Formula 1. Valtteri Bottas: “Vorrei 24 weekend di gara con la Sprint”

Formula 1. Valtteri Bottas: “Vorrei 24 weekend di gara con la Sprint”
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Così come per lo stile, Valtteri Bottas va controcorrente anche sul format della Sprint, che apprezza molto. Bottas è sempre stato come lo vediamo oggi, solo che non ha più timore nel mostrarsi per quello che è davvero. Ecco cosa ci ha raccontato della sua trasformazione, della F1 di oggi e del suo futuro nella nostra intervista esclusiva
4 giugno 2024

“Resto finlandese nell’anima, ma effettivamente c’è un po’ di influenza australiana in me”: Valtteri Bottas scoppia in una risata genuina quando, nell’hospitality della Sauber durante il weekend della Formula 1 a Montecarlo, gli chiediamo a quale paese senta di appartenere davvero. Dopotutto c’è così poco della freddezza scandinava nel pilota che ci troviamo di fronte, con il mullet e i baffoni biondi, e molto dello spirito scanzonato che si respira down under.

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Ormai star dei social e delle pubblicità con una verve e una naturalezza impossibili da immaginare qualche anno fa, Bottas è un uomo cambiato. Ma a cosa si deve la trasformazione da ragazzo timido e impostato a divertito trascinatore delle folle? “Invecchiare è una buona cosa, da un certo punto di vista – riflette - Con l’età impari a non prendere le cose sul serio, cosa che invece accade quando sei più giovane. Riesci anche a conoscerti meglio, a sentirti più a tuo agio con te stesso”.

“Sono sempre lo stesso ragazzo, ma sono più a mio agio nel mostrarmi per quello che sono davvero. Qualche anno fa ero più chiuso”. Insomma, Bottas è sempre stato così, solo che non lo dava a vedere. Ma da dove nasce la spinta a rivelare al mondo chi è davvero? “È una combinazione di tante cose. Sicuramente l’esperienza e l’età fanno tanto, ma anche l’ambiente in cui mi trovo, la mia compagna. Sono cambiate tante cose negli anni, e la combinazione di questi aspetti fa sì che sia sereno mentalmente e abbia trovato un buon equilibrio tra la F1 e la mia vita privata”.

Non è stato facile trovare questo equilibrio, soprattutto ai tempi in cui il peso per i piloti era un cruccio non da poco. Bottas, robusto di costituzione, era arrivato ad accusare forti difficoltà, di cui non fa mistero. “La gestione della mia alimentazione e degli allenamenti a un certo punto mi è sfuggita di mano – spiega ammettendo candidamente i disturbi alimentari di cui ha sofferto in passato -. Vedere un numero sempre più piccolo sulla bilancia era diventato quasi un’ossessione”.

Non è da tutti avere il coraggio di ammettere di aver sofferto di disturbi alimentari, ed è forse ancora più complesso per un uomo e soprattutto per un atleta. Ma Bottas lo ha fatto per lanciare un messaggio. “Credo sia importante parlare di questi problemi, perché molte persone tendono a non esternarli. Si può sempre imparare dagli errori degli altri; per questo ho deciso di raccontare l'insegnamento che ho tratto dai miei sbagli. Ho capito quali sono i miei limiti. Penso che chiunque stia vivendo un momento di difficoltà, che sia un atleta o meno, debba cercare aiuto. La salute è la cosa più importante, o almeno dovrebbe esserlo”.

Forte del suo equilibrio ritrovato, Bottas sta affrontando una stagione complessa, con una Sauber costretta nelle retrovie. “Sono soddisfatto della mia performance quest’anno, soprattutto in qualifica - precisa -. Ma stiamo vivendo una situazione difficile, ritrovandoci fuori dai primi dieci in tutte le gare. Non abbiamo ancora ottenuto punti. Non lo definirei frustrante, quanto più fastidioso. Vogliamo solo cogliere dei punti, sarebbe un’iniezione di fiducia per tutta la scuderia. Non abbiamo iniziato nel migliore dei modi, ma abbiamo ancora molte gare per rifarci”.

A complicare la situazione ha pensato l’annoso problema nei pit stop che ha causato soste lunghissime a inizio campionato. “Nelle prime gare ha distorto la percezione di quale fosse il nostro vero valore. Finalmente da Imola abbiamo risolto l’inconveniente, ma per trovare una soluzione sono stati concentrati gli sforzi che altrimenti sarebbero stati profusi per migliorare la performance della monoposto. Spero che d’ora in poi ci si riesca a concentrare sulle prestazioni”, osserva Bottas.

Se la Sauber naviga in acque travagliate, è invece priva di intoppi la relazione con Guanyu Zhou. “Per me è fondamentale avere un rapporto onesto con il mio compagno di squadra. Essere diretti e onesti è l’unico modo per lavorare in modo efficace e creare una buona atmosfera. Se cominciano i giochetti, l’ambiente peggiora. Mi trovo bene con Zhou, è un bravo ragazzo, molto onesto e con un buon senso dell’umorismo. Ha anche un bello stile - dice sorridendo - e diventa più veloce ogni anno che passa”.

E di acqua sotto i ponti ne è passata anche dal debutto in Formula 1 di Valtteri, nel 2013. Non è solo Bottas a essere cambiato moltissimo, ma anche la F1 stessa. Lui si dice contento di questa metamorfosi. “Ci sono più gare, e di conseguenza l’impegno è maggiore per i piloti e i team. La Formula 1 sta vivendo un momento di grande crescita, con l’aumento degli spettatori e una grande atmosfera in circuito. C’è più show rispetto a quando ho cominciato, ma questo sta attraendo nuovi fan. Ogni nuovo tipo di pubblico fa bene al nostro sport”.

Bottas è anche un fan del format della Sprint, “con più azione e meno prove libere. Vorrei che tutti i weekend fossero così. Il venerdì normale, solo con le libere, manca di mordente, mentre con la Sprint il venerdì pomeriggio abbiamo già le qualifiche. E ci sono maggiori possibilità di cogliere punti. È divertente”. Non ha bisogno invece di cambiamenti il sistema di assegnazione dei punti di penalità: “va bene così com’è. So che ci sono alcuni piloti molto al limite, ma dipende dal modo in cui corrono. C’è un motivo se questo sistema è stato introdotto, dopotutto”.

L’agenda della F1 sempre più fitta non ha impedito a Bottas di coltivare quello che nel tempo è diventato molto più di un hobby. Valtteri, infatti, si è qualificato per i mondiali gravel di ciclismo in programma a ottobre. “Il ciclismo negli ultimi anni è diventato una parte sempre importante della mia vita. Ovviamente comincia tutto a casa, con la mia compagna. Lei si allena costantemente, è una parte fondamentale della sua vita di tutti i giorni. Sono un grande appassionato di questo sport, e lo scorso anno mi prefissai l’obiettivo di qualificarmi per i mondiali per dimostrare a me stesso di potercela fare. È stato molto emozionante per me, mi sono quasi commosso”.

A ottobre sarà sfida mondiale nel ciclismo, ma in F1 il futuro cosa prospetta? “A fine anno sarò svincolato, quindi sto parlando con diverse scuderie. Alcune trattative stanno cominciando a progredire in modo positivo, ma devo comunque aspettare che alcune cose vadano al loro posto. Ho delle priorità chiare su dove vorrei ritrovarmi, e se così fosse sarei molto felice”.

Valtteri, 35 anni ad agosto, correrebbe in F1 a 40 anni come Fernando Alonso? “Mai dire mai. Al momento sembra ancora un orizzonte molto lontano, ma so bene quanto gli anni passino in fretta. È incredibile come il tempo acceleri, soprattutto con così tante gare”. Le stagioni scorrono veloci, ma Bottas sembra volersi assaporare ogni aspetto della sua vita con la serenità di chi ha imparato a vivere con più leggerezza, ma non per questo meno intensamente. 

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