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Un nono posto in qualifica può sembrare una piccola cosa. Ma il risultato di Franco Colapinto nel sabato del Gran Premio dell’Azerbaijan 2024 di Formula 1 è tutt’altro che trascurabile. Vedendo la sicurezza con cui l’argentino si è mosso in una lotta per il giro secco tutt’altro che agevole, non sembrerebbe che sia arrivato in F1 quasi per caso. Eppure, in pochi fino a qualche settimana fa potevano immaginarsi che sarebbe stato lui a sostituire un Logan Sargeant ormai privo di ogni forza per continuare il suo percorso in un ambiente che non faceva per lui.
Colapinto è stato catapultato in F1 con un preavviso irrisorio. James Vowles a Monza ha raccontato di averlo informato della sua promozione il martedì prima del Gran Premio d’Italia, rendendo concreto quello che prima sembrava solo un sogno. Il tempio della velocità brianzolo non sarà un circuito particolarmente ostico per un debutto così estemporaneo, ma che Colapinto avesse qualcosa di speciale nella sua disposizione d’animo lo si è capito subito.
Capita spesso che i giovani piloti, per quanto preparati in modo molto accurato a interfacciarsi con i media, finiscano per essere intimiditi dall’attenzione di un numero di giornalisti esponenzialmente più alto rispetto a quello che copre le categorie minori. Franco, invece, si è presentato davanti alla stampa con una certa naturalezza, pronto a raccontarsi con una grande dovizia di particolari. E a questa voglia di chiacchierare ha aggiunto anche una buona dose di sfacciataggine, mostrando una personalità volitiva.
È lo stesso atteggiamento vulcanico che Colapinto ha dimostrato in pista a Baku, senza il timore reverenziale che una pista come questa può suscitare. Certo, è incappato in un errore nelle FP1, ma questo intoppo non gli ha impedito di fare meglio in qualifica rispetto al suo compagno di squadra, Alex Albon, che non veniva battuto sul giro secco dal vicino di box dal 2022. Non solo: Colapinto è il primo argentino a qualificarsi tra i primi dieci dopo Carlos Reutemann, la cui ultima apparizione in top ten risale al 1982.
Si dirà che venire dopo Nicholas Latifi e Logan Sargeant rende più semplice il compito di spiccare nel confronto con il compagno di squadra. Ma Albon, pilota stimato e di grande esperienza, rappresenta un metro di paragone non facile. Portare una Williams alla Q3 su una pista sfidante come quella di Baku non è compito semplice di per sé, figuriamoci per un talento arrivato nel Circus con la consapevolezza che la sua avventura durerà solo nove GP, almeno per ora. Ma Colapinto, nei modi e nei fatti, sta dimostrando di essere arrivato in Formula 1 per restarci.