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Quando inizierà la stagione 2021 di Formula 1? Una risposta sulla carta a questa domanda c'è dalla fine dello scorso anno, quando il Consiglio Mondiale della FIA ha ratificato il calendario monstre da 23 gare che dovrebbe essere disputato quest'anno. Secondo l'agenda prestabilita, il mondiale dovrebbe iniziare il 21 marzo. Il condizionale è tristemente d'obbligo, però, perché il Gran Premio d'Australia, primo GP dell'anno, corre il forte rischio di essere rimandato in autunno causa COVID-19.
Se il GP d'Australia fosse rinviato a data da destinarsi, dove si comincerebbe? La stagione 2021 di Formula 1 avrebbe inizio in Bahrain, il 28 marzo. Uno spazio sicuro, già collaudato con il doppio appuntamento recentemente disputato. E, a questo punto, anche i test potrebbero cambiare collocazione. Si passerebbe da Barcellona a Sakhir, e, con tutta probabilità, da inizio a metà marzo, per semplificare almeno la parte logistica di un avvio tutto meno che agevole, con le forti incognite che la pandemia di COVID-19 suscita ancora oggi.
E i problemi non finiscono certo con il GP d'Australia, perché anche il GP di Cina sembra avviato verso il rinvio. Anzi, sono gli stessi organizzatori a chiederlo. Intervistato da Autosport, Yibin Yang, il general manager del promoter della corsa, Juss Event, ha fatto sapere che l'intenzione è quella di cercare di spostare la gara nella seconda parte della stagione. Per dare continuità ad un calendario già frammentato sin dal via, si ricorrerà con tutta probabilità alle stesse risorse impiegate per sopperire alla mancanza di gare intercontinentali nella seconda parte del mondiale 2020: coinvolgere alcuni circuiti jolly in Europa.
L'ipotesi più probabile al momento vede Portimao come candidata principale per occupare lo slot del GP di Cina, l'11 aprile. Imola, invece, sarebbe in pole position per la data del 25 aprile, inserita nel calendario ratificato a fine 2020 come TBC, da confermare. Da maggio inizierà la parte europea del calendario, che dovrebbe destare meno preoccupazioni. La vera gatta da pelare sarà trovare una collocazione da settembre in avanti sia al GP d'Australia che al GP di Cina, vista l'agenda incessante, con dieci gare in tre mesi dal 5 settembre al 5 dicembre.
Allo stato attuale delle cose, il calendario messo in piedi da FIA e Liberty Media sembra eccessivamente ottimista. Pensare di poter dare vita a una stagione standard è obiettivo ambizioso, viste le restrizioni ai viaggi ancora in vigore. E se la parte europea è destinata a mettere in scena un meccanismo ben oliato, così non può essere per il resto dell'agenda. Sarebbe stato forse più prudente optare per un calendario ibrido, più simile a quello del 2020 che ai tour de force del passato. In ogni caso, i primi scossoni si stanno già facendo sentire. E potrebbero non essere gli ultimi.