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La due giorni di test a Barcellona dedicata allo svilluppo delle gomme Pirelli per la stagione 2026 di Formula 1 con protagoniste Ferrari e McLaren si è conclusa, e il fornitore unico di pneumatici del Circus ha diffuso i migliori tempi fatti registrare dai piloti impegnati in pista. Nella prima giornata a cogliere il miglior crono è stato Lando Norris, che ha fermato il cronometro sull'1'15''215. Lewis Hamilton ha ottenuto il tempo di 1'15''930, mentre Charles Leclerc ha completato la classifica con il suo 1'16''060. Oggi, invece, Charles Leclerc ha colto il tempo di 1'14''971, davanti a Oscar Piastri, autore di un 1'15''815, e Lewis Hamilton, che ha concluso la giornata con il miglior crono di 1'16''759. Ma quanto contano davvero questi dati?
È difficile interpretarli, visto che Pirelli non fornisce dati riguardo alle mescole utilizzate nel corso dei test e sul programma di lavoro nemmeno alle stesse scuderie impegnate in pista, cui vengono solo comunicate le specifiche necessarie a simulare il carico generato dalle future monoposto 2026. La deportanza di queste vetture, secondo i calcoli della FIA, dovrebbe essere almeno inferiore del 20% rispetto alla generazione attuale. Non stupisce, quindi, vedere sulla Ferrari SF-24 del 2024 e sulla McLaren MCL60 del 2023, le monoposto usate per questi test, delle ali decisamente scariche, a livello di quelle utilizzate a Monza.
Delle gomme utilizzate Pirelli ha semplicemente comunicato che si tratta dei tre compound più duri - C1, C2 e C3 - ideali per una pista che stressa molto le coperture. Nel corso della due giorni di test a Barcellona sono state collaudate diverse combinazioni di costruzioni e mescole, in modo tale da orientare lo sviluppo delle gomme slick per il 2026. Va da sé che interpretare i crono con questi presupposti diventa un esercizio pressoché impossibile. Ma anche abbozzare delle conclusioni sulle potenziali differenze prestazionali tra le vetture di oggi e quelle del 2026 non è semplice.
L'1'15"930 colto ieri da Lewis Hamilton è un crono di quasi quattro secondi più lento rispetto all'1'11"731 fatto registrare da Charles Leclerc in qualifica lo scorso anno a Barcellona. Ma è naturale che il passo durante i test non sia sostenuto come quello nella lotta sul giro secco in un weekend di gara. Oltretutto, il 2026 vedrà l'introduzione dell'aerodinamica attiva, con ali che saranno in configurazione a basso carico sul dritto e ad alto carico in curva, a differenza dei muletti opportunamente modificati visti in pista in questi giorni.
Oltre a essere fondamentali per il lavoro di sviluppo delle gomme 2026 condotto da Pirelli, questi test sono l'occasione giusta per i piloti affinché si tolgano di dosso un po' di ruggine dovuta all'inattività forzata durante la pausa invernale. E sono ancora più utili per Lewis Hamilton, la cui prima fase di acclimatamento in Ferrari non può prescindere da uno studio preciso delle operazioni in pista, dalle regolazioni del volante alle procedure di partenza. Il resto, numeri compresi, è una storia che solo Pirelli potrebbe raccontarci nei dettagli.