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SPA - Ha dovuto aspettare cinque mesi per riprendersi quella vittoria che in Bahrain la sua Ferrari gli aveva negato, e due mesi dall'Austria, quando gli fu negata all'ultimo giro da Verstappen, ma in Belgio, Charles Leclerc, 21 anni e 10 mesi, è finalmente salito sul gradino più alto del podio. E lo ha fatto in una gara in cui non ha vinto solo lui, ma tutta la Ferrari. Il perché è presto detto. Partiti in prima fila con Vettel al fianco, i rossi dovevano controllare la gara, ma sul passo e sul consumo delle gomme, contro le Mercedes, specie quella di Hamilton, secondo davanti a Bottas al traguardo, l'impresa era dura.
E qui è venuta fuori l'anima Ferrari. Vettel richiamato ai box in anticipo (15 giro) con una strategia di attesa, Leclerc al 21 giro, seguito a sua volta da Hamilton che lo marcava a uomo. E qui la Ferrari ha giocato di squadra, tenendo Vettel in pista quel tanto che è bastato per rallentare il ritmo di Hamilton e impedirgli di andare a caccia di Leclerc: "E' stato uno spirito di squadra quello che ci ha guidato - ha detto poi il responsabile della GES Binotto - Sebastian si è sacrificato adeguandosi alle strategie. Per noi non era importante chi fosse il vincitore, doveva essere una Ferrari. Ha eseguito gli ordini e si è messo a disposizione della squadra. La vittoria di oggi è il frutto del lavoro di tutti" .
Impeccabile, infatti alla Ferrari manca ancora qualcosa sul passo gara e la durata delle gomme. Sul finire degli stint, infatti, le Mercedes sono sempre più veloci e recuperano quello che perdono nei primi giri. In pista, a Spa, è stato evidente con Hamilton che recuperava anche 1 secondo al giro su Leclerc. Ma qui è emersa l'altra dote del monegasco, ovvero il saper gestire al meglio il materiale a disposizione. Nessun panico, attenzione al materiale a disposizione e freddezza nel non commettere errori. I nove decimi che hanno separato al traguardo Leclerc da Hamilton sono il frutto di una strategia indovinata, di un perfetto lavoro di squadra dove un 4 volte campione del mondo come Vettel si è messo a disposizione di Leclerc, e di qualità di un pilota giovane, di talento, che da questa vittoria finalmente trova quella serenità d'animo per poter fare meglio in futuro.
Perché la prima vittoria è un ostacolo difficile da superare, farlo con una Ferrari diventa ancora più impegnativo. Ma nel momento in cui lo fai, ti togli un peso di dosso e corri più sereno. Per questo si può dire che il vero Leclerc lo vedremo più avanti, libero da complessi, timori e fiducioso in se stesso. E se la Ferrari lo assiste, ne vedremo delle belle.
Per il resto, sulla gara è pesato il clima della morta di Hubert il giorno prima, tanto che al 19.giro, come il suo numero di gara, tutto il pubblico si è alzato in piedi per un applauso corale e Leclerc, al pari degli altri piloti, hanno applicato un messaggio di saluto allo sfortunato pilota. Amico di Charles, coetaneo con un sogno nel cassetto, quello che Leclerc ha realizzato anche per lo sfortunato Anthoine.