Formula 1 2014, manager a confronto. Chi sono Horner, Wolff e Domenicali?

Formula 1 2014, manager a confronto. Chi sono Horner, Wolff e Domenicali?
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Dal dominio Red Bull a quello Mercedes, dal presenzialismo di Chris Horner a quello di Toto Wolff. Cambiano le gerarchie in F.1. E Domenicali? Perché quando la Ferrari non vince viene sempre attaccato dai tifosi? | <i>P. Ciccarone, Bahrain</i>
4 aprile 2014

BahrainDal dominio Red Bull a quello Mercedes. Dal presenzialismo di Chris Horner a quello di Toto Wolff. Cambiano le gerarchie in F.1, dopo la doppietta Hamilton Rosberg nel GP di Malesia, ma non cambia il modo di affrontare questa sfida. Per quanto diversi nell’aspetto, uno piccolo e tarchiato (Horner) l’altro alto e slanciato (Wolff), i due sono simili sotto tanti punti di vista. L’estrazione agonistica, tanto per cominciare. 

Chris Horners vs Toto Wolff

Entrambi hanno corso in auto ad alto livello, sanno cosa vuol dire stare nell’abitacolo di una monoposto e capiscono la mentalità di un pilota e cosa serve per andare forte. Uno, Horner, è nato il 16 novembre del 1973 in Inghilterra, l’altro, Wolff, il 12 gennaio del 1972 a Vienna, in Austria ed entrambi hanno mosso i primi passi in monoposto. F.Ford per entrambi, prima che Horner passasse alla F.Renault e salisse fino alla F.3000, anticamera della F.1. Wolff, invece, dopo la F.3 è passato alle GT correndo con Porsche e vincendo anche una 24 ore del Nurburgring e una 24 ore di Dubai oltre a diventare vicecampione austriaco di Rally.

toto wolff mercedes
Toto Wolff ha un passato da pilota ad alto livello

 

Per entrambi la folgorazione è arrivata a metà strada: per Horner, che dopo un incidente aveva capito che la strada della F.1 come pilota era chiusa, per Wolff quando nel 2004 fondò la March Sixteen Investments operante nell’high tech e internet con investimenti mirati in tecnologia di alto livello. Guarda caso quella da corsa. Da qui i soldi investiti nella Williams F.1 prima e nella Mercedes poi.  Horner, invece, rilevò il team Arden che ora corre in GP2 e GP3 e poi, grazie all’esperienza da manager, arrivò al timone della Red Bull F.1.

Domenicali: tutta un'altra pasta

Volendo fare un confronto con Stefano Domenicali, responsabile della Ferrari, è evidente che siamo di fronte a una diversa scuola di formazione tecnica. Domenicali è laureato, è cresciuto all’interno della Ferrari ricoprendo sempre ruoli di prestigio fino a diventare responsabile della GES Sportiva dopo l’abbandono di Jean Todt. Non ha mai corso in auto, non ha mai avuto esperienze agonistiche come i due rivali. E questo fa la differenza quando si deve trattare con un pilota e ci si deve immergere nella sua mentalità.

chris horner red bull
Anche Chris Horner si è fatto le ossa nel Motorsport

 

La differenza, inoltre, diventa stridente sotto un altro punto di vista. Domenicali ha “il grave difetto” di essere persona onesta e per bene. Non passerebbe mai sul corpo di un suo dipendente e prima di decidere un taglio, si fa carico anche dell’aspetto umano. E’ un manager onesto e per bene e sotto certi punti di vista, specie in F.1, questo è un problema. Horner e Wolff sono più furbi e spregiudicati, annusano l’aria e se possono aggirano l’ostacolo.

Horner: un approccio alla Eddie Jordan

Domenicali non può, sia per tradizione Ferrari, sia per una questione caratteriale. Horner e Wolff hanno un interesse diretto in tutto quello che accade nel team, guadagnano comprando e vendendo, hanno il profitto in relazione al successo conseguito. Domenicali è un dipendente che ha dei capi sopra di lui e deve rendere conto di ogni decisione e, magari, farne proprie alcune che gli vengono imposte, ma non si deve sapere.

Domenicali ha “il grave difetto” di essere persona onesta e per bene. Non passerebbe mai sul corpo di un suo dipendente e prima di decidere un taglio, si fa carico anche dell’aspetto umano

 

Horner è cresciuto alla scuola inglese, quella dei manager alla Eddie Jordan, che a fine stagione invece di pagare i conti dei motori alla Ford si fece rimborsare alberghi e ristoranti dei tecnici al seguito della F.1, col risultato che la Ford non solo non beccò un quattrino, ma dovette pure pagare perché non avevano letto una piccola clausola nel contratto…

stefano domenicali
Stefano Domenicali ha una formazione maturata prima all'Università e poi all'interno della Ferrari

Wolff: scuola bergamasca

Wolff invece è di scuola…bergamasca! Infatti parla meglio il bergamasco che l’italiano per aver corso nel GT con il team di Orlando Redolfi. “Era uno spasso a quell’epoca – dice Wolff – si mangiava un panino col salame, poi Orlando arrivava con un caffè e una bottiglia di grappa. Bevi questa mi diceva, ogni bicchiere un secondo al giro in meno”. A volte si partiva ubriachi, spesso si vinceva. Ma la cultura bergamasca, quella di essere molto pratici e apparire meno, l’ha fatta propria.

 

E i risultati si vedono. Domenicali, invece, tutte le volte che la Ferrari non vince viene attaccato dai tifosi. Come se cambiando lui cambiassero la macchina che invece viene fatta dai tecnici. Il manager italiano ci mette la faccia, gli altri le decisioni. L’inglese e l’austriaco, in questa staffetta al vertice della vittoria, sanno che la faccia viene dopo i soldi. Che arrivano e pure tanti. E’ il nuovo corso della F.1 del 2014, prendere o lasciare.

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