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Ci risiamo, si riparte ma mai come questo inverno la pausa è sembrata troppo breve da un lato e troppo lunga dall’altra. Troppo breve perché i risultati visti nel 2014 avrebbero avuto bisogno di più tempo per far cambiare i valori in campo. Con una Mercedes che ha dominato in maniera incredibile, il tempo a disposizione degli altri, per recuperare, è infatti limitato. Troppo lunga, invece, la pausa fra le parole, le polemiche e i problemi presenti in F.1. Dalle squadre in via di fallimento, ai regolamenti da definire, dalle polemiche sui costi e ricavi, dai divorzi Alonso Ferrari ai matrimoni Vettel Ferrari, alla nuova gestione della rossa che non ha ancora avuto il tempo di rodarsi a dovere. Insomma, se da un lato era meglio prendersela comoda, dall’altro meglio passare dalle parole ai fatti così almeno c’è qualcosa di concreto di cui discutere. E allora, visto che domenica all’alba si riparte da Melbourne e in attesa di vedere i primi riscontri del cronometro, cominciamo l’analisi teorica di quanto visto finora, con la speranza di non essere smentiti fin dai primi metri di pista: il rischio di essere smentiti, infatti, è molto forte non solo per i teorici che operano in pista ma anche, e specialmente, per gli opinionisti da poltrona.
Ferrari
Peggio dell’anno scorso non poteva andare, la F14T era davvero quanto di più sbagliato ci fosse in giro a Maranello. Fare meglio, anche di poco, era il minimo sindacale. E pare ci siano riusciti. I tempi sul giro nei test sono stati buoni, anche troppo, che sia davvero la gran macchina che sognano i tifosi, forse è presto. Il colmo della SF15T è che se dovesse andare bene sarebbe merito dei tecnici che hanno cacciato via. Tombazis e Fry, infatti, avevano già definito la vettura insieme ad Allison, per cui mentre quest’ultimo non si prenderà tutta la responsabilità in caso di fallimento, se dovesse andare bene avremmo il colmo che negli anni in cui la macchina era sbagliata, i tecnici erano lì a prendere stipendio e onori, e adesso che invece va bene, sono su una panchina in cassa integrazione a zero ore. Come sempre, nei momenti di transizione, mancheranno i padri, ma se dovesse andare bene forse ce ne saranno troppi.
E poi Marchionne, il presidente della rossa: uno così ti spiazza sempre. Non sai mai cosa aspettarti e, cosa importante, non ha colpito a caso, sapeva come muoversi e dove mettere le mani
Fronte piloti: Vettel arriva con la voglia di rinascere, tornare a vincere e a dare un senso ai suoi quattro mondiali. Sta crescendo e non si sa fino a dove potrebbe arrivare. Raikkonen è diventato padre a gennaio, sembra addolcito e quasi umano, infatti a volte sorride. Se la macchina li asseconda, si ricorderanno di guidare per la Ferrari e di essere campioni del mondo. Se invece manca ancora molto al vertice, state certi che uno dei due o entrambi tireranno fuori il gomito dal finestrino e la stagione sarà una sofferenza continua. Al vertice in pista c’è Maurizio Arrivabene, uno che conosce l’ambiente, ci è cresciuto per anni, natura ruspante, carattere concreto tipico dei bresciani (tanta tapa poca lapa, ovvero tanti fatti poche parole come dicono al confine Bergamo Brescia). Con lui si ride e si scherza ma guai a non fare le cose per bene, lo sanno tutti. E poi Marchionne, il presidente della rossa: uno così ti spiazza sempre. Non sai mai cosa aspettarti e, cosa importante, non ha colpito a caso, sapeva come muoversi e dove mettere le mani. Con due così a Maranello non si sente al sicuro nemmeno il crocifisso…
Hamilton vuole il tris, quando si separa dalla fidanzata va come una schioppettata in macchina e visto che si è diviso per l’ennesima volta (peggio solo Marlon Brando con Liz Taylor…) per Rosberg son dolori, visto anche che a giugno diventa padre e quindi potrebbe avere altro per la testa. La macchina è migliorata, hanno lavorato molto sull’affidabilità tanto che han sempre girato con il pieno e quando hanno scaricato tutto, han rifilato un secondo e mezzo al primo inseguitore. Quindi, se non si rompe la macchina si spera si rompa la squadra con Hamilton e Rosberg in lite, altrimenti contro le panzer division diventa dura. Lo sanno tutti, Ecclestone compreso e forse anche alla Mercedes, per cui ammazzare il campionato da subito non conviene a nessuno ed essendo la Formula 1 l’attività più vicina al wrestling, ecco che sospettare un inizio di campionato vivace forse è troppo. Notare il termine attività, non sport, please… Oltre c’è poco da dire, sono bravi, han lavorato bene, han migliorato tutto, hanno soldi, organizzazione e uomini, se fossero anche simpatici (e alcuni lo sono, bisogna ammetterlo) sarebbe la fine…
Williams
Massa tiene…Bottas, nel senso che il nonnetto (sembra strano, ma per Felipe ormai è così con i suoi 14 anni di anzianità di F.1) regge il passo del finlandese, la Williams va forte, hanno affinato il progetto, molto concreti, senza nulla di esagerato o fasullo o strambo. Piedi per terra, squadra solida, motore eccellente, soldi Martini sufficienti a sfamare un team (anzi a dissetare…) e con Frank Williams che si è ripreso dall’intervento che in autunno lo ha tenuto fermo per sei settimane, non manca la concretezza tipica di questa squadra. Han fatto poco cinema, i loro tempi sono affidabili e certi, un punto di riferimento per Ferrari.
Lotus
A parte Bomber Maldonado (fedele al numero 13) e Grosjean che da padre si è addolcito, la squadra ha mostrato di avere un buon potenziale per inserirsi fra Williams e Ferrari. E se ci riescono vuol dire che dietro a due Mercedes e due Williams ci sono due Lotus e magari due Ferrari, ovvero a Maranello lottare per il quinto posto potrebbe essere un successo. Ammesso che la Lotus vista sia quella vera, efficace, con molto grip anche se poco appariscente.
Un progetto interessante, con dati importanti di deportanza che i numeri non certificano. E con due piloti veloci, sempre che restino in pista…
McLaren
La grande incognita della stagione. Va bene che la Honda è in ritardo rispetto ai rivali, ma non sono fessi. Va bene che Alonso è il mistero di questo inizio campionato, va bene che non hanno i soldi dello sponsor principale, ma quanto vale davvero la McLaren? Non lo ha capito nessuno, o meglio Alonso dice che la macchina è buona e ci ha girato poco. Button non si lamenta, stringe i denti e va avanti. Per aver fatto a malapena un migliaio di km contro i 5000 dei rivali, a Melbourne sarà un collaudo generale mentre gli altri correranno. E qui arriveranno le sorprese, perché se Mercedes va bene, Ferrari è in risalita e Lotus con Williams se la giocano, sta a vedere che la McLaren beffa tutti con una macchina nata bene? Troppo presto per dirlo, bisogna prima finirle le corse e non è detto che fino al 9 maggio, GP di Spagna, sia così. Per cui prendiamo quello che arriva, di certo Alonso e Button (Alonso, già, sarebbe bello vederlo correre…) sono la coppia più forte sulla carta, al pari di Hamilton e Rosberg. Vettel e Raikkonen sono attesi alla prova della pista. Fermiamoci alla teoria
Gli altri
Da Force India a Sauber, da Marussia-Manor-Comesichiamerà a Toro Rosso c’è un pacchetto di mischia che deve lottare coi debiti più che con la pista. Toro Rosso è in vendita, Renault potrebbe comprarla, il resto è in vendita ma per saldare i debiti. Non è una bella situazione, diciamo che davanti faranno il mondiale F.1, dietro il mondiale F.Debiti. E se correranno è perché saranno inseguiti dai creditori… Scherzi a parte, è la triste realtà di una F.1 dove in mezzo a tanti soldi qualcuno è riuscito a spenderne più di quanti guadagnati. Per quanto riguarda i piloti, ne parliamo un’altra volta.