Formula 1: Stroll, i retroscena della sua carriera

Formula 1: Stroll, i retroscena della sua carriera
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Lance Stroll sarà uno degli alfieri ufficiali della Williams nel 2017. Ecco i retroscena della carriera del giovane pilota canadese
4 novembre 2016

Punti chiave

La F.1 non è cosa per poveri, si sapeva. Con l’arrivo di Lance Stroll alla Williams se ne è avuta una ulteriore conferma. Il ragazzo ha appena vinto il titolo F.3 e quindi qualcosa di suo ce l’ha messo, ma provenire da una famiglia ricca sarà per forza di cose l’ostacolo maggiore contro cui si dovrà scontrare nella sua carriera. Cioè tutto quello che farà sarà il frutto del conto corrente del babbo. E allora, visto che di Lance si sa poco o nulla, tanto vale raccontare qualche retroscena della carriera di questo diciottenne (compiuti lo scorso 29 ottobre) che l’anno prossimo sarà al fianco di Bottas alla Williams.

Di Stroll se ne sentì parlare qualche anno fa, quando a Montreal, a un GP del Canada, si presentò un ragazzino di nemmeno 10 anni con la divisa rossa Ferrari. Era infatti il più giovane pilota della nascente FDA, l’accademy di Maranello alla scoperta dei nuovi talenti. All’epoca Stroll aveva mosso i primi passi su un kart e sembrò a tutti più un atto di cortesia nei confronti del padre Lawrence Stroll che un vero atto di fede nelle qualità del virgulto. Il padre, infatti, era sponsor della Ferrari col marchio Tommy Hilfiger, di cui Stroll era proprietario al pari di altri marchi, come Ralph Lauren e Michael Kors. Insomma, uno messo bene per dirla tutta.

Che Stroll senior volesse una carriera in F.1 per Stroll junior lo si apprese qualche tempo dopo. Mike Wilson, ex campione del mondo di kart, grande rivale di Senna, fu ingaggiato per fare il tutor al ragazzino. Dalla provincia di Bergamo dove Wilson risiede da anni con moglie e figli, al Canada a svezzare il ragazzino in lunghe e interminabili giornate in pista. Di proprietà ovviamente, così come i mezzi per farlo girare nei mesi estivi, tanto che Wilson era in pianta stabile in Canada invece che a Bergamo. “Il padre ha le idee chiare – disse Mike – vuole portarlo in F.1 e se un top team non dovesse ingaggiarlo ha deciso di comprare o fare una squadra tutta nuova per lui solo”.

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Uno dirà per fare una squadra ci vogliono soldi, ebbene secondo Forbes il patrimonio netto al 2016 di Lawrence Stroll ammonta a 2,4 miliardi di dollari (avete letto bene: miliardi) figurarsi se spendere 300 milioni in un anno rappresenti uno spreco. E così con il piccolo Stroll a scuola guida speciale, cresceva anche la leggenda attorno al suo modo di fare. Nel frattempo Stroll senior ha pure comprato l’autodromo di Mosport, tanto per avere anche una pista per auto in cui svezzare il piccolo. Da Wilson come tutor nei kart si passò a Luca Baldisseri, ex numero 1 Ferrari al fianco di Schumacher.

Quando Stroll correva coi kart in Italia faceva scalpore il fatto che arrivasse con l’aereo privato portandosi dietro i suoi consulenti e tutori. In fondo dovete capirlo. In famiglia hanno 4 aerei privati lungo raggio, dal Cesna ad altri modelli. Uno è per il padre uno per Lance uno per la sorella e il quarto è di scorta nel caso servisse. Il tutor pare intascasse 15 mila euro al mese solo per fare il consulente. Nel frattempo, nasce anche la leggenda delle abitudini alimentari di Lance Stroll. Vero o falso che sia, ma il falso affascina più del vero si sa, pare che mangi solo manzo di Kobe, la pregiata carne nipponica da 150 euro al kg che viene portata in pista con uno di quegli aerei privati a disposizione della famiglia.

Di Stroll se ne sentì parlare qualche anno fa, quando a Montreal, a un GP del Canada, si presentò un ragazzino di nemmeno 10 anni con la divisa rossa Ferrari. Era infatti il più giovane pilota della nascente FDA, l’accademy di Maranello alla scoperta dei nuovi talenti

Arrivato in F.4 e poi in F.3, con vittorie a ripetizione (qualcuno si dimentica che dietro c’era il gran lavoro della Prema Racing, squadra italiana praticamente comprata da papà Stroll) il giovane ha conquistato i titoli per avere la superlicenza. Nel frattempo Stroll senior ha aperto trattative per comprare la Sauber e restare legato al mondo Ferrari, ma i debiti sono troppi e qualcosa non torna. Vista la frenesia di avere quote di un team, Toto Wolff della Mercedes decide di cedere le sue quote in Williams che papà Stroll compra col sorriso sulle labbra. Da qui il contratto per la prossima stagione, visto che in pratica Bottas non sarà un compagno di squadra ma un dipendente di Stroll, l’annuncio e i test privati a Monza qualche giorno fa, con una macchina vecchia di due anni.

Ma Lance era preparato perché il papà aveva comprato un simulatore identico a quello del team (e dicono anche meglio di quello che hanno alla Ferrari). “Lo so che vengo da una famiglia ricca – ha detto Lance – ma in tutte le categorie in cui sono stato ho sempre vinto”. Vero, i titoli li ha, soldi o meno in qualche modo in pista si è messo in mostra. Adesso che il sogno si è avverato, correre in F.1, non resta che la prima vittoria e il primo titolo mondiale, come voleva il padre quando una decina di anni fa si presentò nei box di Montreal col piccolo Lance e Jean Todt, tazza di the in mano, che lo accolse timoroso e rispettoso nel motor home.

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