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La presenza di giornalisti e fotografi è normale in F.1 come lo è il fatto che le squadre ne abbiano alcuni a libro paga per sapere in anticipo novità e foto dei concorrenti.
Complice il ritorno della Honda le spie all'interno del poddock sono in fermento
Era da un po’ di tempo che non si vedevano in azione, però, quelli del Sol Levante, perché il prossimo ritorno della Honda in F.1 ha sguinzagliato frotte di fotografi che con sofisticate attrezzature vanno in giro a carpire segreti.
In Spagna, nonostante le prestazioni scadenti della Ferrari, è capitato di vedere un fotografo di una agenzia di stampa nipponica consegnare una serie di foto riprese dall’interno del box Ferrari. Tanti particolari in bella evidenza, motore e accessori come mai li abbiamo visti sui giornali in Italia.
Subito dopo la spedizione del giornalista in Giappone, è arrivata una telefonata con chiarimenti su alcuni particolari. Come lo abbiamo scoperto? Dal fatto che il fotografo è stato prontamente richiamato per consegnare altri scatti da altre angolazioni.
Dati protetti e sistemi militari
Che sia nella norma, lo si sa da tempo immemore (gli spioni in F.1 ci sono sempre stati) che oggi la tecnologia dia una mano è anche evidente. Al punto che oltre alle foto, sistema tradizionale, da qualche anno le squadre hanno dovuto criptare non solo le trasmissioni radio ma anche quelle relativa ai dati della telemetria.
“Dal circuito i team mandano in tempo reale tutte le informazioni alle loro basi. Durante la trasmissione dati qualcuno potrebbe intromettersi e per questa ragione le squadre utilizzano un sistema di codifica derivato dalle trasmissioni militari israeliane”
Infatti, dal circuito i team mandano in tempo reale tutte le informazioni alle loro basi (per la Ferrari è Maranello). Durante la trasmissione dati qualcuno potrebbe intromettersi e per questa ragione le squadre utilizzano un sistema di codifica derivato dalle trasmissioni militari israeliane che hanno contribuito ai software e all’addestramento del personale preposto.
Enormi investimenti in gioco
Potrebbe sembrare eccessivo, ma se si considerano i segreti industriali in gioco, i costi supportati e tutto il resto, si capisce come la F.1 senta il bisogno di proteggersi. Eppure non basta, perché poi alla fine chi conta sa tutto o quasi di tutti.
Tranne i giornalisti, che vengono tenuti in disparte quasi fossero i veri e unici colpevoli di quanto accade in pista. Per cui quando un giornalista scrive qualcosa su una squadra, state sicuri che la notizia nel paddock ormai è vecchia di settimane o mesi. Chi deve saperlo lo sa già. Grazie a fotografi e informatori vari. Ora, come negli anni '80, sono tornati in azione i Nippo, proprio come facevano ai tempi di Piquet e Senna con Williams e McLaren in F.1.