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In occasione del GP di Germania, andato in scena lo scorso weekend al Nürburgring, abbiamo incontrato Frank Williams, Manager e Fondatore dell'omonima scuderia di Formula 1, che ci ha parlato di come è cambiato il circus nel corso degli anni, confessandoci anche quali sono a suo avviso i migliori piloti del passato e del presente. Le sue risposte si sono rivelate per nulla scontate...
La Williams è entrata nella storia della Formula 1 già da diverso tempo, ma 600 Gran Premi sono di certo un traguardo importante. Come hai visto cambiare la Formula 1 nel corso degli anni?
«Le prime due cose che mi vengono in mente sono che la F1 di oggi è molto più costosa e molto più competitiva che in passato».
Un tempo la Williams era sostanzialmente un team che si dedicava alle corse e alla F1, mentre oggi è diventata un centro di advanced technology, come testimonia l’accordo con Nissan per la fornitura di alcune tecnologie. Oggi si sta quindi diversificando il vostro business?
«Dal momento che, come dicevamo, la F1 di oggi è diventata molto costosa, non si può pensare di mantenere il team solamente con i soldi di Bernie (Ecclestone, ndr) e con quelli provenienti dagli sponsor. Per esempio noi quest’anno abbiamo davanti una stagione molto difficile e probabilmente perderemo degli sponsor, quindi senza una diversificazione delle attività di business andremmo incontro al rischio di mancanza di fondi sufficienti per continuare l’avventura in F1».
Oltre a Williams, anche McLaren sta investendo ingenti capitali in tecnologie al di fuori del mondo della F1. Viene quasi da pensare che in Inghilterra sia più facile trasferire le conoscenze che si maturano in F1 in altri ambiti di sviluppo…
«Probabilmente questo aspetto si può spiegare pensando al fatto che in Inghilterra c’è un numero elevatissimo di persone che seguono le competizioni motoristiche, gli Inglesi sono pazzi per la F1. Queste persone sono molto preparate e quindi sono sempre più interessate a conoscere e sfruttare gli aspetti tecnologici legati alla Formula 1.»
Sicuramente per portare avanti un business di questo tipo serve una visione chiara come quella che dimostra di avere Frank Williams…
«Essere riuscito a creare un team di F1 non è merito di strumenti o possibilità, ma della mia passione per la F1 che nasce quando ero giovanissimo, ai tempi della scuola. Sono sempre stato matto per la F1, già ad undici anni leggevo le cronache sportive dei giornali inglesi e francesi, anche perché volevo imparare una nuova lingua».
“Essere riuscito a creare un team di F1 non è merito di strumenti o possibilità, ma della mia passione per la F1. Sono sempre stato matto per la F1”
Quali sono i migliori piloti di sempre e quali avresti volto avere nella tua squadra?
«Non posso rispondere a questa domanda in maniera precisa, perché non ho conosciuto tutti i grandi pilota del passato. In ogni caso i primi piloti che mi vengono in mente di cui conservo il miglior ricordo sono sicuramente Jackie Stewart, Emerson Fittipaldi e Michael Schumacher. Per venire ai giorni nostri invece considero tra i migliori sicuramente Lewis Hamilton».
E invece cosa pensi del tre volte campione del mondo Vettel?
«Per Sebastian Sebastian Vettel il discorso è diverso. Vettel ha la sfortuna di aver fatto una grande carriera agonistica in F1 grazie alla grande superiorità delle macchine che ha guidato (Red Bull, ndr). Vorrei vederlo soffrire in Williams per una stagione (ride, ndr). Solo in questo modo potrebbe dimostrare il suo reale valore».
Williams l’anno scorso è tornata alla vittoria, questo significa che la capacità di vincere è ancora nel vostro DNA, quando l’occasione si presenta…
«Nella nostra fabbrica abbiamo ben due gallerie del vento, soltanto che ci è vietato di utilizzarne una delle due e non ho mai capito il perché. Per vincere bisognerebbe avere un “Adrian Newey” (Direttore Tecnico Red Bull, ndr) e un esercito di meccanici ben organizzato. Noi non abbiamo problemi ad ammettere che la nostra macchina non è sufficientemente veloce, abbiamo soprattutto problemi di natura aerodinamica. In F1 infatti ormai abbiamo motori tutti più o meno simili e utilizziamo tutti le stesse gomme. Quello che conta oggi, quello che fa veramente la differenza, sono i piloti e l’aerodinamica».
“Vettel ha la sfortuna di aver fatto una grande carriera agonistica in F1 grazie alla grande superiorità delle macchine che ha guidato (Red Bull, ndr). Vorrei vederlo soffrire in Williams per una stagione (ride, ndr)”
Frank Williams è uno dei pochi inglesi della F1 che parla la lingua italiana, perché sappiamo di una vecchia relazione con il nostro Paese. È un rapporto di odio e amore quello che ti lega all’Italia?
«Quando ero bambino mia madre mi mandò a frequentare una scuola cattolica in Scozia. All’epoca trovavo completamente inutile apprendere le discipline matematiche, mentre preferivo dedicarmi all’apprendimento del francese, del latino, del tedesco e poi anche dell’italiano. Detto in confidenza, oggi mi meraviglio ancora nel vedere che ai ragazzi fanno studiare per sei anni il latino, mentre nessuno lo parla nel mondo. Sarebbe molto meglio insegnare il russo, il cinese o l’arabo!».