Formula 1. Zhou sul suo futuro: “Sto trattando con diversi team”

Formula 1. Zhou sul suo futuro: “Sto trattando con diversi team”
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Guanyu Zhou a Shanghai ha realizzato il sogno di competere nel suo GP di casa, ma ora pensa al suo futuro in Formula 1. Ecco la nostra intervista esclusiva al pilota della Sauber
22 maggio 2024

“Il mio grande sogno era arrivare in Formula 1, ma quando ci sono riuscito l'altro desiderio era correre in Cina. Dopo due anni senza la mia gara di casa, mi mancava quella sensazione e volevo viverla”: quando lo incontriamo a Imola è passato più di un mese dal GP di Shanghai, ma Guanyu Zhou non può dimenticare l'emozione incredibile di correre davanti al suo pubblico. “L’esperienza del GP di Cina è stata molto diversa da come me l’aspettavo. Sapevo che avrei avuto un grande supporto da parte del pubblico, ma non mi sarei mai immaginato che coinvolgesse tutti gli spettatori”.

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“Ogni volta che scendevo in pista, tutti i fan mi incitavano, è stato incredibile. Quello che Max e Lewis sperimentano nella loro gara di casa è fantastico, ma Shanghai è un’altra cosa. La domenica mi sono molto emozionato, perché tutti gridavano il mio nome”. Nasce da questo calore incredibile la commozione di Zhou alla fine del GP. Un’immagine potente, quella di un pilota che sente ripagati gli sforzi incredibili per raggiungere un obiettivo tutt’altro che alla portata per un asiatico.

Se Zhou da un lato è un ambasciatore dell’Asia in F1, dall’altro lo è per la F1 in Cina. “Negli ultimi anni nel mio paese l’interesse per la Formula 1 è cresciuto molto, specialmente se comparato a 10-15 anni fa. Credo di aver giocato un ruolo importante in questo aumento di popolarità. Anche le persone che non conoscevano il mondo delle corse stanno imparando che cos’è davvero la F1, spinti dall’interesse che suscita avere un pilota cinese in griglia. Sono molto contento di veder crescere l’attenzione nei confronti del nostro sport, anche rispetto alla mia prima stagione in F1”.

La F1 era ancora un sogno lontano quando Zhou, da ragazzino, si trasferì in Europa per fare un salto di qualità. “Spostarmi nel Regno Unito fu uno shock – racconta - ero molto giovane. Ma lo feci perché volevo mettermi nelle condizioni migliori per proseguire la mia carriera. Venendo da una grande città come Shanghai, se mi fossi trasferito a Londra, o a Milano, non sarebbe stato un grande cambiamento. Ma andai a vivere a Sheffield, una piccola città tranquilla, in cui le persone vivono molto diversamente rispetto a chi abita in una metropoli. Non fu semplice, non c’era molto da fare rispetto a come ero stato abituato fino a quel momento”.

“Ma la cosa più scioccante di tutte – specifica - fu il livello dei piloti. Mi resi subito conto che avrei dovuto fare un grande salto per batterli in pista”. Uno shock ancora più grande sarebbe arrivato molto dopo, quando Zhou avrebbe coronato il sogno di una vita, debuttare in F1. Al passaggio nella massima categoria lo ha colpito “la pressione esercitata sui piloti. Non arriva da noi stessi, ma dal team e dall’esterno. Finora ho sempre avuto contratti annuali, o con un’opzione per il secondo anno, e questo genera dello stress. Cerco sempre di pensare al mio futuro, a cosa devo fare per rimanere in questa categoria, ovviamente concentrandomi sulla pista. E poi viaggiamo moltissimo. Adesso mi sono abituato, ma il mio primo anno fu scioccante”.

In un momento di grandi cambiamenti e di forti pressioni, Zhou ha trovato un faro nel suo compagno di squadra, Valtteri Bottas. “Mi trovo molto bene a lavorare con Valtteri, è una persona molto generosa e onesta. Non facciamo giochetti, siamo sempre molto trasparenti. Mi ha aiutato moltissimo soprattutto nella mia prima stagione in F1. Ero alle prime armi, e non sapevo come essere subito veloce in termini di passo. Per me Valtteri è stato un esempio, ho cercato di imparare da lui ogni giorno. Non solo in termini di guida, ma anche il modo in cui comunicava con gli ingegneri e guidava il team verso la direzione giusta”.

Ma in F1 Zhou ha trovato anche il suo idolo d’infanzia, Fernando Alonso.Non mi sarei mai immaginato di correre con lui, e che la sua carriera sarebbe continuata così a lungo. Non solo ha mantenuto la passione per questo sport, ma anche una forma fisica invidiabile. Nel 2004 vidi il primo GP di Cina e diventai subito un suo grande fan. È stato di grande ispirazione per me, volevo essere come lui. Sono molto contento non solo di competere con lui, ma anche di aver lavorato all’interno dello stesso team, l’Alpine. La mia prima sessione di FP1 la disputai sulla sua vettura. Fernando è un grande amico, disponibile sia in pista che fuori. Spero di poter battagliare con lui presto, così come accadeva nel 2022”.

C’è qualcosa, però, in cui Zhou più che il suo eroe Fernando ricorda Lewis Hamilton: si fa notare nel paddock per il suo stile, frutto di un’inclinazione che è nel suo DNA. “La mia passione per la moda è nata quando ero un bambino. Forse l'ho ereditata da mia madre: è sempre stata appassionata. Quando avevo 13 anni, poi, cominciai a vestirmi secondo il mio gusto”. Da quelle prime espressioni di personalità attraverso gli outfit Zhou ne è passata di acqua sotto i ponti, e oggi Zhou è testimonial di Dior in Cina. “Sono contento di rappresentare un brand così iconico – spiega -. E l’ambiente della F1 è molto più aperto a queste forme di espressione rispetto a qualche anno fa”.

Zhou in pista corre con il numero 24, un omaggio a un altro suo idolo, Kobe Bryant. “Kobe è venerato in Cina. Guardavo le sue partite, indossavo solo le sue scarpe da bambino. Mi piaceva tantissimo il modo in cui giocava, l’impegno che metteva nella sua routine quotidiana per crescere ancora di più anche se era già il migliore. Bisogna avere questa mentalità da atleta”. Una disposizione d’animo che torna utile nel contesto di una stagione complessa per la Sauber, un team che sta attraversando una trasformazione profonda.

È stata una stagione piuttosto difficile, finora – riconosce Zhou -. Abbiamo faticato molto per via di alcuni problemi durante le soste, ma stiamo migliorando. I valori in campo sono molto ravvicinati, e dobbiamo assicurarci di massimizzare i nostri risultati. In molte occasioni avremmo potuto cogliere un undicesimo posto, ma con i problemi ai pit stop le cose sono andate molto peggio del previsto. Sono sicuro che la situazione si risolleverà, anche con gli aggiornamenti che arriveranno nel corso della stagione”.

Ma c’è un’altra priorità, che riguarda il suo futuro. Il suo sedile in Sauber è molto ambito, visto che il team di Hinwil diventerà la scuderia ufficiale di Audi nel 2026. Zhou, chiaramente, non sta a guardare. “Sto parlando sia con il mio team attuale che con altre scuderie – rivela -. Il mercato si è già acceso, con diversi cambi di casacca, ma ci sono ancora alcuni sedili liberi. Dal mio punto di vista, però, non cambia molto rispetto agli anni scorsi, visto che ho sempre sentito la pressione riguardo al mio futuro. Ma sono sicuro che troverò una soluzione, facendo il massimo in pista”.

“Tra cinque anni spero di essere ancora in Formula 1, e lottare per il podio. Per me arrivare in F1 era l’obiettivo principale, ed esserci riuscito arrivando dalla Cina è stato difficile. Ma ora sono qui, e voglio vincere. È il sogno di ogni pilota”. Zhou avrà anche realizzato un altro sogno dopo l’approdo in Formula 1, percependo l’abbraccio incredibile dei tifosi cinesi nel suo GP di casa. Ma, come gli ha insegnato il suo idolo Bryant, vuole puntare ancora più in alto. 

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