Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
E’ bastato un secondo posto e i 7 punti necessari per avere la certezza matematica del titolo, il terzo di fila, della carriera di Max Verstappen. Una gara anomala, la sprint del sabato, che da antipasto è diventato il piatto principale di questo GP del Qatar che domenica vedrà la prima gara da tricampione del mondo per Verstappen.
Una gara partita con difficoltà, tre safety car su 19 giri, e la prima vittoria di Oscar Piastri con la McLaren che torna al vertice dopo Monza 2021, anche se questa gara vale più per le statistiche che per la sostanza ma ha mostrato che Piastri ha i numeri giusti e che la McLaren ha lavorato bene perché dopo aver preso la prima fila con Norris al fianco, in gara Piastri ha usato il cervello.
Lo stesso che ha usato Verstappen finendo in quinta posizione e annaspando dietro a Ferrari e Mercedes, alle prese con gomme morbide che sono andate subito in crisi. E così, con Perez messo KO da una manovra folle di Ocon che ha centrato prima Hulkenberg e poi il messicano, all’11 giro per l’uscita del numero 11 (la cabala ci vede bene…) Verstappen era virtualmente campione del mondo per la terza volta.
Dopo la contestata vittoria nel 2021 nell’ultima gara, il dominio nella seconda parte della stagione, quest’anno l’olandese ha sbaragliato il campo senza rivali e a casa adesso può andare dal suocero Nelson Piquet e mostrare il risultato raggiunto: con la differenza che il suocero brasiliano ha vinto nell’81, 83 e 87 ovvero a distanza di 6 anni, Max ci ha messo la metà del tempo e sempre con la Red Bull.
Insomma, una gara sprint da ricordare e segnare perché entra nel guinness dei primati: è stata la prima volta che una gara sprint ha incoronato un campione del mondo, è stata la prima vittoria e la prima pole per Oscar Piastri, un nome che sarà meglio segnarsi nei taccuini per il futuro. Unico neo, il fatto che Verstappen abbia dovuto cedere la vittoria a Piastri per 1.8 secondi e senza intoppo nei primi giri, l’olandese avrebbe voluto celebrare il titolo con un successo da perfetto cannibale. Quando via radio gli hanno comunicato che era entrato nell’albo d’oro al pari di Piquet, ma anche Stewart, Lauda e Senna, la risposta è stata semplicemente: “Sì grande davvero”. Come dire miro al quarto di Prost e Vettel e ai 5 di Fangio con i 7 di Schumacher e Hamilton in distanza ma ancora teoricamente raggiungibili.
E per la Red Bull, dopo il 6 titolo costruttori vinto in Giappone due settimane fa, adesso arriva il 7 titolo piloti con un campione completamente diverso dal Vettel dei primi 4 iridati: “Max ha dominato in maniera incredibile – dice Mark Webber, manager di Piastri ma ex pilota Red Bull – rispetto a Vettel col quale ho corso insieme, Verstappen è più versatile, più adattabile alle varie circostanze. Vettel era più metodico, se era tutto in ordine, diventava un robot imbattibile, Verstappen no, si adatta meglio alle circostanze e alle variazioni improvvise che incontra. Credo non abbiamo ancora visto fin dove può arrivare”.