Gilles Villeneuve, pilota del mito che non muore: Aforismi

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Una raccolta di frasi del tempo in cui il mito del pilota Ferrari si è formato: quello che lui diceva, quello che qualcuno gli diceva o solamente pensava, senza poter dire in faccia; quello che ci fa rivivere oggi un personaggio ineguagliato della vecchia F1
7 maggio 2018

Nel mese in cui ricorre la sua morte, tragica e al tempo stessa capace di trasformarlo istantaneamente in mito del motorsport, riportiamo sulle pagine di Automoto.it alcune frasi legate al personaggio di Gilles Villeneuve. Un mito che non muore mai, come titola la mostra in corso presso il museo dell’Autodromo di Monza, a ricordo di quel piccolo pilota di F1 che venuto dal Canada, senza grande curriculum, con la Ferrari rischiava sempre, troppo. Ha lasciato una scia di emozioni e applausi a bordo pista, ma anche un'eredità pesante al figlio Jacques, capace però poi di essere anche lui un campione, con tanto di titolo iridato in F1.

Gilles Villeneuve

“Aspettami, non ci metterò molto” (alla moglie Joann, prima di salire in macchina)
“Se è vero che la vita di un essere umano è come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l’attore protagonista e il regista del mio modo di vivere”.
“Mi chiamò Enzo Ferrari in persona e mi chiese: “Sei pronto a correre per noi?”
. Io risposi: “Certo che lo sono!”.
“Non penso alla morte, ma accetto il fatto che sia parte del gioco”.
“Non puoi staccare il piede dall’acceleratore mentre stai correndo. L’unica speranza è che l’altro pilota ti stia guardando nello specchietto retrovisore”.

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La famiglia

Seville Villeneuve, padre di Gilles “Gilles non aveva davvero paura. Qualunque cosa guidasse, la faceva sempre andare al massimo”.

Joann Villeneuve, moglie di Gilles “Arrivò e disse: Ho venduto la casa per comprare una macchina”. “Carlos Reutemann era molto alto e mi ricordo che quando veniva da Gilles gli dava un colpetto sulla testa e gli diceva: “Salve, tappetto, come va?”.

Jacques Villeneuve

“Ogni volta che ho debuttato in Formula Atlantic, poi Indy o Formula 1, tutti a chiedermi se lo facevo per continuare l’opera di Gilles. E lì ho cominciato a non parlare. Solo dopo aver conquistato il Mondiale sono diventato Villeneuve, cancellando il figlio di Gilles”.

Enzo Ferrari

“Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti tanto quanto macchine. Alcuni dicevano che Gilles era pazzo. Mai io dissi: Lasciate che provi. Quando mi presentarono quel piccolo canadese, tutto nervi, riconobbi subito in lui il fisico di Nuvolari e mi dissi: Dagli una possibilità”.

“Ammiro Villeneuve. È il risultato di una scommessa che ho fatto con me stesso. Quando l’ho ingaggiato pensavo che nessun altro avrebbe mai puntato dei soldi su di lui”.

“Villeneuve, con il suo temperamento, conquistò subito le folle e ben presto diventò… Gilles! Sì, c’è chi lo ha definito aviatore e chi lo valutava svitato, ma con la sua generosità, con il suo ardimento, con la capacità “distruttiva” che aveva nel pilotare le macchine, macinando semiassi, cambi di velocità, frizioni, freni, ci insegnava cosa bisognava fare perché un pilota potesse difendersi in un momento imprevedibile, in uno stato di necessità. È stato campione di combattività e ha regalato, ha aggiunto tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene”.

I colleghi

Mauro Forghieri “Gilles e Jody hanno formato la migliore squadra che abbia mai avuto”.

Jody Scheckter “Gilles voleva vincere ai giri. Per lui non era tanto importante vincere la gara e nemmeno il campionato mondiale. Era molto intelligente, ma secondo me voleva ottenere dalle corse le cose sbagliate”.
“Se Villeneuve potesse tornare indietro e vivere di nuovo la sua vita, penso che farebbe esattamente le stesse cose”.
“È stato la persona più sincera e genuina che abbia mai conosciuto. Ma non se n’è andato del tutto. Il ricordo di quello che ha fatto sarà per sempre con noi”.

Chris Amon, pilota Ferrari 1967-1969 “Ho conosciuto un solo pilota che aveva lo stesso controllo della macchina di Gilles, un ragazzo che in ogni circostanza sapeva sempre cosa fare. Il suo nome era Jim Clark”.

Keke Rosberg, campione del mondo 1982 “Gilles era assolutamente coraggioso. Era il più gran bastardo contro cui si potesse correre e che io abbia mai conosciuto, ma era davvero leale. Un pilota grandissimo”.

Patrick Tambay, pilota di Formula 1 “Faceva tutto a 300 all’ora. Sciare, guidare il motoscafo, giocare a backgammon. Spendeva sempre una esagerazione per i regali di Natale dei bambini o anche a black jack al Casino... Giocava a Monopoli e si comportava come se stesse guidando una macchina di Formula 1”.

Niki Lauda, campione del mondo 1975, 1977, 1984 “Gilles Villeneuve mi è sempre piaciuto. Mi piaceva tutto di lui, anche se non condividevo i rischi che era solito correre. Era il tipo più pazzo che io abbia mai incontrato in Formula 1”.

 

 

OMF

 

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