. Perché quello è un cognome e quindi si dovrebbe pronunciare nella maniera esatta del Paese d’origine (più o meno “l’clèrgr”).

Negli ultimi giri, quando si fa palese che non solo il caso fortunato ma anche la prestazione degli avversari permette un trionfo francese, quell’espressione che inizia per “pi-u-tittì” come ben sapeva sillabare Massimo Boldi (nel film “I 2 Carabinieri”) viene ripetuta ancora. Con il sorriso invece che col timore da bandiera rossa precedente. Tra lui e i suoi connazionali con cui si “sintonizza” nel post-gara gara, mi tocca poi sorbirmi il ripassino degli ultimi piloti francesi a vincere un gran premio F1. Che per fortuna bisogna andare indietro nel tempo e quindi sono pochi nelle memorie dei giovani: Laffite, Tambay, Pironi, Arnoux, Prost, Alesi, Panis e ora Gasly (se ho capito bene).

La penultima vittoria di un pilota francese in F1: Monaco 1996 con tanta fortuna
La penultima vittoria di un pilota francese in F1: Monaco 1996 con tanta fortuna

 

Buono poi il podio, buono si fa per dire senza la solita invasione di pista “del mondo” a emozionare tutti e il nostro giretto tardivo, sulle due ruote lungo lo stradale ancora caldo. Dopo averlo visto cantare compiaciutissimo il loro inno da tempo non suonato per un podio F1, mi esce il vero Vincent. Perché mentre al 90% i francesi pensano molto alla loro nazione con orgoglio e… Basta, gli altri non esistono... Il mio amico sa cantare quasi come un italiano, anzi, meglio di molti italiani il nostro inno. Ricordandone più o meno tutte le parole.

Allora come ha detto lui, è stato un gran premio "de otimo compromesso" non ottimo e basta per le porte chiuse, per i limiti imposti a pubblico, operatori e attività economica, ma bello per i francesi con il loro pilota e gli italiani con un “loro” team, formalmente eretto sulle ceneri della Minardi. Persino Pierre un pochino lo definiscono (adesso tutti) amico dell'Italia visto che staziona a Milano, apprezzandone il valore di città che "ha tutto"..

Per me personalmente, resta una stagione “de m..” sotto troppi aspetti. Però, sarà stato per caso, sarà stato perché il baraccone del Circus ormai è in mano a una regia americana che con lo show ci sa fare, alla fine penalità “giuste” o situazioni “sbagliate” fanno un GP agonisticamente riuscito. Arriva la lotta senza contatti ma a distacchi ridotti e poi un podio che non ti aspetti. Nessuno si è fatto male, chi ha seguito è stato ben interessato e il Gran Premio d’Italia si archivia senza lodi ma con una competizione degna di essere definita tale. Mentre Vincent saluta ribadendo i suoi due inni nazionali preferiti: Vive la France… et vive l’Italie.

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