GP Italia F1 2018 Monza, Ferrari: parla il nuovo AD Camilleri

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Il sostituto di Marchionne alla sua prima nei box della Rossa: il Cavallino continuerà a brillare, con Seb come CR7 per la Juve e un grande team. Il secondo pilota? Sarete i secondi a saperlo
31 agosto 2018

È un tipo dall’aria abbastanza semplice, il nuovo AD della Ferrari, per come si pone verso il pubblico e i media almeno. Lo era anche Sergio Marchionne, nell'apparenza iniziale, ma appena apriva bocca lui faceva capire in fretta quanto fosse tosto e pungente, se necessario, di fronte a chiunque. Camilleri, Louis Carey Camilleri, è invece partito con il sorriso dolce per tutti, senza dichiarazioni forti e nessuna ostilità. “Piuttosto che togliere il sorriso ai rivali della Ferrari, io, preferisco metterlo ai nostri tifosi”.

In primis il capo del Cavallino, capo anche e soprattutto a livello industriale, vuole rimanere con buoni rapporti e accordi insieme a tutti gli attori del Circus. Se si parla di patto della Concordia, da rinnovare, non usa le minacce di chi lo ha preceduto, ma si dice “fiducioso che trovando un formato che accontenti tutti, la Ferrari rimarrà ancora in F1, per vincere”.

I giornalisti lo bombardano di domande non sempre facili, alla sua prima nell’arena rossa che Montezemolo e Marchionne dominavano in lingua italiana. Nel suo mix di inglese e (poco) italiano, Camilleri ricorda che lui non si occupa di altro che Ferrari ora, glissando opinioni su altre Case italiane (vedi Alfa). Soprattutto il neo-AD, ricorda sempre che la Ferrari di oggi non è identificata in lui come capo, ma è una grande squadra, azienda, fatta di molti uomini che lavorano e decidono insieme, per le corse (es. Arrivabene) e per il prodotto di serie. “La decisione su Kimi Raikkonen, che conosco bene e apprezzo, non è ancora stata presa. Quando lo sarà, sarete i secondi a saperlo”. Chiude in breve la diatriba sul secondo pilota in rosso per i prossimi anni e ricorda come per lui “In F1 il Ronaldo che ha la Juve per il calcio esiste, si chiama Seb e corre con noi”.

 

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Un pizzico di orgoglio in più, rispetto alle domande che piovono, Camilleri lo tira fuori ricordando che sono 45 anni che ha conoscenza e contatto con il mondo Ferrari, che non sbuca dal nulla, lui e che a Maranello ci va ogni giorno ora, per lavorare sul prodotto di serie. “Si sente il peso della più grande tifoseria, in Italia e nel Mondo. La responsabilità ce la prendiamo con tutti gli uomini che lavorano a Maranello”.

Parlando di Marchionne, Camilleri lo ricorda come un amico, che lui stesso ha caldeggiato nel ruolo che ha tenuto con onore in Ferrari. “Abbiamo stile diverso, ma gli obiettivi e il business da perseguire sono gli stessi; sto già pensando alle prime riunioni di settembre e al resoconto verso gli azionisti. Faremo brillare ancora il marchio Ferrari”. Circa le decisioni importanti o innovative, che portano a diversificare la gamma di prodotto Ferrari rispetto alla tradizione storica, come voleva anche Marchionne (vedi SUV ed elettrificazione) Camilleri non entra nel dettaglio, per ora “Al momento non ho preso decisioni che variano il percorso intrapreso”.

  

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