Formula 1, sette team contro la Ferrari: ora che succede?

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Cosa succederà dopo il comunicato congiunto con cui sette team si sono schierati contro l'accordo tra Ferrari e FIA sulla power unit di Maranello? L'ipotesi del nostro inviato F1, Paolo Ciccarone
4 marzo 2020

Se fossimo in un ambientino poco elegante e chic come è quello della F.1, potremmo anche dire che volano gli stracci. Il comunicato congiunto di 7 team contro la FIA, in merito alle investigazioni sul motore Ferrari, apre agli scenari più incerti degli ultimi anni della categoria. I fatti: a metà stagione 2019 la Ferrari presenta una evoluzione del proprio motore col quale vince in Belgio, Monza e Singapore ottenendo pole position a ripetizione. Proprio la vittoria di Monza, di Leclerc davanti ad Hamilton, infuoca gli animi: vedere una Ferrari che in rettilineo dà la paga a una Mercedes che non riesce ad avvicinarsi nonostante la scia e il DRS aperto, fa mugugnare i rivali. Dai oggi e dai domani, alla fine i tecnici della FIA intervengono prendendo in carico una Power Unit della Ferrari. Siamo a fine 2019.

Scenario due: Barcellona, ultimo giorno di test, alle 18,30, con le serrande abbassate, arriva il comunicato della FIA che dice di aver concluso le indagini, di aver elementi che confidenzialmente condivide con la sola Ferrari, con la quale si apre una collaborazione futura in fatto di riduzione delle emissioni e sui nuovi regolamenti. E qui scatta il problema: che cosa hanno scoperto i tecnici della FIA che non hanno voluto comunicare agli altri? Perché non hanno detto chiaramente se il motore fosse o meno regolare? Perché non divulgare altro e limitarsi a un comunicato che mette la FIA in una situazione ambigua?

E qui parte la ritorsione. Toto Wolff, che dalla Ferrari si era visto chiudere le porte in faccia come responsabile della F.1 ("Nessun team manager impegnato con un team potrebbe ricoprire un ruolo importante e super partes come quello relativo alla presidenza e gestione di tutte le squadre" si fece trapelare all'epoca), chiama a raccolta le altre squadre. Con Red Bull c'è assonanza e per convincere Renault basta poco. Ed ecco il comunicato dei 7 team appena diffuso in cui, senza mezzi termini, chiedono alla FIA chiarezza in nome dello sport (quale? visto che la F.1 è business e lavoro da anni) e addirittura minacciano azioni legali nei confronti della federazione, vista la mancanza di chiarezza nell'episodio Ferrari.

Anzi, le sette squadre si lamentano anche che le indagini della federazione sono partite dopo i mugugni espressi da alcune di loro. Qui il premio ipocrisia lo vincono alla grande, perché come la Racing Point ha avuto il coraggio di fare reclamo alla Renault (vincendolo e facendola squalificare), nessuno ha avuto il coraggio di fare un reclamo preciso contro la Ferrari, che pertanto non ha violato alcuna norma e ha corso con una vettura regolarmente verificata. Quindi, da un lato accusano la federazione di essersi mossa in ritardo, dall'altro la accusano perché non dichiara apertamente cosa ha trovato e su quali elementi ci sia un accordo privato fra la federazione e una squadra. Obiezione giusta, se non fosse che la Ferrari, per sviluppare il suo motore, ha investito soldi e risorse, quindi mettere a disposizione di altri elementi delicati, e frutto del proprio ingegno, non è giustificabile e bene ha fatto la FIA a mantenere la discrezione su cose segrete.

Cosa succederà adesso? La Federazione è obbligata a dare una risposta, nei toni e nei contenuti forti, come sono quelli del comunicato delle 7 squadre

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Cosa succederà adesso? La Federazione è obbligata a dare una risposta, nei toni e nei contenuti forti, come sono quelli del comunicato delle 7 squadre. E visto che le licenze sono della FIA, così come quelle dei piloti, team e costruttori, mettersi contro chi ha il potere di squalificarti, non è una mossa facile da fare se non hai alle spalle qualcosa di alternativo. E a questo punto sarà interessante vedere cosa farà Liberty Media, il promotore del campionato, visto che dubbi ed ombre sulla regolarità dello stesso, non aiutano. Specie adesso in questo periodo di meno sponsor e gare a rischio per il coronavirus. Aspettiamo le prossime mosse, di sicuro non finisce qui. Con l'unica certezza che Jean Todt, presidente della FIA, non è uno sprovveduto e sa dosare le parole. Quindi escluso che il primo comunicato della federazione sia stato casuale e privo di conseguenze: fino a che punto?

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