Valencia – Bene, bravo, bis: Fernando Alonso spacca il fronte dei vincitori “singoli” di questa pazza stagione e fa doppietta di vittorie. Dopo i magnifici sette, stavolta è stato il pilota della Ferrari a scrivere per la seconda volta il suo nome nell’albo d’oro della gara più pazza dell’anno. Quella della “sorpassite acuta”, nuova malattia di questa F.1 dove ogni curva è buona per mettere le ruote davanti all’avversario e dove a fine gara ti ritrovi in testa al mondiale perché hai sorpassato Vettel e Hamilton.
Il primo ritirato perché ha ceduto il suo motore, il secondo perché in un tentativo di sorpasso (andato male) si è arrotato con Maldonado, che ha contribuito ad aumentare il conto del carrozziere per le due squadre. Zero punti, tanta rabbia e vai Alonso in testa al mondiale!
Nuovo strumento Ferrari: il contasorpassi
Sul cruscotto della sua Ferrari, stavolta oltre al contagiri e alle temperature, hanno messo pure il conta sorpassi visto quello che ha combinato Alonso: partito 11, dopo il primo giro era 8, tre posizioni guadagnate a gomitate. Poi un attacco arrembante a Hulkenberg che faceva da paracarro impedendo allo spagnolo di andare a prendere quelli davanti.
Al via: dominio Vettel
E pensare che il via della gara faceva prevedere un facile successo di Vettel: partito dalla pole il tedesco della Red Bull aveva già 6,8 secondi di vantaggio su Hamilton al 4.giro, ne mancavano 53 alla fine, i conti son presto fatti…
Che qualcosa fosse fuori posto lo si è capito al 13.giro quando Gorsjean, partito meglio di Raikkonen con l’altra Lotus, infilava Hamilton sverniciandolo all’esterno di una curva. Chiaro che il merito di questi numeri da circo equestre sta tutto nelle gomme Pirelli.
Alonso: storia di un capolavoro
Accusate, bistrattate, poi alla fine se il mondiale soffre di sorpassite è perché alcuni piloti sanno come gestire le gomme, altri pensano solo all’autoscontro e i risultati si vedono con record di vincitori e di sorpassi. All’11 giro Alonso sfila Hulkenberg e passa all’attacco di Raikkonen per la sesta posizione, tre giri dopo rimonta fino alla 5.posizione e quando davanti fanno il primo pit stop, Alonso è già terzo.
Storia capolavoro di un avvio arrembante e dai box il suo ingegnere, Andrea Stella, che gli comunica “Ok, Nando, ora puoi accelerare e andare a prendere quelli davanti” come se fino a quel momento Alonso fosse andato a spasso. Segno che la Ferrari c’è anche di assetto e che l’errore del giorno prima diventa occasione per rimediare alla grande: “Abbiamo imparato molto dal GP del Canada – dice Domenicali – e abbiamo imparato a gestire meglio il degrado delle gomme”.
Controllo di telemetria inedito
Merito di un nuovo controllo di telemetria che altre squadre avevano e la Ferrari no. Per completare il capolavoro mancava ancora un tassello, messo in conto dalla rossa ma non da Vettel, che coi sui 34 secondi di vantaggio sul primo inseguitore, dava l’impressione di avere un appuntamento importante per la cena, prima arriva, prima mangia…
Invece no, ci han pensato al 29.giro Vergne, Toro Rosso, e Kovalainen (Catherham) a combinare il pasticcio. Eh sì, perché anche dietro si sorpassa (come dimostra Webber che da 19.in griglia è già a metà gruppo).
Veloce come Italo
Botta, detriti e safety car in pista. La Ferrari richiama subito Alonso al box, la McLaren Hamilton, i rossi sono eccezionali e spediscono fuori Alonso come se fosse un treno (Italo, per la precisione…) mentre Hamilton vede le sue ruote sparire e poi ricomparire perché non si trovano i bulloni. Alonso è secondo, riparte la gara senza safety et voilà: altro colpo di scena.
Qualcosa bolle sulla Red-Bull
Nei giri dietro alla macchina staffetta, qualcosa bolle sulla Red Bull e Vettel parcheggia a bordo spiaggia, lanciando anatemi in tutte le lingue del mondo. Alonso è in testa, ma non è finita. Grosjean rimonta, si attacca agli scarichi della rossa, pare attaccare Fernando ma i motori Renault soffrono e stavolta bolle l’alternatore. Via un altro rivale, dietro intanto Kobayashi fa secco Massa, prima aveva fatto secco Senna, Webber si infila nel gruppone dove Hamilton e Maldonado si avvicinano all’ultimo giro pericolosamente vicini.
(Ri)ecco Schumacher
Infatti, altro patatrack fra i due e così con Webber che assaggia il podio, arriva Schumacher, anni 43, che complice un alettone aperto dove non avrebbe dovuto (guasto o voluto?) infila la Red Bull e finisce sul podio, sei anni dopo il GP del Brasile del 2006, nuovo record per un pilota. Finita? Per niente: giro di rientro, Alonso prende una bandiera spagnola, poi la rossa si blocca. Per non restare senza benzina Fernando si arresta a bordo pista. Altra suspance per le verifiche tecniche, ma intanto, applausi, sipario. E vai con la prossima!