Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Alfa Romeo scenderà in pista a Monza con una suggestiva livrea tricolore, a sottolineare l’essenza nostrana del marchio del Biscione. Ma il suo italianissimo pilota, Antonio Giovinazzi, si trova di fronte ad un futuro incerto. La conferma di Alex Albon in Williams, arrivata nel pomeriggio di oggi, stringe sempre di più il cerchio del mercato piloti. Facendo diventare l’unico posto disponibile in Alfa, accanto a Valtteri Bottas, una poltrona per tre.
Come aveva anticipato il nostro Paolo Ciccarone nei giorni scorsi, nei radar di Alfa Romeo sarebbe entrato Guanyu Zhou, giovane del vivaio di Alpine che scalpita per un posto in Formula 1. Gli mancano pochi punti per ottenere la superlicenza, e, trovandosi ora al secondo posto della classifica in F2, dovrebbe riuscire nel suo intento. E, soprattutto, dalla sua ha due plus non indifferenti. Il primo è una cospicua dote, sicuramente ben gradita dal team di Hinwil. In secondo luogo, viene dalla Cina, un mercato potenzialmente strategico per ogni costruttore auto, Alfa compresa.
La conferma di Fernando Alonso e di Esteban Ocon in Alpine per il 2022 ha bloccato Zhou, che starebbe cercando nuovi sbocchi. Ma è possibile che nella partita rientri pure Nyck De Vries, talentuoso pilota olandese nell’orbita Mercedes – si è recentemente laureato campione del mondo di Formula E con la Stella a tre punte – che non ha trovato collocazione in Williams, un potenziale porto sicuro dove accumulare esperienza.
La posizione di Giovinazzi, insomma, sembrerebbe decisamente precaria. Per lui, qualora si dovessero chiudere le porte della F1, potrebbero aprirsi sbocchi in altre categorie, molto probabilmente sotto l’egida del Cavallino rampante, che lo ha accompagnato finora nella sua carriera nella massima serie. Sarebbe un vero peccato vederlo uscire dal Circus, però. Perché Antonio sta disputando la sua migliore stagione in F1.
La classifica, che racconta di un magro bottino per Antonio, è bugiarda. Perché sfortune varie, al limite del fantozziano, gli hanno fatto raccogliere molto meno di quanto abbia seminato. Esemplificativo, in questo senso, è il weekend di gara di Zandvoort. Giovinazzi è stato protagonista di un giro da favola in qualifica, ma il suo spunto in corsa è stato strozzato da una foratura. E il problema è che a fine anno conteranno solo i risultati utili, visto che nessuno ricorderà il corollario di sfortune che li ha influenzati.
C’è anche un’altra considerazione che lascia l’amaro in bocca. L’attenzione del pubblico italiano per Antonio è arrivata solo ora, nel momento in cui rischia il posto. Il trattamento riservato a Giovinazzi dai suoi connazionali è stato spesso tutt’altro che tenero, in questi anni di militanza in F1. È lo specchio di un’Italia forse eccessivamente severa con i suoi figli. Si potrebbe applicare lo stesso ragionamento alla stessa Alfa Romeo, se non fosse che in F1 è italiana solo di facciata. E allora Antonio diventa sacrificabile. Purtroppo, aggiungeremmo.