Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Christian Horner rischia davvero di dover abbandonare il suo ruolo di numero uno del team Red Bull in Formula 1? È quanto ci si chiede nelle ultime ore, dopo l'indagine interna avviata dalla società controllante del team annunciata nel pomeriggio di ieri. Tutto è cominciato da un comunicato diramato dalla sede austriaca della Red Bull - e non dalla scuderia di Milton Keynes - in cui si parlava, secondo quanto riportato dalla testata olandese De Telegraaf, di "un'indagine indipendente" avviata dopo "alcune recenti accuse". Un'investigazione, spiegano dall'Austria, "condotta da un avvocato specialista esterno". Nella nota diffusa alla stampa non si rivelava l'esatta natura dell'accaduto.
Secondo quanto riporta Motorsport-total.com, le accuse sarebbero state mosse a Horner alla fine della scorsa settimana. Si tratterebbe di un comportamento inappropriato nei confronti di una dipendente di cui, peraltro, sarebbero disponibili prove concrete, già inserite in un fascicolo a Fusch Am See. L'indagine, annunciata con la massima trasparenza, è un atto dovuto in un'azienda come la Red Bull nei confronti di un top manager di una sua controllante. Non bisogna dimenticare, infatti, che Horner non è solo il team principal della scuderia, ma ne è anche CEO. Horner, impegnato ieri nella riunione della F1 Commission a Londra, ha negato le accuse nei suoi confronti, senza elaborare oltre.
La faccenda, per come è stata riportata da fonti affidabili, sembra parecchio seria. Motorsport-total.com nella serata di ieri ha addirittura parlato di una richiesta da parte della Red Bull a Horner di farsi da parte, lasciando il ruolo che ricopre dal gennaio 2005, cioè dall'inizio dell'avventura del colosso degli energy drink in Formula 1. Horner si sarebbe rifiutato di dimettersi, almeno per il momento. C'è chi addirittura parla di un intrigo di potere. Erik Van Haren, giornalista del De Telegraaf con fonti affidabili all'interno della scuderia, parla di un regolamento di conti tra Helmut Marko e Horner. Il primo, che per una volta nella sua vita ha incredibilmente risposto "no comment" a chi gli chiedeva delucidazioni sulla scottante vicenda, vorrebbe sbarazzarsi del secondo.
Che Marko abbia una posizione di grande potere all'interno della Red Bull lo dimostra la sua permanenza a Milton Keynes nonostante una serie di dichiarazioni fuori dalle righe e sebbene ci sia stato un cambio al vertice del gruppo Red Bull dopo la morte di Dietrich Mateschitz, nell'ottobre del 2022. Secondo i ben informati, è stato l'uomo chiave del successo attuale della Red Bull in F1, Max Verstappen, a imporsi affinché Marko restasse in Red Bull, a dispetto non solo dei suoi comportamenti, ma anche dell'età che avanza. Al netto di queste supposizioni in merito a una faida interna, se come sostengono le affidabili fonti tedesche e inglesi che si sono espresse ieri ci sono prove concrete di quanto successo, la vicenda ha delle fondamenta.
Una cosa è certa: si tratta di una questione da risolvere in tempi molto ristretti. La presentazione della Red Bull RB20 è in programma la prossima settimana, il 15 febbraio, e per quella data l'indagine dovrà essere conclusa. Non possiamo immaginarci un evento in pompa magna con protagonista Christian Horner ancora oggetto di un'investigazione per un presunto comportamento inappropriato. In Austria e a Milton Keynes, mentre le voci continuano a serpeggiare sui social, si stanno sicuramente vivendo ore febbrili. Se Horner dovesse saltare, la soluzione più immediata è quella interna, con il direttore sportivo Jonathan Wheatley in pole position per ricoprire il ruolo ad interim.