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Quello di Austin doveva essere un duello in puro stile texano e in effetti così è stato, nel senso che fin dalla prima curva è stato subito chiaro che la vittoria era una questione privata tra Rosberg ed Hamilton. Il primo aveva la necessità di fermare la prodigiosa rimonta del rivale, per ragioni psicologiche prima ancora che di matematica. L'inglese avrebbe anche potuto pensare di amministrare. Sappiamo tutti come è finita, con Hamilton che ha mancato la pole ma si è attaccato come un mastino agli scarichi del tedesco, non lasciandoli un attimo di respiro salvo pochi giri in cui il suo svantaggio aveva superato i due secondi.
Hamilton una spanna sopra Rosberg
Chissà se Rosberg a quel punto si era fatto qualche illusione: rimane il fatto che quando ha finalmente deciso di forzare l'inglese ha azzerato il distacco in una manciata di giri e lo ha superato al primo tentativo, con un sorpasso duro ma corretto. Una prova di forza senza appello, roba da campioni veri: voto 9 quindi a Hamilton, che ora può temere solo qualche scherzo crudele della cattiva sorte. Inarrestabile.
Voto 6 a Rosberg invece, e anche se può sembrare un po' troppo severo come giudizio, la verità è che la sua dovrebbe essere un'insufficienza, mitigata solo dalla pole position del sabato, perché poteva e doveva ottenere un solo risultato possibile: ma niente da fare. Le condizioni mutate della pista - come spiegherà nel dopo gara - lo hanno mandato in tilt, mentre il rivale inglese è stato più veloce a capire come adattare il suo stile di guida. Una questione di istinto e talento puro, prima ancora che di velocità. Sconfitto.
Ricciardo fa sfigurare Vettel. Ancora
Considerando quello che guidava, comunque, forse la gara più grintosa di tutti l'ha fatta Ricciardo, che ha portato ancora una volta la Red Bull a podio dopo una bella rimonta. Negli USA la Williams probabilmente era superiore tecnicamente, ma l'australiano ha fatto ancora una volta la differenza per ritmo, capacità di gestione delle gomme e grinta nei sorpassi. Ormai il futuro della Red Bull è lui, ed è giusto e bello così. Voto 10.
Voto 7,5 invece a Vettel, perché è partito dalla pit lane ed è arrivato a solo mezzo secondo da Alonso, quindi il risultato finale non può che essere positivo, però la sua è stata una gara strana: velocissimo nel finale con gomme nuove, inspiegabilmente lento nella prima metà di gara, con un assetto sì particolare (molto scarico) ma che il tedesco aveva ampiamente testato nelle prove libere. Insomma, la "sindrome" di quest'anno continua. Tormentato.
Williams: si poteva fare di più
Risultato positivo, ma con poco da festeggiare anche per i piloti della Williams: Bottas poteva e doveva puntare al podio, ma è finito solo 5°, fagocitato dal compagno di squadra e anche dalla progressione di Ricciardo: un po' poco, per uno che è considerato (giustamente) tra i talenti emergenti e guida una vettura al top. Strano, considerando anche l'ottima qualifica. Per lui quindi voto 6, e la sensazione che ogni tanto manchi ancora un po' di esperienza e continuità sul ritmo di gara.
“Voto 8 ad Alonso, (ampiamente) il migliore tra i ferraristi e autore di una gara grintosissima”
Voto 7 in compenso a Massa, che stavolta è stato nettamente davanti al compagno di squadra: per il brasiliano una bella soddisfazione, peccato che si sia fatto soffiare il 3° posto da Ricciardo. Certo i due secondi persi ai box non lo hanno aiutato, ma ancora una volta Massa ha dato l'impressione di non averci provato fino in fondo. Peccato.
Alonso non molla, Raikkonen imbarazzante
Voto 8 ad Alonso, (ampiamente) il migliore tra i ferraristi e autore di una gara grintosissima: nei duelli è sempre efficace e mai sopra le righe, ma l'auto è quel che è, cioè la quarta forza del campionato. E infatti lo spagnolo è arrivato dopo le Mercedes, le Williams e la Red Bull non penalizzata. Ma lui può solo guidare e quello lo fa sempre magnificamente. Irriducibile.
Ben altra storia, purtroppo, la gara dell'altra auto rossa: la toccata con Perez non c'entra, se è vero che come ha dichiarato il finlandese "fino alla prima sosta la vettura si è comportata bene", e quindi tocca dare la colpa al finlandese, che continua a starci simpatico, ma continua anche ad avere un rendimento imbarazzante. Voto 3, sperando in una scossa.
Voto 7,5 invece a Magnussen, autore di qualifiche e gara finalmente impeccabili: per lui è stata una prova di maturità, anche se forse alla vigilia si aspettava un risultato migliore. In crescita. Si è visto di più, per i ripetuti duelli, ma alla fine non ha portato a casa niente Button, che ha corso con la grinta dei giovani, ma anche senza la consueta concretezza: forse le incertezze sul futuro iniziano a farsi sentire. Voto 5 dunque, sperando che si tratti di un appannamento passeggero.
Vergne merita un volante per il 2015
Ancora a punti invece Vergne, penalizzato per un sorpasso spettacolare ma onestamente al di là del buon senso su Grosjean (infatti il francese si è salvato solo buttandosi fuori dalla pista): roba da categorie minori, però ora in Red Bull non possono più dire che non è abbastanza grintoso... e comunque un altro risultato utile è arrivato. Per lui voto 7,5 e la speranza di un volante per il prossimo anno: se lo meriterebbe.
“Voto 3, e qui sappiamo di ripeterci ma non ci stancheremo mai di dirlo, ai nuovi circuiti con le vie di fuga in asfalto”
Va a punti, perfino davanti a Grosjean, e nonostante ben due penalizzazioni: per Maldonado questa è stata la gara più pazza dell'anno, ma anche la migliore. Il venezuelano rimane una testa matta, però di sicuro non merita la Lotus di quest'anno: infatti appena l'auto è stata un po' più dignitosa è tornato a essere protagonista. Voto 8 per la grinta quindi, ma anche per la pazienza.
Tra le insufficienze della gara, invece, Grosjean (voto 5) dal quale era lecito aspettarsi almeno un punticino in una gara in cui la vettura era finalmente dignitosa, ma alla fine il francese è uscito sconfitto dai duelli multipli dei giri finali. Voto 5 però anche per Kvyat, che nella seconda parte dell'anno sta calando di rendimento invece di capitalizzare l'esperienza delle prime gare: il russo deve stare attento, perché la Red Bull lo ha già promosso, ma si sa che il team austriaco fa anche presto a bruciare i giovani talenti... E voto 4 a Perez, che butta al vento una bella gara con una manovra a metà tra un errore in frenata e un tentativo di sorpasso decisamente troppo ottimistico.
Nuovi circuiti? Bocciati
Infine voto 3, e qui sappiamo di ripeterci ma non ci stancheremo mai di dirlo, ai nuovi circuiti con le vie di fuga in asfalto, perché vedere i piloti uscire serenamente di pista ad ogni giro e rientrare come se niente fosse non è un'immagine consona a quella che dovrebbe essere la massima espressione dell'automobilismo da corsa.
Tanto più davanti al pubblico americano, abituato a vedere i piloti della Indycar sfidarsi su piste selettive come Laguna Seca o Road America, dove ogni curva è una sfida. E senza contare che così si incentivano i piloti a manovre assurde come quella di Vergne: "tanto il mio avversario può sempre farmi spazio uscendo di pista". Ma stiamo scherzando?
Le pagelle del GP degli Usa
Ricciardo: 10
Hamilton: 9
Alonso: 8
Maldonado: 8
Vettel: 7,5
Magnussen: 7,5
Vergne: 7,5
Massa: 7
Rosberg: 6
Bottas: 6
Button: 5
Grosjean: 5
Kvyat: 5
Perez: 4
Raikkonen: 3
Nuovi circuiti F1: 3