Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
I guelfi e i ghibellini. E poi Mazzola e Rivera. Figurarsi se fra Monza e Imola non nasce il partito degli oppositori. In Italia, fin dal medioevo (anzi prima…) è sempre stato un dividersi su tutto, quindi non deve stupire se oggi, con il rinnovo del GP d’Italia a Monza, sia spuntata anche la candidatura di Imola. E’ stata un po’ una sorpresa, visti gli ultimi anni dell’impianto bolognese, con conti in rosso e un rilancio impossibile.
Ma ora pare ci siano i soldi, una cordata imprenditoriale ci mette quello che serve e dal punto di vista politico il sindaco Daniele Manca non ha perso tempo per presentarsi a Londra da Bernie Ecclestone con una proposta valida e concreta. Riportare la F.1 a Imola sarebbe un ritorno al passato, ma vista la situazione attuale si parla di alternanza con Monza. Quindi non una sostituzione, ma una idea che possa servire ad ammortizzare i costi fra Monza e Imola.
A Monza manca il supporto delle istituzioni
Con un solo GP i costi sono alti e i ricavi bassi, ma un conto è sistemare tutto in un anno, un altro è spanderli su due anni, potrebbe essere una idea buona. Monza, dal canto suo, insiste nel voler risolvere la situazione in breve, sperando di trovare i soldi che servono. La candidatura di Imola, avvalorata dal sindaco, fa capire però che sul fronte politico il punto debole di Monza è proprio la mancanza di supporto delle istituzioni.
Il sindaco di Monza, infatti, Roberto Scanagatti, a parole è dalla parte dell’impianto, in realtà non si è mai speso per andare a Londra e parlare con Ecclestone, non solo, la sua giunta ha pure varato un provvedimento che l’amministrazione precedente (del leghista Mariani) aveva esonerato l’impianto dal pagamento dell’IMU. Va bene che è una imposta statale, ma ora la giunta Scanagatti mette Monza di fronte al versamento di oltre un milione di euro, cosa che non aiuta i bilanci.
Ecclestone e la sua vendetta contro Monza
In più, a rendere più difficile la gestione di Ivan Capelli c’è la cattiveria con cui Ecclestone è deciso a rivalersi nei confronti di Monza. Infatti, per capire l’acredine di Bernie c’è da fare un passo indietro. A quando il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, con l’allora presidente ACI Milano, Carlo Maria Valli, si erano presentati da Ecclestone garantendo soldi, supporto e quanto serviva, salvo poi sparire dalla circolazione senza farsi più ritrovare.
Ecclestone dice di aver raggiunto un accordo, ma a Monza gli attuali responsabili non hanno nulla in mano, per cui Bernie si sente preso in giro e per questo l’ha giurata a Monza, tanto che la candidatura di Imola, a prezzi più bassi rispetto a quelli chiesti a Monza, fa capire che qualcosa non torna. C’è sotto un bluff o il solito gioco delle tre carte, in ogni caso, al di là delle dichiarazioni ufficiali di merito (dal presidente ACI a Marchionne) c’è un altro aspetto da considerare.
Mugello in vendita
Infatti, chi ipotizzava un GP al Mugello, deve sapere che la Ferrari sta vendendo l’impianto! Al momento rappresenta un costo senza benefici: la F.1 non ci può girare, le auto di serie a Fiorano bastano e avanzano, cosa farsene di un impianto del genere? La trattativa pare avviata col gruppo Audi, che potrebbe comprare l’impianto e farlo diventare la pista di prova della Ducati, che con le moto ha più possibilità di girare (e fra l’altro al Mugello si corre il GP d’Italia…).
Bernie si sente preso in giro e per questo l'ha giurata a Monza, tanto che la candidatura di Imola, a prezzi più bassi rispetto a quelli chiesti a Monza, fa capire che qualcosa non torna
A questo punto la questione è delicatissima, se Imola non ce la fa, Monza rischia, il Mugello, nelle mani tedesche, potrebbe trovare quei fondi che la Ferrari non può permettersi. E non dimenticate che l’impianto di Nardò, in Puglia, dalla Fiat è già stato venduto al gruppo VW Audi intestandolo alla Porsche. L’Audi i soldi li ha e i bilanci sono floridi, la Ferrari ha i soldi, ma anche beni da cedere, come il Mugello. Ora non resta che attendere lo sviluppo degli eventi.
Paolo Ciccarone